TROP

ore 19 sala melpomene

coreografia Andrea Costanzo Martini
con Andrea Costanzo Martini
video performer Mami Shimazaki
video artist Yoav Barel
light design Yoav Barel
costumi Nir Benita
musica Andrea Martini, Natacha Atlas, Marty Robbins

Co-‐produzione Pavillon Noir, Aix-en-Provence / Zurich Tanzhaus / MAAT festival Lublin / Suzan Dellal Center / Centrum Kultury w Lublinie / Tmuna Theater Tel Aviv / Hateiva Theater

Trop è un assolo che parla dell’equilibrio di potere che si stabilisce nell’atto performativo tra il performer, il pubblico e un mondo esterno fatto di simboli e immagini che
irrompono sulla scena. La tensione tra questi elementi condiziona il movimento e l’azione sul palco.
Quando il performer è responsabile delle proprie azioni, e quando non lo è? Quando ha il potere, e quando è controllato?

Può trovare intimità, silenzio e pace malgrado la forte pressione?
Lo spettacolo è un breve viaggio attraverso una foresta di messaggi e informazioni, dove il corpo è come un’ancora nel mezzo, l’unica realtà tangibile che possieda la propria volontà, bisogni e desideri.
Un one man show dove a parlare sono la carne e le ossa.

prezzi biglietti intero € 5 ridotto € 3 (under 30 | over 65 | marcheteatrocard | operacard | abbonati conerobus)

PA | ETHOS

ore 20.45 sala principale

SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET

coreografia Sang Jijia
compositore Dickson Dee
live video artists Luca Brinchi e Roberta Zanardo /Santasangre
disegno luci Marco Policastro
costumi Giuseppina Maurizi
assistenti alla coreografia Yanan Yu, Adriana De Santis
creato con Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Claudia Mezzolla, Giovanni La Rocca, Giacomo Todeschi, Serena Zaccagnini, Violeta Mena Wulff, Fabio Cavallo

Produzione Fabbrica Europa per le arti contemporanee,Fondazione Milano Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, Spellbound Contemporary Ballet, MARCHE TEATRO – Danza alle Muse, Bejing Dance Festival, Guangdong Dance Festival
Partner per la residenza di creazione Fondazione Teatro della Toscana, Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera
Partner tecnico Teatro Greco- E.C.O.Italia, Cyberaudio- tecniche avanzate per elettronica media e spettacolo, Noise Asia

prezzi biglietti platea intero € 20 ridotto* € 15
* under 30 | over 65 | marcheteatrocard | operacard | abbonati conerobus

L’opera prende il nome dall’unione di due temi fondamentali della Retorica di Aristotele, Pathos ed Ethos, che il coreografo cinese Sang Jijia, di origine tibetana, ha voluto utilizzare per esprimere due diversi aspetti della società moderna: Ethos  incarna la capacità morale, le regole della vita sociale che condizionano rigidamente e scandiscono i rapporti interpersonali, Pathos evoca il mondo delle emozioni, le passioni ed i sentimenti.

Ogni movimento nello spazio è perfettamente misurato ed attentamente seguito, la fisicità dei danzatori porta all’estremo limite l’azione scenica, arrivando alla quasi trasparenza del corpo sotto il quale si rivela l’anima nella sua integrità.

Il tutto dà vita ad un originale ed interessante progetto nato da una visione artistica che ha radici nel pensiero orientale ma che si arricchisce dell’eccezionalità della danza e del teatro contemporaneo europeo, avvalendosi dell’importante gioco luce dei Santasangre e delle musiche techno roboanti e monocordi di Dickson Dee.

prezzi biglietti platea intero € 20 ridotto € 15 (under 30 | over 65 | marcheteatrocard | operacard | abbonati conerobus)

BACK PACK

ore 22.45 salone delle feste

un progetto di e con Francesca Foscarini
cura della tecnica Luca Serafini
accompagnamento alla ricerca Ginelle Chagnon e Cosimo Lopalco

Produzione VAN
Con il sostegno di Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa (I); Centro Jobel Residenza Teatrale (I); MiBACTAlcuni materiali per questo lavoro sono stati sviluppati all’interno del progetto Dyptique promosso da Circuit-Est Centre Chorègraphique di Montreal (QC) e Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa (I)

Lo zaino, come il guscio di una tartaruga, nasconde, offre protezione, pesa, contiene un’abbondanza variopinta di oggetti che modificano, determinano il farsi e il disfarsi dell’immagine del corpo sulla scena.

