Baliani su Marte piangendo la Terra – Avvenire

26 apr. 2022 | Stagione Teatrale 2022-23 al Teatro delle Muse

14 TITOLI IN ABBONAMENTO: GRANDI CLASSICI ED APPUNTAMENTI ESCLUSIVI
TRA TEATRO, DANZA E SPETTACOLI INTERNAZIONALI

SONO TRE LE TPOLOGIE DI ABBONAMENTO :
-ABBONAMENTO A 10 SPETTACOLI TEATRALI
-ABBONAMENTO  A 4 SPETTACOLI DI DANZA
-ABBONAMENTO  A TUTTI GLI APPUNTAMENTI (14 SPETTACOLI)

DAL 28 APRILE È POSSIBILE CONFERMARE IL POSTO OCCUPATO NELLA STAGIONE 19/20
(stagione pre-pandemia)
DAL 28 MAGGIO LA CAMPAGNA
È APERTA AGLI ABBONATI DELLE STAGIONI PRECEDENTI
21 /22 E ALLA STAGIONE 20 (POKER D’ASSI)

DAL 1 LUGLIO  NUOVI ABBONAMENTI

Al via la campagna abbonamenti di Marche Teatro che porta ad Ancona al Teatro delle Muse una Stagione di 15 appuntamenti di cui 14 spettacoli in abbonamento tra teatro, danza e spettacoli internazionali e un musical fuori abbonamento.

15 titoli per 51 repliche da novembre 2022 ad aprile 2023 tra nomi di spicco, grandi classici, testi contemporanei, eventi esclusivi, grandi compagnie di danza e un musical tra i più amati.

La Stagione è sostenuta da Comune di Ancona/Assessorato alla Cultura, Regione Marche/Assessorato alla Cultura, Ministero della Cultura, Camera di Commercio delle Marche  in collaborazione con gli sponsor: TreValli, Banco Marchigiano_Credito Cooperativo.

Il nuovo cartellone al Teatro delle Muse si apre dal 3 al 6 novembre con la commedia Mine Vaganti di Ferzan Opzetek. In scena vedremo tra gli altri Francesco Pannofino, Iaia Forte, Simona Marchini. Uno spettacolo  dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori che, spesso, recitano in platea come se fossero in una  piazza. Una  piazza/pubblico come un cuore pulsante che scandisce il ritmo della storia.

Dal 17 al 20 novembre Franco Branciaroli è protagonista de Il Mercante di Venezia di William Shakespeare con la regia di Paolo Valerio. Un mondo mutevole e vibrante di personaggi che incarnano inquietudini, chiaroscuri e moderne complessità. Con i suoi potenti temi universali “Il mercante di Venezia” pone al pubblico contemporaneo questioni di assoluta necessità: scontri etici, rapporti sociali e interreligiosi mai pacificati, l’amore, l’odio, il valore dell’amicizia e della lealtà, l’avidità e il ruolo del denaro. Franco Branciaroli, offrirà una prova magistrale nel ruolo di Shylock, figura sfaccettata e misteriosa.

Il 25, 26, 27 novembre per tre serate arriva, fuori abbonamento, 7 spose per 7 fratelli di Lawrence Kasha & David Landay, direzione musicale Peppe Vessicchio, regia e coreografia Luciano Cannito. Sette Spose per sette Fratelli è uno dei titoli di musical più amati dal pubblico italiano, tratto dall’omonimo film holliwoodiano diretto da Stanley Donen, con uno sguardo ai personaggi ed alle ambientazioni degli western di Quentin Tarantino. Un cast di 22 interpreti con protagonisti Diana Del Bufalo e Baz, nuovissima coppia del teatro musicale italiano, esplosivi, divertenti, vulcanici, dal talento dirompente.

Dall’1 al 4 dicembre arriva lo spettacolo diretto da Alessandro Gassmann: Qualcuno volò sul nido del cuculo di Dale Wasserman dall’omonimo romanzo di Ken Kesey. Ricordiamo tutti il film di Milos Forman interpretato da uno strepitoso Jack Nicholson entrato negli annali della storia del cinema; in questo caso Alessandro Gassmann, con l’aiuto drammaturgico di Maurizio di Giovanni e con un cast strepitoso con a capo Daniele Russo e Mascia Musy, ha ideato un allestimento personalissimo, contemporaneo ed elegante. Il risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile, per la sua estetica dirompente e per la sua forte carica emotiva e sociale.

