TANGO DEL CALCIO DI RIGORE

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 9 AL 12 GENNAIO_MUSE

Incontro con la Compagnia sabato 11 gennaio ore 19, Ridotto Teatro delle Muse
Conduce l’incontro Lucilla Niccolini

drammaturgia e regia Giorgio Gallione
con Neri Marcorè, Ugo Dighero, Rosanna Naddeo
e con Fabrizio Costella, Alessandro Pizzuto
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
Teatro Nazionale di Genova

Tango del calcio di rigore è un affresco su calcio e potere in salsa sudamericana in cui il regista e drammaturgo Giorgio Gallione mette insieme, per la prima volta sullo stesso palcoscenico, tre grandi attori: Neri Marcorè, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo.
La narrazione parte dalla finale dei Mondiali del 1978. Il 25 giugno all’Estadio Monumental di Buenos Aires l’Argentina deve vincere a tutti i costi contro l’Olanda. Seduto in tribuna c’è il generale
Jorge Videla che ha orchestrato il Mondiale come strumento di propaganda politica, affinché il mondo si dimentichi delle Madri di Plaza de Mayo.
Durante i campionati succede di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, corruzione. Ma è anche il momento di maggiore popolarità e consenso della dittatura Videla, a dimostrazione di come lo sport possa essere usato dal potere come forma di occultamento della realtà o raffinato strumento di oppressione.
Un ex-bambino di allora, interpretato da Neri Marcorè, cerca di ricostruire il suo passato di appassionato di calcio recuperando storie di “futbol” a cavallo tra realismo magico e realtà storica: le vicende di Alvaro Ortega, l’arbitro colombiano che commise “l’errore” di annullare un goal alla squadra dei trafficanti di cocaina, o di Francisco Valdes, capitano del Cile, costretto a segnare a porta vuota dai militari di Pinochet.
Accompagnati da brani di Mercedes Sosa e Astor Piazzolla, arrangiati da Paolo Silvestri, lo spettacolo si muove tra mito e inchiesta, per sfociare poi in “tanghedia”, mix di commedia, tango e tragedia.

MISERY

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 22 AL 26 GENNAIO_SPERIMENTALE

di William Goldman
tratto dal romanzo di Stephen King
traduzione Francesco Bianchi
con Arianna Scommegna (Annie), Filippo Dini (Paul), Carlo Orlando (Buster)
musiche Arturo Annecchino
scene e costumi Laura Benzi
luci Pasquale Mari
assistente alla regia Carlo Orlando
regia Filippo Dini
Fondazione Teatro Due, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino -Teatro Nazionale

Misery, il capolavoro del re del thriller Stephen King è una storia di orrore, claustrofobia e follia.
Ma la vicenda di Paul Sheldon, protagonista del libro (e del testo teatrale) e scrittore anch’egli, non è solo questo. Annie, l’infermiera che si trasforma in una carceriera torturatrice che si nutre di pagine scritte e non si ferma davanti a niente pur di salvare il suo personaggio preferito, è l’incarnazione della fascinazione e dell’amore che ogni essere umano sente verso le storie, e verso chi le racconta. Misery è un testo senza tempo in cui vengono indagati i meandri della mente umana che cerca le storie, le vuole, le brama, e che di fronte alla fonte di quelle storie non può far altro che innamorarsi e nutrirsi, anche a costo di distruggere per sempre chi alimenta i suoi sogni.
Tra tutti gli scrittori che animano le creazioni di King, Paul Sheldon è il più forte, il più disperato. Prigioniero del suo talento e della sua vocazione, scopre se stesso nel viaggio all’inferno in compagnia di Annie. E lei è semplicemente indimenticabile. È solo per esigenze di trama che è davvero crudele e un po’ sadica, ma il suo tema è il tema cardine di tutta la creazione di King: la
magia e l’amore.
Annie non è folle, Annie ama alla follia.
Annie è l’esasperazione del desiderio e dell’amore per l’arte, di quella silenziosa e segreta preghiera che ognuno di noi innalza nel proprio cuore ogni volta che voltiamo la prima pagina dell’ultimo romanzo del nostro scrittore preferito.
O che sediamo in platea, le luci si spengono e inizia lo spettacolo.
Misery è una grande opera sul potere magico della narrazione.