Back Pack è uno dei tre soli che costituiscono Good Lack, trittico che indaga il tema dell’assenza. Ha debuttato a Biennale Danza, Venezia 2016.

prezzi biglietti intero € 5 ridotto € 3 (under 30 | over 65 | marcheteatrocard | operacard | abbonati conerobus)

AMLETO

mercoledì 14 dicembre 2016, ore 21 – Maiolati, Teatro G. Spontini

di William Shakespeare

con Daniele Pecci, Maddalena Crippa

e con Rosario Coppolino, Giuseppe Artignati, Sergio Brasile, Mario Pietramala, Marco Imaparato, Vito Favata, Maurizio Di Carmine, Mariachiara Dimitri, Pierpaolo De Mejo, Domenico Macrì, Andrea Avanzi

regia di Daniele Pecci

costumi di Maurizio Millenotti
disegno e luci Mirko Oteri
musiche Patrizio Maria D’Artista

produzione Compagnia Molière

Un uomo, da solo. Da solo con la sua coscienza. Un compito: la vita. Ma anche la paura, terribile, che immobilizza: la nostra. Esiste il “nostro” futuro? O esiste il destino?

Non è dato sapere.

Almeno per ora, almeno per l’uomo cosiddetto moderno. Quello che forse conta, però, è che queste domande costituiscano un ponte che collega noi stessi a quell’uomo moderno, a quell’uomo shakespeariano, vissuto nel Milleseicento: siamo sostanzialmente gli stessi.

L’Amleto di Shakespeare è il testo teatrale più importante dell’era moderna. Vi è in esso un’analisi profonda dell’umano sentire, in rapporto alle problematicità del vivere quotidiano. Meglio di chiunque altro, e soprattutto per primo, Shakespeare è riuscito a raccontare le infinite contraddizioni dell’essere umano di fronte all’impegno che questo deve assumersi per poter anche semplicemente stare al mondo; affrontare il futuro, il destino, l’amore, le ingiustizie, le controversie, il dolore, la perdita. In esso sono ben dosate le rappresentazioni del mondo: lo Stato, i grandi destini e temi dell’umanità e il microcosmo familiare dei sentimenti più intimi e segreti.

IL GIUOCO DELLE PARTI

domenica 8 gennaio 2017, ore 21 – Jesi, Teatro G.B. Pergolesi

da Luigi Pirandello adattamento Valerio – Orsini – Balò

con Umberto Orsini

e con Alvia Reale, Totò Onnis, Flavio Bonacci, Carlo De Ruggieri, Alessandro Federico

scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
light designer Pasquale Mari

regia Roberto Valerio

produzione Compagnia Umberto Orsini

Luigi Pirandello ha scritto una commedia nera dove matrimonio, tradimento, onore e omicidio si inseguono in una logica successione. La vicenda vede un Leone Gala che si è pacificamente separato dalla moglie (che lo tradisce con l’amico Guido Venanzi) a condizione di farle visita ogni sera, per mantenere di fronte all’opinione pubblica, il suo ruolo di marito. Questo accordo col passare del tempo si rivela insopportabile a Silia che confida all’amante il desiderio di volersi sbarazzare del marito la cui presenza-assenza le è diventata insostenibile. Il casuale irrompere nella casa di lei di un gruppo di ubriachi che tentano di farle violenza, senza però riuscirci, le offre un pretesto inatteso grazie al quale potrebbe mettere a repentaglio la vita del marito trascinandolo in un duello. Alla notizia del fatto Leone Gala appare tranquillo: si è vuotato di ogni sentimento ed ha trovato il modo di affrontare ogni situazione, anche la più critica. Grazie alla sua incrollabile dialettica e al suo nichilismo, si sottrae al complotto ordito dalla moglie e dall’amante trasformandosi da vittima in carnefice.