Dall’8 all’11 dicembre Filippo Dini dirige ed interpreta  Il Crogiuolo di Arthur Miller. Il testo rievoca quanto accaduto durante la caccia alle streghe di Salem nel XVII secolo e trasforma quel momento così controverso della storia americana, durante il quale furono incrinati pericolosamente i pilastri dell’etica collettiva. Arthur Miller scrive Il crogiuolo nel 1953, in pieno Maccartismo, e sulla spinta di quello stato di aberrazione sociale e di isteria collettiva compone un affresco drammatico, nel quale distilla l’ottusità e la feroce demenza che in determinate circostanze invadono l’animo umano.

Dal 12 al 15 gennaio Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee con la regia di Antonio Latella protagonisti Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni e Paola Giannini. Un testo realistico per la potenza del linguaggio, la maniacalità della punteggiatura e la visionarietà, dovuta ai fumi dell’alcool e alle vertiginose risate che divorano e fagocitano i protagonisti. Il regista  ha voluto un cast che spiazza ed aggiunge potenza ad una storia  notturna di sesso ed alcool.

Dal 2 al 5  febbraio è la volta di Così è se vi pare di Luigi Pirandello con Eros Pagni regia di Luca De Fusco. Il regista  sceglie di bandire ogni elemento grottesco dalla rappresentazione prediligendo una chiave interpretativa di ispirazione kafkiana, improntata all’incomprensibilità e al mistero, collocando i personaggi al centro di uno spazio angusto e oppressivo. Nel cast, tra gli altri,  Eros Pagni, Anita Bartolucci, Giacinto Palmarini, Lara Sansone, Paolo Serra.

Dal 16 al 19 febbraio Moby Dick alla prova di Orson Welles traduzione di Cristina Viti, adattato dal romanzo di Herman Melville, regia di Elio De Capitani, anche interprete in un cast di 9 attoriMoby Dick alla prova  già scritto e interpretato dal grande Orson Welles che era ossessionato dal ritmo narrativo e musicale della creazione teatrale. La sfida è interessante, la squadra è pronta, a caccia insieme dei fantasmi di Melville, di Welles e del nostro tempo di guerre, di virus, di solitudini, di follie.

Dal 2 al 5 marzo Perfetti sconosciuti con la regia di Paolo Genovese e un cast in definizione, la produzione. Dopo il grande successo cinematografico Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “Perfetti sconosciuti”. Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?

Dal 16 al 19 marzo  arriva  sul palcosenico  delle Muse Seagull Dream di Irina Brook, da Il Gabbiano e altri testi di Anton Cechov, con Pamela Villoresi, Geoffrey Carey. La regista Irina Brook, figlia del grande Maestro Peter Brook, incrocia in questo spettacolo la propria biografia di figlia d’arte con le “visioni” di Anton Čechov. I temi e le atmosfere del teatro checoviano riaffiorano dal vissuto personale della regista tracciando una mappa ideale del teatro prossimo venturo.

Dal 13 al 16 aprile una nuova produzione di Marche Teatro debutta ad Ancona è La Buona Novella di Fabrizio De André con protagonisti Neri Marcorè e Rosanna Naddeo, la regia e la drammaturgia sono di Giorgio Gallione. Insieme Marche Teatro coproducono lo spettacolo: il Teatro Stabile di Bolzano il Teatro Carcano di Milano e il Teatro della Toscana. Neri Marcorè, nelle vesti di interprete, musicista e cantante, accompagnato da Rosanna Naddeo, un pianista e tre coriste, in un adattamento teatrale del concept album La buona novella di Fabrizio De André, che si ispira ad alcuni Vangeli apocrifi.

Gli appuntamenti con le grandi compagnie di danza e le formazioni internazionali si aprono l’11 e 12 novembre con una creazione dell’acclamato coreografo israeliano Hofesh Schecther, Contemporary Dance 2.0 portata in scena dalla Compagnia Hofesh Shechter II che Marche Teatro presenta in esclusiva regionale. Un’esibizione ritmica, ferocemente energica e coinvolgente del celebre coreografo Hofesh Shechter e la sua premiata compagnia. Contemporary Dance 2.0 scatena l’intensità del lavoro all’unisono, combinato con una colonna sonora eclettica, con un tocco euforico e battiti palpitanti.

Il 16 e 17 dicembre, in esclusiva regionale, Aterballetto presenta Don Juan. Don Juan è la nuova produzione della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, firmata da Johan Inger. La coreografia nasce dal desiderio di Inger di confrontarsi con Don Giovanni, mito paradigmatico antico e ancora contemporaneo. La commedia originale di Tirso de Molina, Molière, Bertold Brecht e l’opera teatrale di Suzanne Lilar sono solo alcune delle fonti d’ispirazione: Inger e il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl hanno potuto consultare venticinque diversi testi ispirati al personaggio.

