15 gen. 2018 | Dal 18 al 21 gennaio in scena “Il nome della rosa”

STAGIONE TEATRALE 2017 18

DAL 18 AL 21 GENNAIO
AL TEATRO DELLE MUSE DI ANCONA
IN SCENA
IL NOME DELLA ROSA DI UMBERTO ECO
CON LA REGIA DI LEO MUSCATO

La Stagione Teatrale di Ancona prosegue al Teatro delle Muse dal 18 al 21 gennaio con il capolavoro di Umberto Eco Il nome della rosa, nella versione teatrale di Stefano Massini, con regia e adattamento di Leo Muscato.

In scena un’eccellente compagnia formata da (in ordine alfabetico): Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoni; scene Margherita Palli, costumi Silvia Aymonino, luci Alessandro Verazzi, musiche Daniele D’Angelo, video Fabio Massimo Iaquone, Luca Attilii. La produzione è di Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro Stabile di Genova / Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale.

La prima versione teatrale del capolavoro di Umberto Eco è l’omaggio al celebre scrittore firmato da Stefano Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. Leo Muscato dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo.

Il nome della rosa di Umberto Eco, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981, e la sua versione cinematografica è stata diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986, protagonista Sean Connery. La prima trasposizione teatrale di questo straordinario best seller è di Stefano Massini, scrittore e drammaturgo, autore di Lehman Trilogy.

La regia dello spettacolo è affidata a Leo Muscato, che per il Teatro Stabile di Torino ha diretto Come vi piace. Muscato, che alterna regie di prosa a quelle liriche, ha trovato nel romanzo di Eco una sfida appassionante e, nei suoi Appunti per una messa in scena, scrive: «Dietro ad un racconto avvincente e trascinante, il romanzo di Umberto Eco nasconde una storia dagli infiniti livelli di lettura; un incrocio di segni dove ognuno ne nasconde un altro. La struttura stessa del romanzo è di forte matrice teatrale. Vi è un prologo, una scansione temporale in sette giorni, e la suddivisione di ogni singola giornate in otto capitoli, che corrispondono alle ore liturgiche del convento (Mattutino, Laudi, Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri, Compieta). Ogni capitolo è introdotto da un sottotitolo utile a orientare il lettore, che in questo modo sa già cosa accade prima ancora di leggerlo; quindi la sua attenzione non è focalizzata da cosa accadrà, ma dal come. Questa modalità, a noi teatranti ricorda i cartelli di brechtiana memoria e lo straniamento che ha caratterizzato la sua drammaturgia. La scena si apre sul finire del XIV secolo. Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Nel nostro spettacolo, questo io narrante diventa una figura quasi kantoriana, sempre presente in scena, in stretta relazione con i fatti che lui stesso racconta, accaduti molti anni prima in un’abbazia dell’Italia settentrionale. Sotto i suoi (e i nostri) occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente, intento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui. Su uno sfondo storico-politico-teologico, si dipana un racconto dal ritmo serrato in cui l’azione principale sembra essere la risoluzione di un giallo […]».

Per “L’aperitivo con gli artisti” la Compagnia incontra il pubblico sabato 20 gennaio alle ore 18.30 al musecaffé, conduce l’incontro il giornalista Francesco Rapaccioni.

Info e biglietti presso biglietteria Teatro delle Muse  071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org
Per promozioni e gruppi 071 20784222 info@marcheteatro.it
Biglietti on line www.geticket.it

La Stagione Teatrale prosegue:

Dall’1 al 4 febbraio al Teatro delle Muse torna Shakespeare con Sogno di una notte di mezza estate con tra gli altri in via di definizione: Stefano Fresi nella parte di Bottom, Paolo Ruffini è Puck, Violante Placido nel ruolo di Titania, per la regia di Massimiliano Bruno. La produzione è de L’isola Trovata. Mito, fiaba, e quotidianità s’intersecano continuamente all’interno di questa originale versione del noto testo shakespeariano. Il Sogno di una notte di mezza estate è un vero e proprio teorema sull’amore ma anche sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni.

