ore 18 Ridotto Teatro delle Muse

Presentazione del libro “CHIEDI AL TUO CORPO”

di e con Adriana Borriello

un progetto di Hexperimenta per la rassegna Un libro dopo l’altro di Casa delle Culture

“Che cosa spinge l’uomo a danzare? Che cos’è la coreografia? E’ possibile insegnare a coreografie senza fare dell’allievo un clone di se stessi? Con quali parole veicolare la trasmissione della conoscenza? Immergersi negli scritti di Adriana Borriello significa confrontarsi con queste e con tante altre domande, alle quali l’autrice cerca di rispondere mettendo in gioco un “sapere” che è costruito innanzitutto attraverso un “fare”.

Danzatrice, coreografa, pedagoga Adriana Borriello si è diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e al Mudra di Béjart. Dopo aver partecipato alla fondazione del gruppo belga Rosas, nel 1986 ha creato Allegro Vivace mais pas tropp, spettacolo, primo fra tanti, che ha segnatola nascita della sua compagnia. Dagli anni Ottanta svolge una intensa attività didattica Italia e all’estero che l’ha condotto all’elaborazione di un proprio metodo pedagogico sull’arte del movimento. Pratica Tai-Chi dal 1984.

ore 19 Sala Melpomene

PASSENGER_il coraggio di stare

ideazione, regia e coreografia Tommaso Serratore

interpretazione e collaborazione Elisabetta Bonfà, Miriam Cinieri, Tommaso Serratore
video Salvatore Insana
luci Eleonora Diana
musiche Gabriele Ottino

creazione realizzata nell’ambito del progetto Residenze Coreografiche Lavanderia a Vapore 3.0 / Piemonte dal Vivo
coproduzione Festival Oriente Occidente
con il sostegno di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo, LUFT, Sosta Palmizi, Corsia OF, Versiliadanza, Associazione Didee

durata 30’

ore 20 Sala Clio

CIAK

con Giulia Capriotti e Davide Calvaresi
regia Davide Calvaresi
consulenza drammaturgica Ugo Mancini

residenza artistica Arte transitiva Officine Caos Torino
produzione 7-8 chili

durata 35’

ore 21.15 Sala Clio

BLACK LIGHTS

idea, regia/coreografia, interpretazione Andrea Baldassarri e Tommaso Monza

produzione Natiscalzi DT – Compagnia Abbondanza/Bertoni
con il sostegno di Teatro due Mondi (Faenza), Circuito del bando Cura 2017:
Residenza Idra (Brescia), Teatri di Vita (Bologna) e Stalker Teatro (Torino)

durata 60’

BIGLIETTO: singolo spettacolo € 5
abbonamento a 3 spettacoli € 12

PASSENGER_il coraggio di stare
L’orizzonte è in costante cambiamento mentre i corpi dei danzatori esplorano le suggestioni generate dai pensieri di Christopher McCandless. Il desiderio di scoperta e la consapevolezza di sé maturano la possibilità di fare una scelta e infine decidere di cambiare la propria vita. Tra la possibilità di scegliere e la decisione messa in atto c’è la pulsione umana e l’istintività con cui ognuno di noi si rapporta a sé stesso e al mondo circostante. Viaggio e libertà sono i temi su cui si è fondato il percorso creativo, frutto di diverse esperienze in contesti extraurbani eccezionali e in luoghi caratterizzati da una forte connotazione semantica come quello carcerario. Un magma di immagini, suoni, luci e corpi in movimento rivela la battaglia interiore necessaria per una rinnovata scoperta di sé.

CIAK
Ha detto il regista francese Jean-Luc Godard che “la televisione crea l’oblio, il cinema ha sempre creato dei ricordi”. Ciak è un’avventura nel cinema che ha per protagonista ciò che il cinema ha sedimentato in noi, nella nostra formazione e nella nostra cultura. Un linguaggio comune di immagini, suoni ed emozioni da riconoscere e in cui riconoscerci. Ma la performance teatrale Ciak, essendo proiettata in presa diretta su uno schermo, giocando sull’interazione figura-video, diviene essa stessa un film. Un film che ha una sua sceneggiatura, fatta di altri film, un caleidoscopio di grandi classici tra i quali ci si muove dandogli nuovi significati. Perché Ciak è anche un gioco, in cui il susseguirsi delle citazioni cult viene elaborato in un contesto sottilmente ironico, dove è proprio l’incontro tra la nostra memoria cinefila e lo straniamento proposto in scena dalle sperimentazioni sulla falsa prospettiva a generare un’esperienza divertente e stimolante.

BLACK LIGHTS
Il “Controluce” assordante di Black lights è metafora del viaggio del migrante: non lo conosciamo, solo lo ipotizziamo, lo mitizziamo e tentiamo di trarne delle verità muovendoci a carponi in un mondo per noi sfocato ed indefinito. Eppure una cosa emerge chiara dall’ombra: il senso dell’umanità e della tragedia che la migrazione porta con sé. L’idea che tutto lo sforzo fatto per giungere in fondo sia vano è lì, davanti a noi, ed è ciò che più ci fa paura, che più ci viene voglia di nascondere al buio. Nel viaggio fra la luce e il buio, epopea del migrante, i due corpi vengono sorpresi, scoperti, ridisegnati in un’astrazione che non appartiene alla loro fisicità.

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