CINQUE MINUTI DI GAZZARRA

ESCLUSIVA REGIONALE_fuori abbonamento

31 GENNAIO – 1 FEBBRAIO ore 20.00
2 FEBBRAIO ore 16.30_Sala Melpomene del Teatro delle Muse

drammaturgia, regia Evandro Fornasier, Daniele Gaglianone
interpreti Pietro Casella, Francesco Lattarulo, Claudio Zanotto Contino
tecnico del suono Marco Jena Ielacqua
costumi Lina Fucà
MARCHE TEATRO in collaborazione con mancolicani, ilBuioFuori2018

In Cinque minuti di gazzarra tre attori sono in scena illuminati da una sola luce.
Ciò che devono fare li mette in crisi da subito, a partire dal ruolo che devono interpretare: non si tratta di dare vita a dei personaggi e basta. Uno di loro si sostituisce ad un leggio, un altro regge il microfono come un’asta umana perché di questi tempi “non è il lavoro che manca: è la voglia”. Il terzo arriva e mette subito in chiaro di non essere padrone del proprio destino in quanto interprete; anzi, ha un gran desiderio di andarsene e di tornarsene a casa. Ma non può, né lui né i suoi compagni, perché non c’è nessun altro posto dove andare: devono stare là, in un luogo dove
sono i personaggi a impossessarsi di loro. Inizia un viaggio dentro uno spazio mentale dove il passato e il presente convivono sullo stesso piano temporale, dove nonni, madri e padri da vecchi e da giovani si incontrano nel cuore dell’attore/personaggio, portatore in/consapevole dei cuori di chi lo ha preceduto. È una battaglia intorno ad una nascita negata, ad una rapina: “hanno preso un bambino ad una donna bambina”. Le storie prendono forma letteralmente nei corpi degli attori in continuo conflitto con i propri personaggi. Gli attori si oppongono, soccombono, si ribellano, a
tratti sembrano perdersi per poi ritrovarsi repentinamente in un continuo slittamento tra storie familiari che riemergono dal nulla apparente, da un vuoto pieno di segreti e cose non dette ma sempre vive, di silenzi, di racconti di un tempo lontano che bruciano qui e ora in una zona sospesa dove il tempo che passa non passa mai: “tanti anni fa, non piangere; non piangere, tanti anni fa.”
Ci sono storie che forse non possono essere raccontate perché troppo terribili. Alla fine gli attori si arrendono o lanciano una sorta di sfida a chi li sta guardando e ascoltando: continuate a raccontare voi, se ne siete capaci, prima che queste storie frammentate in una rapsodica rivolta tornino (di nuovo?) nell’oblio, “prima che vadano a finire nei ricordi di nessuno”.

DALLA FILMOGRAFIA DEL REGISTA DANIELE GAGLIANONE
tre proiezioni al cinemuse

28 GENNAIO_ore 21
PIETRO (2010)
regia Daniele Gaglianone
con Pietro Casello, Francesco Lattarulo, Fabrizio Nicastro, Carlotta Saletti, Diego Canteri, Giuseppe Mattia
film – 82’
Pietro vive nella periferia di Torino. Guadagna pochi soldi distribuendo volantini. La sua casa è il vecchio appartamento lasciato dai genitori dove abita con Francesco, il fratello tossicodipendente. L’unico modo che Pietro sembra avere per mantenere un contatto con Francesco è assecondare il ruolo di buffone affibbiatogli dalla banda degli amici del fratello. Qualcosa sembra cambiare nel momento in cui conosce una ragazza ma quando la presenta alla banda l’incontro prende una brutta piega. Sarà la miccia che innescherà la reazione di Pietro.

29 GENNAIO_ore 21
LA MIA CLASSE (2013)
regia Daniele Gaglianone
con Valerio Mastrandrea e attori non professionisti
film – 92’
Un attore impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Sono extracomunitari che vogliono imparare l´italiano, per avere il permesso di soggiorno, per integrarsi, per vivere in Italia. Arrivano da diversi luoghi del mondo e ciascuno porta in classe il proprio mondo. Ma durante le riprese accade un fatto per cui la realtà prende il sopravvento. Il regista dà lo “stop”, ma l´intera troupe entra in campo: ora tutti diventano attori di un´unica vera storia, in un unico film di “vera finzione”.