Dal 14 al 18 febbraio al Teatro Sperimentale va in scena una delle Compagnia più acclamate degli ultimi anni, Carrozzeria Orfeo, con la loro ultima creazione, co-prodotta anche da Marche Teatro Cous Cous Klan.
Ancora una volta Carrozzeria Orfeo sarà impegnata a fotografare senza fronzoli un’umanità socialmente instabile, carica di nevrosi e debolezze, attraverso un occhio sempre lucido, divertito e, soprattutto, innamorato dei personaggi che racconta.

Dal 3 all’11 marzouniche date nelle Marche, al Teatro Sperimentale, per Toni Servillo in Elvira (Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jacques ©Gallimard, traduzione Giuseppe Montesanoregia dello stesso Toni Servillo e con Petra Valentini (originaria di Ancona), Francesco Marino, Davide Cirri. La produzione è del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Teatri Uniti. Il testo, caro alla storia del Piccolo Teatro, fu messo in scena da Giorgio Strehler con Giulia Lazzarini nella stagione 1986/87 con il titolo Elvira, o la passione teatrale. Con Toni Servillo, grande protagonista della scena nazionale e internazionale e del nostro cinema nel mondo, le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul personaggio ritrovano nuovamente la stessa stringente attualità. Un apologo del teatro, del mestiere dell’attore e della sua missione civile.

Dal 22 al 25 marzo al Teatro delle Muse la Compagnia di Luca De Filippo diretta ora da Carolina Rosi porta in scena a 70 anni dalla sua prima assoluta, Questi fantasmi! di Eduardo de Filippo con la regia di Marco Tullio Giordana. Gli attori in scena: Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Massimo Di Matteo, Paola Fulciniti, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Viola Forestiero, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo, Carmen Annibale. La produzione è Elledieffe. Questi fantasmi!, è stata una delle prime commedie di Eduardo ad essere rappresentata all’estero (nel 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt), ha raccolto unanimi consensi in tutte le sue diverse edizioni: un successo assoluto ascrivibile allo straordinario meccanismo di un testo che, nel perfetto equilibrio tra comico e tragico, propone  uno dei temi centrali della drammaturgia eduardiana: quello della vita messa fra parentesi, sostituita da un’immagine, da un travestimento, da una maschera imposta agli uomini dalle circostanze.

La Stagione si chiude dal 5 all’8 aprile al Teatro delle Muse con una commedia di Carlo Goldoni, La vedova scaltra, tra i protagonisti Francesca Inaudi e Gianluca Guidi che ne cura anche adattamento e regia. La vedova scaltra rappresenta non soltanto uno dei momenti altissimi e divertenti della commedia goldoniana, ma soprattutto il simbolo del cambiamento dell’autore, che dal teatro delle maschere tipico della Commedia dell’Arte passa a quello dei personaggi presi dal reale.

14 gen. 2018 | Poche scene ragazzi – la Repubblica

12 gen. 2018 | Al MuseCaffé incontro con la compagnia di “Re Lear”

FINO AL 14 GENNAIO
AL TEATRO DELLE MUSE DI ANCONA
IN SCENA
ENNIO FANTASTICHINI
IN “RE LEAR” DI WILLIAM SHAKESPEARE
REGIA DI GIORGIO BARBERIO CORSETTI