Il 27 e 28 gennaio un altro evento internazionale assolutamente da non perdere è con la celebrata Jakop Ahlbom Company e il loro nuovo spettacolo KNOCK-OUT. Una performance turbo-comica dove le scene fisiche si susseguono l’una sull’altra come sulle montagne russe, in una performance piena di spettacolari acrobazie ed effetti visivi. Dopo il successo internazionale di Horror e Lebensraum, presentati anche al Teatro delle Muse, torna ad Ancona Jakop Ahlbom Company che ha co-prodotto questa nuova performance con ISH Dance Collective e DeLaMar Theatre. Tutti i limiti fisici vengono superati in KNOCK-OUT.

Il 22 e 23 marzo torna la strepitosa compagnia Peeping Tom con lo spettacolo Diptych in esclusiva regionale. Una nuova creazione, in cui i personaggi, persi nel tempo e nello spazio, si allontanano continuamente e si cercano l’un l’altro. Capaci di acrobazie impossibili, tensione drammatica, e strisciante ironia, gli interpreti di questa straordinaria ed acclamatissima compagnia non sono solo danzatori ma anche attori, contorsionisti e virtuosi del movimento.

La campagna abbonamenti prende il via da giovedì 28 aprile con una tripla possibilità:
abbonarsi al teatro (10 spettacoli)
abbonarsi alla danza (4 spettacoli)
abbonarsi a tutti gli appuntamenti (14 spettacoli)

_Dal 28 aprile al 20 maggio
conferme “stesso posto stesso turno” abbonati stagione 2019/20 che vogliano recuperare il proprio posto pre pandemia.
_Dal 28 maggio al 17 giugno
rinnovo con scelta del posto per gli abbonati alla stagione 2021/22 e poker d’assi
_Dal 1 luglio
nuovi abbonamenti
_Dal 7 ottobre
biglietti e carnet

Da subito in vendita i biglietti del Musical:
 “7 spose per 7 fratelli” (25/27 novembre 2022) FUORI ABBONAMENTO  – in vendita da giovedi 28 aprile (a tariffa ridotta per tutti i possessori di mtcard oro)

I prezzi
ABBONAMENTO 10 TITOLI TEATRO
Il prezzo va da €100 dello speciale giovani in seconda galleria a €250 per l’intero in platea.

ABBONAMENTO 4 TITOLI DANZA
Da €60 dello Speciale Giovani in prima galleria a €100 per l’intero in platea

ABBONAMENTO 14 TITOLI TEATRO + DANZA
Da 196 euro per lo Speciale giovani (* in prima galleria) a €300 per abbonamento platea intero.

Da subito in vendita i biglietti del Musical:
 “7 spose per 7 fratelli” (25/27 novembre 2022) FUORI ABBONAMENTO 

– in vendita da giovedi 28 aprile (a tariffa ridotta per tutti i possessori di mtcard oro)

Biglietti da €20 in terza galleria fino a 50 prezzo intero di platea.

I nuovi abbonamenti saranno in vendita on line su www.vivaticket.com

Per tutte le informazioni, le modalità  e i prezzi contattare la biglietteria del Teatro delle Muse
071 52525 oppure scrivere a biglietteria@teatrodellemuse.org.

MINE VAGANTI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dal 3 al 6 NOVEMBRE 

uno spettacolo di FERZAN OZPETEK
con Francesco Pannofino, Iaia Forte, Edoardo Purgatori, Carmine Recano
e con Simona Marchini

e (in o.a.)
Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Jacopo Sorbini

scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari

produzione Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana

Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale mettendo in scena l’adattamento di uno dei suoi capolavori cinematografici MINE VAGANTI

**2 David Di Donatello **5 Nastri D’Argento **4 Globi D’Oro
**Premio Speciale della Giuria al Tribeca Film Festival di New York **Ciak D’Oro come Miglior Film

Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico?

Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. La prima volta che raccontai la storia al produttore cinematografico Domenico Procacci, lui rimase molto colpito aggiungendo entusiasta che sarebbe potuta diventare anche un ottimo testo teatrale. Poco dopo avviammo il progetto del film e chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura.

Oggi, dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si realizza con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola.

Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Ho tralasciato circostanze che mi piacevano tanto, ma quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento.

L’ambientazione pure cambia. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Rimane la famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, con le sue radicate tradizioni culturali alto borghesi e un padre desideroso di lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando uno dei due si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore tornato da Roma proprio per aprirsi ai suoi cari e vivere nella verità.

Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi ad un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo.

Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole; i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A questo proposito, ho tratto spunto da personali esperienze.

A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi; anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti.

Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.

