GISELLə

inizio spettacolo ore 20.30

24 ottobre 2025 – Teatro delle Muse esclusiva regionale
GISELLə
Cornelia Dance Company

coreografia Nyko Piscopo
sound design e musiche originali Luca Canciello
scenografia Paola Castrignanò
costume design Daria D’Ambrosio
costume design (video) Pina Raiano
video artist Andrea de Simone aka Desi
responsabile tecnico Cosimo Maggini
danzatori Mimmina Ciccarelli, Nicolas Grimaldi Capitello, Leopoldo Guadagno, Eleonora Greco, Raffaele Guarino, Francesco Russo, Sara Ofelia Sonderegger, Matilde Valente
danzatori (video) Marina Iorio, Giuseppe Li Santi, Samantha Marenzena, Rita Pujia, Chiara Saracco
foto Serena Nicoletti
video Eros Brancalion
management Vittorio Stasi

produzione Cornelia
co-produzione Scenario Pubblico – Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la danza
supporto ATERBALLETTO – Fondazione Nazionale della Danza; Asti Teatro, Officine San Carlo

Ispirato al balletto romantico per antonomasia, Gisellə viene reinterpretato da Nyko Piscopo per esaltare il tema dell’Amore oltre il genere, il pregiudizio e l’inganno in un tempo attuale ancora stigmatizzato. Con le musiche originali composte da Luca Canciello, i danzatori della compagnia Cornelia performano tra reale e virtuale un capolavoro intramontabile che trova una dimensione contemporanea attraverso la narrazione del corpo.

BROTHER TO BROTHER

inizio spettacolo ore 20.30

15 novembre 2025 – Teatro delle Muse
BROTHER TO BROTHER dall’Etna al Fuji
Compagnia Zappalà Danza & Munedaiko

regia e coreografia Roberto Zappalà
musica live Munedaiko
soundscape Giovanni Seminerio
danza e collaborazione i danzatori della Compagnia Zappalà Danza
drammaturgia Nello Calabrò
scene, luci e costumi Roberto Zappalà
assistente alle coreografie Fernando Roldan Ferrer
realizzazione costumi Majoca
management Vittorio Stasi
direzione generale Maria Inguscio

una produzione Scenario Pubblico | Compagnia Zappalà Danza – Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza | in coproduzione con Fondazione Teatro Comunale di Modena | in collaborazione con Civitanova Danza, Marche Teatro e Fuori Programma Festival | con il patrocinio di INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia | con il sostegno di MiC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo

I fratelli del titolo della nuova creazione di Roberto Zappalà in progetto per il 2025 sono il Fuji e l’Etna, i due vulcani per eccellenza della storia e dell’immaginario simbolico del mondo. La nuova creazione pone l’attenzione in maniera forte e vigorosa sul rapporto tra la performance dei danzatori della Compagnia Zappalà Danza e quella dei Munedaiko, musicisti consacrati alla pratica e valorizzazione del tamburo tradizionale giapponese “Taiko” (太 tai 鼓 ko: grande tamburo) dove la postura, il movimento e la concentrazione sono fondamentali. Così come i vulcani sono all’origine dell’attuale conformazione del pianeta, la percussione è all’origine dell’arte musicale e culturale creata dall’uomo, a partire dal ritmo del battito cardiaco. I tamburi provocano bolle di suoni, di ritmi che “scoppiano” nelle orecchie e nel cervello degli spettatori; ritmi che i danzatori seguono e provocano allo stesso tempo in un fluire incessante, un respiro comune che armonizza i corpi, con le civiltà di origine e con le civiltà tra di loro, con la speranza oggi sempre più auspicabile che, come dice Fosco Maraini, possiamo essere “imbevuti di quell’olio confuciano necessario a lubrificare le ruote della convivenza civile”.

Tra ogni battito e ogni movimento si cela una pausa naturale, simile alla quiete che segue un’eruzione vulcanica: un momento di silenzio nel ritmo dell’esistenza. Questo equilibrio tra movimento e immobilità, tra suono e silenzio, riflette l’armonia presente in natura. Sebbene il corpo e lo spirito umano siano spesso guidati dall’energia e dal dinamismo, esiste una profonda connessione con i ritmi di pace che la natura offre: un ritmo che, come il silenzio tra i colpi del tamburo Taiko, invita alla riflessione, al rinnovamento e al ritorno alla calma interiore.

Silenzio e caos, movimento e quiete, Oriente e Occidente, natura e cultura: dualità che permeano questa creazione e riecheggiano un detto amato in Oriente: “Due è uno e uno è due.”

NOTTE MORRICONE

inizio spettacolo ore 20.30

3 gennaio 2026 – Teatro delle Muse
NOTTE MORRICONE
Aterballetto

regia e coreografia Marcos Morau
musica Ennio Morricone
direzione e adattamento musicale a cura di Maurizio Billi
sound design Alex Röser Vatiché, Ben Meerwein
testi Carmina S. Belda
set e luci Marc Salicrú
costumi Silvia Delagneau
assistenti alla coreografia Shay Partush, Marina Rodríguez

produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
commissione, coproduzione, prima rappresentazione outdoor Macerata Opera Festival
coproduzione, prima rappresentazione indoor Fondazione Teatro di Roma
coproduzioni Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento, Centro Teatrale Bresciano
coproduzione Ravenna Festival | Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