Sabato 13 gennaio alle ore 18.30
la Compagnia incontra il pubblico al musecaffé

Fino al 14 gennaio al Teatro delle Muse la Stagione Teatrale di Ancona è in scena Re Lear, per la regia di Giorgio Barberio Corsetti, che si immerge nella scrittura del bardo per costruire un affresco su temi di grande attualità in una combinazione inedita di linguaggi e visioni.
Per “L’aperitivo con gli artisti” la Compagnia incontra il pubblico sabato 13 gennaio alle ore 18.30 al musecaffé, conduce l’incontro l’editore e giornalista Valentina Conti.
Re Lear di William Shakespeare, traduzione di Cesare Garboli, regia e adattamento Giorgio Barberio Corsetti, con Ennio Fantastichini (Re Lear) e Michele Di Mauro (Gloucester), Roberto Rustioni (Kent), Francesco Villano (Edmund), Francesca Ciocchetti (Goneril), Sara Putignano (Regan), Alice Giroldini (Cordelia), Mariano Pirrello (Duca di Albany), Pierluigi Corallo (Duca di Cornovaglia), Gabriele Portoghese (Edgar), Andrea Di Casa (il Matto e Re di Francia), Antonio Bannò (Oswald e Duca di Borgogna), Zoe Zolferino (un Servo del Duca di Cornovaglia), scene e costumi Francesco Esposito, luci Gianluca Cappelletti, musiche composte e eseguite dal vivo Luca Nostro, ideazione e realizzazione video Igor Renzetti e Lorenzo Bruno, assistente alla regia Giacomo Bisordi.
Giorgio Barberio Corsetti incontra William Shakespeare nella tragedia del potere, tra vanità, adulazioni, perfidie, crudeltà, con protagonista Ennio Fantastichini.
Così l’innovatore del teatro contemporaneo si immerge nella scrittura del bardo per costruire, con un linguaggio attualissimo che coinvolge il pubblico, un ponte tra presente e futuro in un’inedita, appassionata, visione per la scena. Seguendo il suo percorso di sperimentazione, che contempla l’impiego di nuove tecnologie e la drammaturgia itinerante, Corsetti compone una sinfonia infernale che ha principio nella prova d’amore esatta da un Re alle sue tre figlie e culmina, in un crescendo di caos, nella distruzione di un regno in cui i pochi superstiti sono chiamati a confrontarsi con la possibilità di ricostruire un futuro possibile.

Info e biglietti presso biglietteria Teatro delle Muse  071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org
Per promozioni e gruppi 071 20784222 info@marcheteatro.it
Biglietti on line www.geticket.it

9 gen. 2018 | Giovedì 11 gennaio Valeria Solarino e Giulio Scarpati sono protagonisti di “Una giornata particolare”

FONDAZIONE PERGOLESI SPONTINI / MARCHE TEATRO
STAGIONE DI MAIOLATI SPONTINI 2017 2018

La Fondazione Pergolesi Spontini con gli Assessorati alla Cultura dei Comuni di Jesi e Maiolati Spontini, in collaborazione con MARCHE TEATRO Teatro di Rilevante Interesse Culturale e con il contributo di Ubi – Banca, SO.GE.NU.S, Annibaldi e Pandolfi – Casa del Commiato e C.P.M. Gestioni Termiche S.r.l. presentano i cartelloni delle Stagioni Teatrali 17 18 del Teatro G.B. Pergolesi di Jesi e del Teatro G. Spontini di Maiolati.

La Stagione 17 18 del Teatro Gaspare Spontini  vede l’11 gennaio 2018 in scena a Maiolati lo spettacolo UNA GIORNATA PARTICOLARE di Ettore Scola e Ruggero Maccari con protagonisti Giulio Scarpati e Valeria Solarino e la regia di Nora Venturini, prodotto da Compagnia Gli Ipocriti.
Superando timori e scrupoli verso il capolavoro cinematografico originale, perché a ben guardarla la sceneggiatura di Scola e Maccari nasconde una commedia perfetta. Un ambiente chiuso, due grandi protagonisti, due storie umane che si incontrano in uno spazio comune in cui sono “obbligati” a restare, prigionieri. Fuori il mondo, la Storia, di cui ci arriva l’eco dalla radio. Un grande evento che fa da sfondo a due piccole storie personali, in una giornata che sarà particolare per tutti: per Gabriele, per Antonietta, per la sua famiglia che si reca alla parata, per gli Italiani che festeggiano l’incontro tra Mussolini e Hitler, senza sapere quanto fatale sarà per i destini del Paese. Unità di tempo, unità di luogo. E due personaggi che, grazie al loro incontro, cambiano, si trasformano sotto i nostri occhi, scoprono una parte nuova di sé stessi, modificano il loro sguardo sulla realtà che li circonda.