30 GENNAIO_ore 21
DOVE BISOGNA STARE (2019)
regia Daniele Gaglianone
documentario – 97’
Un giorno Georgia ha trovato di fronte alla stazione di Como un accampamento di migranti. Ha pensato di fermarsi a dare una mano, poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E ancora è lì. Così Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone, Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza. Sono persone molto diverse ma a tutte è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte.

BIGLIETTI
INTERO € 5
RIDOTTO € 4

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

ESCLUSIVA REGIONALE

DAL 13 AL 16 FEBBRAIO_MUSE

di Jane Austen
adattamento teatrale di Antonio Piccolo
regia Arturo Cirillo
interpreti e personaggi
principali
Arturo Cirillo BENNET
Valentina Picello ELIZABETH, seconda figlia dei Bennet
Riccardo Buffonini FITZWILLIAM DARCY, migliore amico di Bingley
Alessandra De Santis SIG.RA BENNET
Rosario Giglio COLLINS, cugino dei Bennet
Sara Putignano JANE, prima figlia dei Bennet
Giacomo Vigentini CHARLES BINGLEY, nuovo vicino dei Bennet
Giulia Trippetta CHARLOTTE, la migliore amica delle sorelle Bennet / CAROLINE BINGLEY sorella di Charles
Arturo Cirillo LADY CATHERINE DE BOURGH, zia di Darcy
secondari
Rosario Giglio SIG. CAMPBELL, domestico di Bingley
Giacomo Vigentini REYNOLDS, domestico di Lady Catherine
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Camilla Piccioni
musiche originali Francesco De Melis
assistente alla regia Mario Scandale
assistente scenografo Eleonora Ticca
assistente costumista Nika Campisi
prima versione teatrale italiana
MARCHE TEATRO / Teatro Stabile di Napoli_Teatro Nazionale

Dal 1813 il romanzo di Jane Austen non smette di appassionare generazioni di lettori per l’ironia e le pungenti descrizioni di un mondo lontano. Arturo Cirillo, a partire dall’adattamento di Antonio Piccolo, lo celebra attraverso una regia che mostra come l’autrice giochi a reinventare la realtà,senza mai privarla della sua verità, in questa prima versione teatrale italiana.

Perché portare a teatro Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen?
Perché penso che sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi. Perché sono affascinato dall’Ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. [..] Perché il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé.
Perché questo mondo sociale dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio
narcisismo, non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso
tempo all’indecorosa condizione di zitelle, e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro.” – Arturo Cirillo

I SOLITI IGNOTI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 20 AL 23 FEBBRAIO_MUSE

adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli
tratto dalla sceneggiautra di Mario Monicelli, Susi Cecchi D’Amico, Age&Scarpelli
con Vinicio Marchioni, Giuseppe Zeno
e con Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi
scene Luigi Ferrigno
costumi Milena Mancini
luci Giuseppe D’Alterio
musiche Pino Marino
regia Vinicio Marchioni
Gli Ipocriti Melina Balsamo

La commedia è la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo.
Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell’ Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age e Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell’epoca lontana.

Note di regia
Ci sono dei film che segnano la nostra vita e I soliti Ignoti per me è uno di questi. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero. Così l’idea di curare l’adattamento teatrale del film mi ha immediatamente conquistato. È una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato. La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Vorrei restituire sulla scena l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza. Spero che gli spettatori possano uscire dal teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili. Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada.
Vinicio Marchioni

LA CLASSE

le recite dello spettacolo LA CLASSE previste dal 5 all’8 marzo sono rinviate:
mercoledì 24 marzo 2021 ore 20.45
giovedì 25 marzo 2021 ore 20.45
venerdì 26 marzo 2021 ore 20.45
sabato 27 marzo 2021 ore 20.45
domenica 28 marzo 2021 ore 16.30