Umberto Orsini ritorna a “Il Giuoco delle parti” commedia più volte rivisitata, nella consapevolezza che uno dei modi per preservare un classico è ripensarlo, apportando continue modifiche ed approfondimenti.

PARENTI SERPENTI

domenica 15 gennaio 2017, ore 21 – Maiolati, Teatro G. Spontini

di Carmine Amoroso

con Lello Arena

e con Giorgia Trasselli

e con (in o. a.) Andrea de Goyzueta, Marco Mario de Notaris, Carla Ferraro, Autilia Ranieri, Annarita Vitolo, Fabrizio Vona

regia Luciano Melchionna

scene Roberto Crea
costumi Milla
musiche Stag
disegno luci Salvatore Palladino
assistente alla regia Sara Esposito

produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con Bon Voyage Produzioni e con il Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2016

Un Natale in famiglia nel paesino d’origine, come ogni anno da tanti anni. Un Natale pieno di ricordi e di regali da scambiare, in questo rito stanco che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravviare i legami

famigliari, come il fuoco del braciere che i genitori anziani usano, ancora oggi, per scaldare la casa: un braciere pericoloso ma rassicurante come le abitudini e le tradizioni. Un Natale a casa dei genitori anziani che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli cresciuti e ormai lontani in altre città. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono, ancora una volta, per cercare di spurgare, in un crescendo di situazioni esilaranti e stridenti in cui tutti noi possiamo riconoscerci, le nevrosi e le stanche dinamiche di coppia di cui sono intrisi.

Immaginare Lello Arena – dichiara il regista Luciano Melchionna- con la sua carica comica e umana, nei panni del papà – interpretato da Panelli nel film di Monicelli – mi ha fatto immediatamente sorridere, tanto da ipotizzare il suo sguardo, come quello di un bambino, intento a descrivere ed esplorare le dinamiche ipocrite e meschine che lo circondano, in quei giorni di santissima festività.

All’improvviso, un terremoto segna una crepa nell’immobilità rassegnata di una ricorrenza ormai sempre uguale a se stessa, una crepa dalla quale un gas mefitico si espanderà e inquinerà l’aria. Sarà la soluzione più spicciola e più crudele a prendere il sopravvento. Verità? Paradosso? Spesso, come si è soliti dire, la realtà supera la fantasia.

In quest’epoca in cui tutto e il contrario di tutto sono la stessa cosa, con questa commedia passeremo dalle risate a crepapelle per il tratteggio grottesco e a tratti surreale dei personaggi, al più turpe cambiamento di quegli esseri che – chi di noi non ne ha conosciuto almeno uno? – da umani si trasformeranno negli animali più pericolosi e subdoli: i serpenti.

28 ott 2016 | Ancona-Teatro delle Muse. Apertura della stagione di prosa 2016/2017 Hollywood di Ron Hutchinson. Con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Gigio Alberti – Informazione.it

2016_10_28_ancona-teatrodelle-muse-apertura-della-stagionedi-prosa-2016-17-hollywood-di-ron-hutchinson-con-antonio-catania-gianluca-ramazzotti-gigio-alberti_informazione-it

L’ORA DI RICEVIMENTO

(banlieue)

mercoledì 8 febbraio 2017, ore 21 – Jesi, Teatro G.B. Pergolesi

di Stefano Massini

regia Michele Placido

con Fabrizio Bentivoglio

e con Francesco Bolo Rossini, Giordano Agrusta, Arianna Ancarani, Carolina Balucani, Rabii Brahim, Vittoria Corallo, Andrea Iarlori, Balkissa Maiga, Giulia Zeetti, Marouane Zotti
scena Marco Rossi
costumi Andrea Cavalletto
musiche originali Luca D’Albertovoce cantante Federica Vincenti
luci Simone De Angelis