Il cartellone prosegue martedì 30 gennaio 2018 Francesco Pannofino ed Eleonora Rossi presentano BUKOROSH, MIO NIPOTE Ovvero il ritorno dei suoceri albanesi, di Gianni Clementi, adattamento teatrale Edoardo Erba, con la regia di Claudio Boccaccini; produzione Viola Produzioni. Dopo lo straordinario successo de “I Suoceri Albanesi” con una tournèe di 200 repliche in tutta Italia, Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, tornano a raccontarsi in Bukurosh, mio nipote. Un interno medio borghese, una famiglia che vede messa in pericolo la propria presunta stabilità ed è costretta a mettersi in gioco. Bukurosh, mio nipote vuole essere una divertita riflessione sulla nostra società, sui nostri pregiudizi, i nostri timori, le nostre contraddizioni, debolezze e piccolezze.

Mercoledì 28 febbraio Neri Marcorè in QUELLO CHE NON HO di e regia di Giorgio Gallione, produzione Teatro dell’Archivolto. “Quello che non ho” è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè (in particolare del concept album “Le nuvole”) e le visioni lucide e beffarde di Pier Paolo Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie (contenute nel poema filmico “La rabbia”) che raccontano di una “nuova orrenda preistoria”, che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea.

La Stagione del Teatro Spontini si chiude sabato 24 marzo 2018 con lo spettacolo del Circo El Grito, 20 DECIBEL, con Fabiana Ruiz Diaz e Giacomo Costantini, regia Louis Spagna, adattamento Luci Domenico de Vita

Prodotto da Circo El Grito in co-produzione con Espace Catastrophe, Mirabilia, Sosta Palmizi. Lo spettacolo ha debuttato nel 2010 alla Biennale Internazionale del Circo di Bruxelles che lo ha lanciato a livello internazionale. Ha ricevuto il sostegno da parte del Ministero della Cultura Belga ed è considerato un punto di riferimento per il circo contemporaneo in Italia. “20 Decibel” è un’ esplosione di fantasia e libertà, provocazione e bellezza. Un invito all’ascolto, ad affinare i sensi in un universo dove acrobazie aeree, colpi di pistola, danze e giocolerie lasciano spazio ad una relazione profondamente umana col pubblico. Uno spettacolo emozionante e travolgente che “grazie ad un linguaggio universale e trasversale fao di musica, danza, teatro e circo parla a tutti perché agisce sullo stupore prima di  tutto, per poi farsi pensiero e riflessione.”

INIZIO SPETTACOLI ore 21

INFO
Biglietteria Teatro G.B. Pergolesi
tel. 0731 206888 – www.fondazionepergolesispontini.com
Marche Teatro – Teatro di rilevante interesse culturale
tel. 071 52525 – www.marcheteatro.it

ufficio stampa
FONDAZIONE PERGOLESI SPONTINI
Simona Marini tel. 0731 202944, cell. 393.9570691, ufficiostampa@fpsjesi.com

MARCHE TEATRO
Beatrice Giongo tel. 071 20784226, cell. 335 7550083, beatrice.giongo@marcheteatro.it

STAGIONE DI PROSA 2017 / 18 | PROGRAMMA
MAIOLATI SPONTINI | TEATRO SPONTINI

VENERDÌ 15 DICEMBRE 2017_ORE 21.00
SIMONE CRISTICCHI in
IL SECONDO FIGLIO DI DIO
di Manfredi Rutelli_Simone Cristicchi
regia Antonio Calenda
produzione CTB Centro Teatrale Bresciano/ Promo Music

GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2018_ORE 21.00
GIULIO SCARPATI_VALERIA SOLARINO in
UNA GIORNATA PARTICOLARE
di Ettore Scola_Ruggero Maccari
adattamento Gigliola Fantoni
regia Nora Venturini
produzione Compagnia Gli Ipocriti