«”Io, Ennio Morricone, sono morto”, scrisse il compositore prima di congedarsi. La sua musica, invece, non può farlo. Ed è così che i creatori e gli artisti sempre ci lasciano senza lasciarci, ed è in questo modo che la memoria si preoccupa di tenerli vivi, di tenerli al sicuro. Notte Morricone è il mio regalo, un devoto tributo alla bellezza che ha donato al mondo. Ennio Morricone potrebbe essere mio padre, o mio nonno, io sono un erede diretto della sua eredità, dei film che gli devono un debito incommensurabile (siano essi capolavori, buoni, mediocri o brutti film).
Fischiettare le sue melodie era già, prima di immergermi nella sua musica, un suono ricorrente nella mia vita. Sono figlio di genitori cresciuti con il suo C’era una volta in America, o Il buono, il brutto, il cattivo, sono cresciuto, tra molte altre cose, con le sue melodie che suonavano nel soggiorno di casa mia. Senza che lui lo sapesse, la sua musica non era solo la musica di quei film, ma era anche la colonna sonora della nostra infanzia. Ennio mise la sua creatività, la sua ispirazione, la sua eterodossia al servizio della “fabbrica dei sogni”, incorporando quei suoni nella nostra memoria, diventando un classico, incarnazione del compositore intellettuale, del musicista popolare e quasi di una rock star. Ed è in quell’atto generoso di creare e condividere bellezza con noi che il mondo di Morricone che immagino inizia a prendere forma. Non si tratta solo di lavorare con la sua musica, tanto meno di spiegarla, poiché ha già detto tutto, si tratta di comporre una nuova melodia che scorra parallela alla presenza della sua musica nelle nostre vite. Notte Morricone si svolge nel crepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creativo, che solo e stordito davanti ai suoi fogli, prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, riportando in vita storie nell’aria rarefatta della sua stanza. La notte sarà piena di visitatori, alcuni musicisti, che risponderanno alla sua chiamata creativa per registrare le sue idee fugaci in uno studio di registrazione improvvisato. E lì, tra i fogli e le note musicali, apparirà il ragazzo, quello che voleva fare il dottore, l’infaticabile giocatore di scacchi, quello che sapeva che non avrebbe mai suonato la tromba come Chet Baker, il destino gli aveva riservato un posto migliore, fatto apposta per lui, il posto che lo avrebbe reso un’icona per l’eternità. E la notte continuerà ad avanzare, trasformando la sua casa in uno studio di registrazione, nella dualità della sua mente libera e della sua mente che crea musica per film che finirono per essere la musica di un secolo, trasformando la sua casa in un cinema, dove visitatori di ogni tipo verranno a guardare i suoi film e a trascorrere la notte con lui.
E ogni notte sarà una nuova opportunità per dare vita al sogno di tutti loro, i musicisti, i bambini, gli amanti, o coloro che vanno al cinema da soli.
La musica di Morricone ha fatto suonare le cose che non vengono dette, quelle che rimangono dentro, disassociare la sua musica dai film è un lavoro complesso e quasi suicida, ma so che oggi sarebbe molto felice di sapere che la sua musica potrebbe emanciparsi dal cinema e vivere stasera in un teatro.»

OLYMPIADE [trace]

inizio spettacolo ore 20.30

23 aprile 2026 – Teatro delle Muse esclusiva regionale
OLYMPIADE [trace]
Ballet Opéra Grand Avignon

ideazione e regia Antonio De Rosa e Mattia Russo/KOR’SIA
coreografia Antonio De Rosa e Mattia Russo in collaborazione con gli interpreti
drammaturgia Gaia Clotilde Chernetich
scenografia e luci Eleonora Rodigari in collaborazione con Antonio De Rosa e Mattia Russo
costumi Luca Guarini
arrangiamenti e musica originale Alejandro de Rocha

produzione Opéra Grand Avignon, in coproduzione con Les Hivernales CDCN di Avignone

Olympiade evoca lo spirito dei tempi e le sue molteplici manifestazioni. Cosa sfida il nostro approccio occidentale al tempo? Come possiamo ampliare i nostri orizzonti per accedere a un’altra conoscenza dello spazio-tempo e delle sue implicazioni? Per questa ricerca che si sviluppa tra campo di ricerca, campo di battaglia e campo di gioco viene utilizzata una pista di atletica: con i suoi corridoi separati da linee bianche che evocano l’inconfutabile, solitaria singolarità di ogni essere che la percorre, la pista è animata da corpi che, danzando, attraversano il tempo oltre che lo spazio. I corpi in scena sono individui, ma – come gruppo – sono una sola entità.
Attraverso le coreografie ideate dal duo di coreografi che ha dato vita alla compagnia Kor’sia, Antonio De Rosa e Mattia Russo, i danzatori del Ballet de l’Opéra Grand Avignon danzano la possibilità di un nuovo rapporto con il tempo: il passato e il presente si susseguono senza che nessuna dimensione possa prevalere, anticipare o essere successiva all’altra. Da questo approccio alla dimensione temporale dei corpi, la danza compone traiettorie che non hanno né inizio né fine e che toccano anche la dimensione dell’identità, rendendola aperta e fluida. In questo sistema che considera tutte le possibilità, identità individuali e collettive si fondono e si sovrappongono, creando un sistema di relazioni dai margini infiniti, dove il dialogo tra singolarità e collettività può raggiungere una nuova fase evolutiva.
In questa creazione composta su una porzione di una pista di atletica, gli artisti danzano una coreografia informata da questo spazio iconico e senza tempo. Viaggiano nel tempo in tutte le direzioni, mescolano le loro identità al presente alla ricerca di un possibile futuro. Il processo di ricerca e creazione coreografica va incontro alla nozione di tradizione interrogandola e ricercandone le proiezioni, i fantasmi e le evoluzioni future. Si danza, quindi, su ritmi che combattono lo scorrere del tempo. Danziamo, quindi, a tutta velocità, contro un senso di perdita divorante a favore di una nozione più accogliente di mutazione e cambiamento. Olympiade si propone di condividere, con il pubblico, il giusto ritmo che consenta la convivenza di tempi, personalità e realtà diverse.