produzione Teatro Stabile dell’Umbria

Note di Stefano Massini
Il professor Ardeche è un insegnante di materie letterarie. Un disilluso, un cinico, uno spietato osservatore e un lucidissimo polemista. Fra le sue passioni svettano Rabelais e il Candide di Voltaire. Peccato che la sua classe si trovi nel cuore dell’esplosiva banlieue di Les Izards, ai margini dell’area metropolitana di Tolosa: un luogo in cui la scuola, al di là di Rabelais e di Voltaire, è una trincea contro ogni forma di degrado. La scolaresca che gli è stata affidata quest’anno è ancora una volta un crogiuolo di culture e razze, con l’incognita sempre in agguato di improvvisi crolli: nella convinzione che il vero trionfo sarebbe portare fino in fondo i suoi allievi senza perderne nessuno per strada, il professor Ardeche riceve le famiglie degli scolari ogni settimana per un’ora, dalle 11:00 alle 12:00 del giovedì. Ed è attraverso un incalzante mosaico di brevi colloqui con questa umanità assortita di madri e padri, che prende vita sulla scena Francesca Torcolini l’intero anno scolastico della classe Sesta sezione C, da settembre a giugno. Al pubblico spetta il compito di immaginare i visi e le fattezze dei giovanissimi allievi, ognuno ribattezzato dal professor Ardeche con un ironico soprannome, e ognuno protagonista a suo modo di un frammento dello spettacolo. Sullo sfondo, dietro una grande vetrata, un grande albero da frutto sembra assistere impassibile all’avvicendarsi dei personaggi, al dramma dell’esclusione sociale, ai piccoli incidenti scolastici di questi giovani apprendisti della vita. E il ciclo naturale della perdita delle foglie e della successiva fioritura accompagna lo svolgersi regolare di ogni anno scolastico, suonando quasi come un paradosso davanti a quel mondo, esterno alla scuola, che di anno in anno è sempre più diverso.

Note di regia di Michele Placido
Penso che siamo tutti d’accordo nel dire che il teatro italiano è poco connesso con il mutare dei tempi, tenendo conto delle trasformazioni della società. Si distinguono i testi dello scrittore e drammaturgo Stefano Massini, che ben raccontano l’evoluzione del tessuto sociale non solo italiano, ma europeo. Per questo, dopo l’avventura di “7 minuti”, che con lo stesso Massini ho adattato per farne un’opera cinematografica, ho accettato con entusiasmo la proposta del Teatro Stabile dell’Umbria, nella figura di Franco Ruggieri, di essere regista a teatro di un altro lavoro di Massini, “L’ora di ricevimento”.
Leggendo il testo, ho capito subito che tra il precedente “7 minuti” e “L’ora di ricevimento” c’è un lavoro di continuità sui grandi cambiamenti che stanno accadendo nella storia sociale europea, cambiamenti che ci riguardano tutti.
“L’ora di ricevimento” racconta, infatti, con verità e ironia, l’incontro–scontro culturale, sociale e religioso tra le famiglie di una classe di bambini delle periferie delle metropoli europee e un Professore attento e partecipe alla crescita culturale dei suoi allievi, ma che, nel percorso dell’anno scolastico cui assistiamo, si trova a mettere in discussione il modello educativo di una classe intellettuale borghese sempre più spiazzata dai cambiamenti epocali della recente storia contemporanea.
Per il ruolo del Professore ho voluto come compagno di viaggio Fabrizio Bentivoglio, un artista di rara intensità e sensibilità con cui ho già collaborato in due miei film come regista: “Un eroe borghese” e “Del perduto amore”. Con Stefano Massini e con Franco Ruggieri abbiamo subito pensato che Fabrizio fosse l’interprete ideale per questo ruolo raro per la drammaturgia italiana.
A completare il cast la Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile dell’Umbria che vede tra gli altri il “professorino” di Francesco “Bolo” Rossini, Balkissa Maiga già tra le interpreti di “7 minuti” e Marouane Zotti che aveva recitato in “Lehman Trilogy” di Massini con la regia di Luca Ronconi.
La possibilità di contribuire al percorso di crescita di un cast di giovani ha reso ancora più stimolante quest’avventura. Ho sempre pensato a un teatro d’ensemble, in cui gli attori diventino parte del progetto sia nella costruzione dei personaggi, sia facendo ricerche sulle abitudini e i costumi, non solo sul proprio personaggio, ma indagando anche su tutti gli altri. Insomma, devono diventare collaboratori stretti, preziosi, non subendo il ruolo del regista, ma diventando corpo unico con lui, dal primo attore al più giovane.

28 ott 2016 | Orphans – Il Giorno

20161028_orphans_il-giorno