MARTEDÌ 30 GENNAIO 2018_ORE 21.00
FRANCESCO PANNOFINO_EMANUELA ROSSI in
BUKUROSH, MIO NIPOTE
ovvero il ritorno dei suoceri albanesi
di Gianni Clementi
adattamento teatrale Edoardo Erba
regia Claudio Boccaccini
produzione VIOLA PRODUZIONI

MERCOLEDÌ 28 FEBBRAIO 2018_ORE 21.00
NERI MARCORÈ in
QUELLO CHE NON HO
di Giorgio Gallione
regia Giorgio Gallione
produzione Teatro dell’Archivolto

SABATO 24 MARZO 2018_ORE 21.00
FABIANA RUIZ DIAZ_GIACOMO COSTANTINI in
20 DECIBEL
regia Louis Spagna
adattamento luci Domenico de Vita
produzione Circo El Grito
co-prodotto da Espace Catastrophe (Be), Mirabilia (It), Sosta Palmizi (It)

8 gen. 2018 | Ennio Fantastichini in “Re Lear” di William Shakespeare

Regia Giorgio Barberio Corsetti
Dall’11 al 14 gennaio al Teatro delle Muse di Ancona

Prosegue la Stagione Teatrale 2017 18 di Ancona.

Dall’11 al 14 gennaio al Teatro delle Muse la Stagione Teatrale di Ancona prosegue con la nuova produzione del Teatro di Roma, in sinergia con il Biondo di Palermo, Re Lear, per la regia di Giorgio Barberio Corsetti, che si immerge nella scrittura del bardo per costruire un affresco su temi di grande attualità in una combinazione inedita di linguaggi e visioni.

Re Lear di William Shakespeare, traduzione di Cesare Garboli, regia e adattamento Giorgio Barberio Corsetti, con Ennio Fantastichini (Re Lear) e Michele Di Mauro (Gloucester), Roberto Rustioni (Kent), Francesco Villano (Edmund), Francesca Ciocchetti (Goneril), Sara Putignano (Regan), Alice Giroldini (Cordelia), Mariano Pirrello (Duca di Albany), Pierluigi Corallo (Duca di Cornovaglia), Gabriele Portoghese (Edgar), Andrea Di Casa (il Matto e Re di Francia), Antonio Bannò (Oswald e Duca di Borgogna),

Zoe Zolferino (un Servo del Duca di Cornovaglia), scene e costumi Francesco Esposito, luci Gianluca Cappelletti, musiche composte e eseguite dal vivo Luca Nostro, ideazione e realizzazione video Igor Renzetti e Lorenzo Bruno, assistente alla regia Giacomo Bisordi.

Per “L’aperitivo con gli artisti” la Compagnia incontra il pubblico sabato 13 gennaio alle ore 18.30 al musecaffé, conduce l’incontro l’editore e giornalista Valentina Conti.

Giorgio Barberio Corsetti incontra William Shakespeare nella tragedia del potere, tra vanità, adulazioni, perfidie, crudeltà, con protagonista Ennio Fantastichini.

Così l’innovatore del teatro contemporaneo si immerge nella scrittura del bardo per costruire, con un linguaggio attualissimo che coinvolge il pubblico, un ponte tra presente e futuro in un’inedita, appassionata, visione per la scena. Seguendo il suo percorso di sperimentazione, che contempla l’impiego di nuove tecnologie e la drammaturgia itinerante, Corsetti compone una sinfonia infernale che ha principio nella prova d’amore esatta da un Re alle sue tre figlie e culmina, in un crescendo di caos, nella distruzione di un regno in cui i pochi superstiti sono chiamati a confrontarsi con la possibilità di ricostruire un futuro possibile.