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 5 ALL’8 MARZO_SPERIMENTALE

la recita del 4 marzo è rinviata a sabato 7 marzo alle ore 16.30

di Vincenzo Manna

con Claudio Casadio, Andrea Paolotti, Brenno Placido

e con Edoardo Frullini, Valentina Carli, Andrea Monno, Cecilia D’Amico, Giulia Paoletti

regia di Giuseppe Marini
scene Alessandro Chiti
costumi Laura Fantuzzo
musiche Paolo Coletta
light designer Javier Delle Monache

Società per Attori, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Goldenart Production
in collaborazione con Tecnè, Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale e Phidia e con il patrocinio di Amnesty International – Sezione Italia

ll testo scritto da Vincenzo Manna è un innovativo esperimento di data storytelling.
Il progetto ha preso l’avvio da una ricerca condotta da Tecné, basata su circa 2.000 interviste a giovani tra i 16 e i 19 anni, sulla loro relazione con gli altri, intesi come diversi, altro da sé, e sul loro rapporto con il tempo, inteso come capacità di legare il presente con un passato anche remoto e con un futuro non prossimo. Gli argomenti trattati nel corso delle interviste hanno rappresentato un importante contributo alla scrittura drammaturgica del testo.
Oggi. Una cittadina europea in forte crisi economica. Disagio, criminalità e conflitti sociali inarrestabili. A peggiorare la situazione, appena fuori dalla città, c’è lo “Zoo”, uno dei campi profughi più vasti del continente. A pochi chilometri c’è un Istituto Comprensivo specchio della depressione economica e sociale della cittadina. Albert, giovane professore di storia, viene incaricato di tenere un corso di recupero pomeridiano per studenti “difficili”. Intravedendo nella rabbia dei ragazzi una possibilità di comunicazione, riesce a far breccia nel loro disagio e conquista la fiducia della maggior parte della classe convincendoli a partecipare a un concorso che ha per tema “I giovani e gli adolescenti vittime dell’Olocausto”. Ma l’Olocausto di cui gli studenti decideranno di occuparsi non riguarderà il passato, bensì i tragici eventi che stanno avvenendo proprio nel paese da cui la maggior parte dei rifugiati dello “Zoo” scappa… E quello che doveva essere solo un corso pomeridiano si trasforma presto in un’intensa esperienza di vita che cambierà per sempre il destino del professore e degli studenti.

I MISERABILI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

spettacolo sospeso

di Victor Hugo
adattamento teatrale Luca Doninelli
con Franco Branciaroli
e con (in ordine alfabetico) Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
scene Domenico Franchi
costumi Andrea Viotti
luci Cesare Agoni
musiche Antonio Di Pofi
regia Franco Però
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro De Gli Incamminati

Millecinquecento pagine che appartengono alla storia non solo della letteratura, ma del genere umano. Come l’Odissea, come la Divina Commedia, il Don Chisciotte o Guerra e Pace.
I miserabili sono ciò che sta oltre il terzo e il quarto stato, e rappresentano l’umano nella sua nudità: spogliato non solo dei suoi beni terreni, ma anche dei suoi valori, da quelli etici fino alla pura e semplice dignità che ci è data dall’essere uomini. Ma un miserabile non è quasi più un uomo. E il nostro presente è pieno di uomini così: i poveri, coloro che non hanno niente, che non possono contare sul futuro, che non hanno scorte da consumare e possono sperare solo nella piccola fortuna che potrà garantire loro un altro giorno, un’altra ora. In questa terra di nessuno, buoni e cattivi si mescolano, non ci sono valori che li possano distinguere: solo fatti, casi, eventi. La storia di Jean Valjean, di Fantine, Cosette, Javert, dei Thénardier, di Marius, Gavroche, Eponine e di tutti gli altri deve essere raccontata da capo e, possibilmente, per intero. Qui sta il rischio principale: individuare l’algoritmo, o meglio la metonimia giusta, scegliere la parte che meglio potrà rappresentare il tutto, costruire uno spettacolo su un testo che non potrà superare le settanta, ottanta pagine, ma che dovrà comprendere anche le altre millequattrocento.
I Miserabili è un capolavoro e metafora del Teatro nella sua stratificazione che conosce doppi e tripli fondi, in cui l’attore rappresentando sé stesso rappresenta anche la propria arte.

