LA CLASSE

le recite dello spettacolo LA CLASSE previste dal 5 all’8 marzo sono rinviate:
mercoledì 24 marzo 2021 ore 20.45
giovedì 25 marzo 2021 ore 20.45
venerdì 26 marzo 2021 ore 20.45
sabato 27 marzo 2021 ore 20.45
domenica 28 marzo 2021 ore 16.30

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 5 ALL’8 MARZO_SPERIMENTALE

la recita del 4 marzo è rinviata a sabato 7 marzo alle ore 16.30

di Vincenzo Manna

con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido

e con Edoardo Frullini, Valentina Carli, Andrea Monno, Cecilia D’Amico, Giulia Paoletti

regia di Giuseppe Marini
scene Alessandro Chiti
costumi Laura Fantuzzo
musiche Paolo Coletta
light designer Javier Delle Monache

Società per Attori, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Goldenart Production
in collaborazione con Tecnè, Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale e Phidia e con il patrocinio di Amnesty International – Sezione Italia

ll testo scritto da Vincenzo Manna è un innovativo esperimento di data storytelling.
Il progetto ha preso l’avvio da una ricerca condotta da Tecné, basata su circa 2.000 interviste a giovani tra i 16 e i 19 anni, sulla loro relazione con gli altri, intesi come diversi, altro da sé, e sul loro rapporto con il tempo, inteso come capacità di legare il presente con un passato anche remoto e con un futuro non prossimo. Gli argomenti trattati nel corso delle interviste hanno rappresentato un importante contributo alla scrittura drammaturgica del testo.
Oggi. Una cittadina europea in forte crisi economica. Disagio, criminalità e conflitti sociali inarrestabili. A peggiorare la situazione, appena fuori dalla città, c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente. A pochi chilometri c’è un Istituto Comprensivo specchio della depressione economica e sociale della cittadina. Albert, giovane professore di storia, viene incaricato di tenere un corso di recupero pomeridiano per studenti “difficili”. Intravedendo nella rabbia dei ragazzi una possibilità di comunicazione, riesce a far breccia nel loro disagio e conquista la fiducia della maggior parte della classe convincendoli a partecipare a un concorso che ha per tema “I giovani e gli adolescenti vittime dell’Olocausto”. Ma l’Olocausto di cui gli studenti decideranno di occuparsi non riguarderà il passato, bensì i tragici eventi che stanno avvenendo proprio nel paese da cui la maggior parte dei rifugiati dello “Zoo” scappa… E quello che doveva essere solo un corso pomeridiano si trasforma presto in un’intensa esperienza di vita che cambierà per sempre il destino del professore e degli studenti.

I MISERABILI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

spettacolo sospeso

di Victor Hugo
adattamento teatrale Luca Doninelli
con Franco Branciaroli
e con (in ordine alfabetico) Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
scene Domenico Franchi
costumi Andrea Viotti
luci Cesare Agoni
musiche Antonio Di Pofi
regia Franco Però
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro De Gli Incamminati

Millecinquecento pagine che appartengono alla storia non solo della letteratura, ma del genere umano. Come l’Odissea, come la Divina Commedia, il Don Chisciotte o Guerra e Pace.
I miserabili sono ciò che sta oltre il terzo e il quarto stato, e rappresentano l’umano nella sua nudità: spogliato non solo dei suoi beni terreni, ma anche dei suoi valori, da quelli etici fino alla pura e semplice dignità che ci è data dall’essere uomini. Ma un miserabile non è quasi più un uomo. E il nostro presente è pieno di uomini così: i poveri, coloro che non hanno niente, che non possono contare sul futuro, che non hanno scorte da consumare e possono sperare solo nella piccola fortuna che potrà garantire loro un altro giorno, un’altra ora. In questa terra di nessuno, buoni e cattivi si mescolano, non ci sono valori che li possano distinguere: solo fatti, casi, eventi. La storia di Jean Valjean, di Fantine, Cosette, Javert, dei Thénardier, di Marius, Gavroche, Eponine e di tutti gli altri deve essere raccontata da capo e, possibilmente, per intero. Qui sta il rischio principale: individuare l’algoritmo, o meglio la metonimia giusta, scegliere la parte che meglio potrà rappresentare il tutto, costruire uno spettacolo su un testo che non potrà superare le settanta, ottanta pagine, ma che dovrà comprendere anche le altre millequattrocento.
I Miserabili è un capolavoro e metafora del Teatro nella sua stratificazione che conosce doppi e tripli fondi, in cui l’attore rappresentando sé stesso rappresenta anche la propria arte.

ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

spettacolo sospeso

di Carlo Goldoni
regia Valerio Binasco
con (in ordine alfabetico) Natalino Balasso, Fabrizio Contri, Matteo Cremon, Michele Di Mauro, Lucio De Francesco, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Gianmaria Martini,
Elisabetta Mazzullo, Ivan Zerbinati
scene Guido Fiorato
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Valerio Binasco, cinque volte premio Ubu, ha stupito critica e pubblico con un Goldoni che guarda più alla commedia all’italiana che alla commedia dell’arte, dando voce a un’umanità vecchio stampo, paesana e arcaica, che ha abitato il nostro mondo in bianco e nero.
Famelico, bugiardo, disperato e arraffone, l’Arlecchino “contemporaneo” di Valerio Binasco è un poveraccio che sugli equivoci costruisce una specie di misero riscatto sociale. Personaggio dalle molteplici contraddizioni: meschino e anarchico, irriguardoso e servile, Arlecchino riesce a portare scompiglio nell’ottusa società borghese, con una carica che suo malgrado si può perfino dire “sovversiva”.
Lo stile cinematografico di Binasco, fatto di sintesi, unità di azione e suspense, è al servizio del testo di Goldoni, un perfetto congegno che dal 1745 non smette di funzionare e incantare il pubblico. La commedia della stravaganza diventa così un gioioso viaggio nel tempo, alle origini del teatro italiano e della sua grande tradizione comica, con un cast affiatato di attori, molti dei quali in collaborazione da tempo con il regista.

UNA NOTTE SBAGLIATA

fuori abbonamento

rinviato a data da definire

di e con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
scena, luci, video Lucio Diana
paesaggi sonori Mirto Baliani
costumi Stefania Cempini
disegni Marco Baliani
MARCHE TEATRO

È notte, una Notte Sbagliata in un giardinetto abitato da ombre di foglie, tagli di luci di luna grigia, muri graffiati, parole e mappe mentali disegnate da Tano.
Il protagonista della storia, esce a quell’ora insolita per portare fuori il suo cane.
Questo l’incipit da cui la narrazione si dispiega, seguendo un andamento non lineare, sovvertendo obbligati nessi temporali. Le parole prendono strade divaricanti nel tentare di circoscrivere l’accadimento di quella “notte sbagliata”. L’accadimento che nel reale dura una manciata di minuti,si amplifica, si espande per risucchiare nell’assurdo di ciò che avviene, anche chi non è lì, su quel pratone d’erba polverosa.
Non è la cronaca di uno dei tanti episodi di accanimento contro la diversità, di cui sempre più spesso siamo testimoni, non è dunque un teatro “civile”, piuttosto un mettere il dito dentro le pieghe nascoste della psiche, delle pulsioni, delle indicibilità, fino a usare la mia stessa memoria biografica come parte dell’evento di cui si parla.
Marco Baliani porta in scena in questo spettacolo il corpo di un essere umano già fragile, corpo che in quella notte che, solo dopo scopriremo sbagliata, diventa un capro espiatorio… Entrare e uscire dalle teste e dai corpi dei protagonisti della vicenda, compreso un cane, è stata la gimkana attorale di Baliani, che lo obbliga a continui cambi percettivi e linguistici, dentro una rete di rimandi sonori e visivi.