Il tempo di questo Lear è adesso. Un tempo dove un Re si spoglia del potere nel tentativo disperato di vivere senza responsabilità. Un tradimento della fondamentale dimensione politica alla conquista di una estasi individuale, mentre il mondo privato e pubblico intorno a sé implode: «Lear avviene adesso, nei nostri giorni, in un mondo fluttuante, dove l’economia e la finanza ci spingono da una crisi all’altra, portandoci con loro. È la storia del potere della successione, di padri e figlie, figli e padri. Lear vuole ritrovare la giovinezza perduta, abbandonare le cure del regno, il peso delle responsabilità, poter vagare con i suoi cavalieri da un palazzo all’altro, fare bagordi e occuparsi solo del proprio piacere; per combattere la solitudine e l’approssimarsi della fine si porta dietro un seguito colorato e chiassoso, di dubbia moralità. Questo seguito è rappresentato dal pubblico che fin dall’inizio viene chiamato in causa – racconta Giorgio Barberio Corsetti Lear vuole essere amato, perché pensa che il sentimento delle figlie sia una garanzia, un investimento che gli permetterà di vivere spensierato una seconda giovinezza. Vuole essere amato perché sta dando via il potere … in realtà si sta alleggerendo per volar via liberi e il potere si diffonderà come una malattia contagiando tutti. È una favola ed è una tragedia di padri e figli. Lear e le sue figlie, Gloucester ed i suoi figli. I padri fraintendono i figli, i figli tradiscono i padri. Oppure li salvano fino ad arrivare alla follia di Lear e alla cecità di Gloucester, il buio degli occhi e il buio della mente. E troviamo il re pazzo con Tom, Edgar, finto pazzo, e il matto, pazzo di professione. Lear con il figlio del cieco, che si è fatto accecare per Lear. Una proprietà transitiva della tragedia che scivola tra padri e figli. Le situazioni, i luoghi sono simbolici, come arcani maggiori dei Tarocchi, la torre, la tempesta, la capanna. La superficie del racconto è tagliata a colpi netti, come una tela di Fontana».

Composta tra la primavera del 1605 e l’autunno del 1606, Re Lear è un’opera intrisa da una cieca volontà di potere, in cui Shakespeare confida nella speranza che le nuove generazioni possano riscattare il mondo di corruzione e morte che hanno ereditato dai padri. “Una tragedia di padri e figli”, dove si scontrano paternità ed eredità, trasmissione e usurpazione, il passaggio del potere nei suoi più atroci termini essenziali: «Lear ha un carattere violento, rabbioso, che si sfracella contro le porte chiuse dalle figlie. Cordelia è come il padre, non vuol dire fandonie, odia le smancerie, non capisce l’adulazione, diretta e ombrosa. I personaggi si stagliano contro un cielo fosco con tutti i loro difetti e le loro qualità, caratteri che possono solo essere tirati allo spasimo, alle estreme conseguenze. La fedeltà, la lealtà, oppure il tradimento, la doppiezza, sono scolpite nelle figure come la trama stessa della materia in cui sono forgiate. Ancora una volta è una scrittura materica».

Nel corso dello spettacolo il paesaggio si deforma, dalla favola si passa all’incubo, un viaggio verso le tenebre: «chi non ha saputo vedere diventa cieco, chi non ha capito perde la mente, chi ha tradito sprofonda nel tradimento, chi è puro viene trucidato». Così Barberio Corsetti immagina il suo spettacolo diviso in tre parti come il regno di Lear: il dramma delle due famiglie, Lear e Gloucester, fatto di interni in cui il pubblico avrà un ruolo attivo; la tempesta, la fuga, la follia, la natura che si confonde con la mente, tempeste e abissi sono momenti e luoghi fisici e interiori, reali e allucinati, qui la scena perde i contorni della realtà; la guerra che arriva come una battaglia di soldatini, in cui un re dovrebbe essere salvato dalla figlia che ha cacciato, ma perde lasciando al potere la necessità di ricostituirsi intorno ad un nuovo personaggio, «una guerra persa, una disfatta della ragione e del diritto, fino alla morte del Re e della figlia, e la necessità del potere di trovare un nuovo personaggio intorno a cui raggrumarsi».