ARLECCHINO SERVITORE DI DUE PADRONI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

spettacolo sospeso

di Carlo Goldoni
regia Valerio Binasco
con (in ordine alfabetico) Natalino Balasso, Fabrizio Contri, Matteo Cremon, Michele Di Mauro, Lucio De Francesco, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti, Gianmaria Martini,
Elisabetta Mazzullo, Ivan Zerbinati
scene Guido Fiorato
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
musiche Arturo Annecchino

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Valerio Binasco, cinque volte premio Ubu, ha stupito critica e pubblico con un Goldoni che guarda più alla commedia all’italiana che alla commedia dell’arte, dando voce a un’umanità vecchio stampo, paesana e arcaica, che ha abitato il nostro mondo in bianco e nero.
Famelico, bugiardo, disperato e arraffone, l’Arlecchino “contemporaneo” di Valerio Binasco è un poveraccio che sugli equivoci costruisce una specie di misero riscatto sociale. Personaggio dalle molteplici contraddizioni: meschino e anarchico, irriguardoso e servile, Arlecchino riesce a portare scompiglio nell’ottusa società borghese, con una carica che suo malgrado si può perfino dire “sovversiva”.
Lo stile cinematografico di Binasco, fatto di sintesi, unità di azione e suspense, è al servizio del testo di Goldoni, un perfetto congegno che dal 1745 non smette di funzionare e incantare il pubblico. La commedia della stravaganza diventa così un gioioso viaggio nel tempo, alle origini del teatro italiano e della sua grande tradizione comica, con un cast affiatato di attori, molti dei quali in collaborazione da tempo con il regista.

UNA NOTTE SBAGLIATA

fuori abbonamento

rinviato a data da definire

di e con Marco Baliani
regia Maria Maglietta
scena, luci, video Lucio Diana
paesaggi sonori Mirto Baliani
costumi Stefania Cempini
disegni Marco Baliani
MARCHE TEATRO

È notte, una Notte Sbagliata in un giardinetto abitato da ombre di foglie, tagli di luci di luna grigia, muri graffiati, parole e mappe mentali disegnate da Tano.
Il protagonista della storia, esce a quell’ora insolita per portare fuori il suo cane.
Questo l’incipit da cui la narrazione si dispiega, seguendo un andamento non lineare, sovvertendo obbligati nessi temporali. Le parole prendono strade divaricanti nel tentare di circoscrivere l’accadimento di quella “notte sbagliata”. L’accadimento che nel reale dura una manciata di minuti,si amplifica, si espande per risucchiare nell’assurdo di ciò che avviene, anche chi non è lì, su quel pratone d’erba polverosa.
Non è la cronaca di uno dei tanti episodi di accanimento contro la diversità, di cui sempre più spesso siamo testimoni, non è dunque un teatro “civile”, piuttosto un mettere il dito dentro le pieghe nascoste della psiche, delle pulsioni, delle indicibilità, fino a usare la mia stessa memoria biografica come parte dell’evento di cui si parla.
Marco Baliani porta in scena in questo spettacolo il corpo di un essere umano già fragile, corpo che in quella notte che, solo dopo scopriremo sbagliata, diventa un capro espiatorio… Entrare e uscire dalle teste e dai corpi dei protagonisti della vicenda, compreso un cane, è stata la gimkana attorale di Baliani, che lo obbliga a continui cambi percettivi e linguistici, dentro una rete di rimandi sonori e visivi.