Info e biglietti presso biglietteria Teatro delle Muse  071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org
Per promozioni e gruppi 071 20784222 info@marcheteatro.it
Biglietti on line www.getiicket.it 

La Stagione Teatrale prosegue poi nel 2018:

Dal 18 al 21 gennaio alle Muse per la prima volta a teatro arriva il capolavoro di Umberto Eco Il nome della rosa, versione teatrale di Stefano Massini, con la regia di Leo Muscato, con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Bob Marchese, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoni. La produzione è di Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro Stabile di Genova / Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. La prima versione teatrale del capolavoro di Umberto Eco è l’omaggio al celebre scrittore firmato da Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. Leo Muscato dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo. Il nome della rosa, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981, e la sua versione cinematografica è stata diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986.

Dall’1 al 4 febbraio al Teatro delle Muse torna Shakespeare con Sogno di una notte di mezza estate con tra gli altri in via di definizione: Stefano Fresi nella parte di Bottom, Paolo Ruffini è Puck, Violante Placido nel ruolo di Titania, per la regia di Massimiliano Bruno. La produzione è de L’isola Trovata. Mito, fiaba, e quotidianità s’intersecano continuamente all’interno di questa originale versione del noto testo shakespeariano. Il Sogno di una notte di mezza estate è un vero e proprio teorema sull’amore ma anche sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni.

Dal 14 al 18 febbraio al Teatro Sperimentale va in scena una delle Compagnia più acclamate degli ultimi anni, Carrozzeria Orfeo, con la loro ultima creazione, co-prodotta anche da Marche Teatro Cous Cous Klan.

Ancora una volta Carrozzeria Orfeo sarà impegnata a fotografare senza fronzoli un’umanità socialmente instabile, carica di nevrosi e debolezze, attraverso un occhio sempre lucido, divertito e, soprattutto, innamorato dei personaggi che racconta.

Dal 3 all’11 marzouniche date nelle Marche, al Teatro Sperimentale, per Toni Servillo in Elvira (Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jacques ©Gallimard, traduzione Giuseppe Montesanoregia dello stesso Toni Servillo e con Petra Valentini (originaria di Ancona), Francesco Marino, Davide Cirri. La produzione è del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Teatri Uniti. Il testo, caro alla storia del Piccolo Teatro, fu messo in scena da Giorgio Strehler con Giulia Lazzarini nella stagione 1986/87 con il titolo Elvira, o la passione teatrale. Con Toni Servillo, grande protagonista della scena nazionale e internazionale e del nostro cinema nel mondo, le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul personaggio ritrovano nuovamente la stessa stringente attualità. Un apologo del teatro, del mestiere dell’attore e della sua missione civile.

Dal 22 al 25 marzo al Teatro delle Muse la Compagnia di Luca De Filippo diretta ora da Carolina Rosi porta in scena a 70 anni dalla sua prima assoluta, Questi fantasmi! di Eduardo de Filippo con la regia di Marco Tullio Giordana. Gli attori in scena: Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Massimo Di Matteo, Paola Fulciniti, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Viola Forestiero, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo, Carmen Annibale. La produzione è Elledieffe. Questi fantasmi!, è stata una delle prime commedie di Eduardo ad essere rappresentata all’estero (nel 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt), ha raccolto unanimi consensi in tutte le sue diverse edizioni: un successo assoluto ascrivibile allo straordinario meccanismo di un testo che, nel perfetto equilibrio tra comico e tragico, propone  uno dei temi centrali della drammaturgia eduardiana: quello della vita messa fra parentesi, sostituita da un’immagine, da un travestimento, da una maschera imposta agli uomini dalle circostanze.

La Stagione si chiude dal 5 all’8 aprile al Teatro delle Muse con una commedia di Carlo Goldoni, La vedova scaltra, tra i protagonisti Francesca Inaudi e Gianluca Guidi che ne cura anche adattamento e regia. La vedova scaltra rappresenta non soltanto uno dei momenti altissimi e divertenti della commedia goldoniana, ma soprattutto il simbolo del cambiamento dell’autore, che dal teatro delle maschere tipico della Commedia dell’Arte passa a quello dei personaggi presi dal reale.