2 apr. 2019 | Arturo Cirillo alle Muse con “La scuola delle mogli”

PRODUZIONI 2018 19 – STAGIONE TEATRALE

LA SCUOLA DELLE MOGLI
DI MOLIÈRE
CON E REGIA DI ARTURO CIRILLO
CHIUDE AL TEATRO DELLE MUSE DI ANCONA
LE DATE DEL PRIMO ANNO DI TOURNEE
E
IL CARTELLONE DI PROSA IN ABBONAMENTO

La Compagnia incontra il pubblico
sabato 6 aprile alle ore 18.30 al Ridotto del Teatro
conduce l’incontro Antonio Luccarini

Lo spettacolo La Scuola delle Mogli di Molière di e con Arturo Cirillo prodotto da MARCHE TEATRO chiude le date del primo anno di tournée ad Ancona al Teatro delle Muse dove sarà in scena da giovedì 4 a domenica 7 aprile. Lo spettacolo chiude anche il cartellone della Stagione Teatrale 2018 19 in abbonamento.
Lo spettacolo prodotto da MARCHE TEATRO ha provato la scorsa estate ad Ancona, ha poi debuttato in estiva al Festival di Borgio Verezzi ed è stato in scena a Roma ai Giardini di Palazzo Venezia per poi toccare durante l’inverno una quindicina di città italiane, altrettante ne toccherà il prossimo anno. Lo spettacolo è stato accolto con grande successo dal pubblico che ha affollato i teatri anche registrando molti tutto esaurito ed è  stato apprezzato dalla critica.

LA SCUOLA DELLE MOGLI di Molière, traduzione Cesare Garboli, vede in scena: Arturo Cirillo, Valentina Picello, Rosario Giglio, Marta Pizzigallo, Giacomo Vigentini, scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi, luci Camilla Piccioni, musiche Francesco De Melis, regia Arturo Cirillo; assistente alla regia Mario Scandale, assistente scenografo Eleonora Ticca, assistente costumista Nika Campisi. La produzione è di MARCHE TEATRO, Teatro dell’Elfo, Teatro Stabile di Napoli.

Sabato 6 aprile alle ora 18.30, per il ciclo di incontri, L’aperitivo con gli artisti, la Compagnia incontra il pubblico al Ridotto del Teatro delle Muse, conduce l’incontro il professor Antonio Luccarini. L’appuntamento è ad ingresso libero.

Dalle note di Arturo Cirillo: “La scuola delle mogli” è una commedia sapiente e di sorprendente maturità: vi si respira un’amarezza ed una modernità come solo negli ultimi testi Molière riuscirà a trovare. Vi è la gioia e il dolore della vita, il teatro comico e quello tragico, come in Shakespeare. Il tutto avviene in un piccolo mondo con pochi personaggi.
M’immagino una scena che è una piazza, come in una città ideale, con la sua prospettiva, la sua geometria, dove al centro vi è una casa girevole, al cui interno possiamo vedere una scala che porta ad una camera che è anche una cella, una stanza delle torture. L’azione avviene nello spazio tra questa casa ed un’altra, che non vediamo, appartenenti entrambe al protagonista, il quale si fregia di un doppio nome e di una doppia identità, come doppia è la sua natura. Egli è uno spietato cinico ma anche un innamorato ossessivo, un indefesso fustigatore delle debolezze altrui come anche una fragilissima vittima del proprio gioco. Al centro una giovane donna cavia di un esperimento che solo una mente maschilista e misantropica poteva escogitare: è stata presa da bambina, orfana, e poi lasciata nell’ignoranza di tutto per poter essere la moglie ideale, vittima per non dire schiava, del futuro marito che la dominerà su tutti i piani, economici, culturali, psicologici. La natura, l’istinto, l’intelligenza del cuore renderanno però vano il piano penitenziale e aguzzino che si è tramato intorno a lei. (…)
Una commedia alla Plauto che nasconde uno dei testi più moderni, contraddittori ed inquieti sul desiderio e sull’amore. Dove si dice che la natura da maggiore felicità che non le regole sociali, che gli uomini si sono dati. Dove il cuore senza saperlo insegna molto di più di qualsiasi scuola. Dove Molière riesce a guardarsi senza pietismo, senza assolversi, ma anzi rappresentandosi come il più colpevole di tutti, il più spregevole (ma forse anche il più innamorato), riuscendo ancora una volta a farci ridere di noi stessi, delle nostre debolezze ed incompiutezze, della miseria di essere uomini.

Biglietti da 18 a 36 euro – riduzioni età, MarcheTeatroCard e OperaCard
Biglietteria on line www.geticket.it
Biglietteria info e prenotazioni 071 52525 biglietteria@teatrodellemuse.org