Ferzan Ozpetek

 

 

 

 

 

CONTEMPORARY DANCE 2.0

inizio spettacoli ore 20.45

11 e 12 NOVEMBRE 

Hofesh Shechter Company II

coreografia e musica Hofesh Shechter
produzione Hofesh Shechter Company

Un’esibizione ritmica, ferocemente energica e coinvolgente del celebre coreografo Hofesh Shechter e la sua premiata compagnia Shechter II.
Contemporary Dance 2.0 scatena l’intensità del lavoro all’unisono, combinato con una colonna sonora eclettica, con un tocco euforico e battiti palpitanti.
Un lavoro che si immerge in riferimenti ironici alla cultura pop e riprende in maniera giocosa la forma d’arte di Shechter, in Contemporary Dance 2.0 i danzatori si esprimono in maniera unica e personale.
Ispirato alla produzione originale creata per GöteborgsOperans Danskompani nel 2019 Contemporary Dance 2.0 è reinventato da Shechter II, il meglio della prossima generazione di artisti a livello mondiale tra i 18 e i 25 anni.

 

 

 

 

IL MERCANTE DI VENEZIA

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dal 17 al 20 NOVEMBRE ESCLUSIVA REGIONALE

di William Shakespeare
traduzione Masolino D’Amico
con Franco Branciaroli
Piergiorgio Fasolo
, Francesco Migliaccio
e (in o. a.) Emanuele Fortunati, Stefano Scandaletti, Lorenzo Guadalupi, Giulio Cancelli, Valentina Violo, Dalila Reas, Mauro Malinverno, Mersila Sokoli
regia e adattamento Paolo Valerio
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Stefano Nicolao
luci Gigi Saccomandi
musiche Antonio Di Pofi
movimenti di scena Monica Codena

produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile del FVG, Teatro de Gli Incamminati
si ringrazia per la collaborazione la professoressa Laura Pelaschiar dell’Università degli Studi di Trieste

Con i suoi potenti temi universali “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare – rappresentato per la prima volta a Londra nel 1598 – pone al pubblico contemporaneo questioni di assoluta necessità: scontri etici, rapporti sociali e interreligiosi mai pacificati, l’amore, l’odio, il valore dell’amicizia e della lealtà, l’avidità e il ruolo del denaro.
È un testo fondamentale che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia assieme al Centro Teatrale Bresciano e al Teatro de Gli Incamminati producono in un nuovo, raffinato allestimento firmato da Paolo Valerio: lo interpreta una notevole compagnia d’attori capeggiata da Franco Branciaroli, che offrirà una prova magistrale nel ruolo di Shylock, figura sfaccettata, misteriosa, crudele nella sua sete di vendetta, ma che spiazza gli spettatori suscitando anche la loro compassione.
A lui, ebreo, usuraio, si rivolge Antonio, ricco mercante veneziano, che pur avendo impegnato i suoi beni in traffici rischiosi non esita a farsi garante per l’amico Bassanio che ha bisogno di tremila ducati per armare una nave e raggiungere Belmonte, dove spera di cambiare il proprio destino. Shylock che ha livore verso i gentili e sete di vendetta per il disprezzo che gli mostrano, impone una spietata obbligazione. Se la somma non sarà restituita, egli pretenderà una libbra della carne di Antonio, tagliata vicino al cuore.
Parallelamente allo scellerato patto che Antonio sottoscrive, evolvono altre linee del plot creando un’architettura drammaturgica di simmetrie e specularità dense di senso.
C’è la dimensione di Belmonte, una sorta di Arcadia dove la nobile Porzia, obbedendo al volere del padre, si concederà in sposa solo al pretendente che risolverà un enigma scegliendo quello giusto fra tre scrigni: a ciò ambisce Bassanio che vince optando per lo scrigno più povero. Specularmente agisce Jessica, bellissima figlia di Shylock, che invece tradendo le aspirazioni paterne, si unisce a un cristiano e fugge rubando un anello appartenuto alla madre. E se Porzia e Bassanio declinano il loro amore in modo “alto” più popolare ma simmetrico appare il rapporto fra l’amico di lui – Graziano – e Nerissa, fidata cameriera di Porzia.
Sarà l’intelligentissima dama “en travesti” ad intervenire come avvocato in difesa di Antonio, quando questi – perdute le sue navi – si troverà nella drammatica condizione di pagare la cruenta obbligazione a Shylock. Con argute argomentazioni salverà la vita ad Antonio, punirà la furia vendicativa dell’usuraio, assicurerà sostanze e futuro a Jessica riuscendo anche a rimproverare al marito Bassanio la sua scarsa costanza.
Un mondo mutevole e vibrante di personaggi che incarnano inquietudini, chiaroscuri e complessità di modernità assoluta.

 

 

 

 

7 SPOSE PER 7 FRATELLI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

FUORI ABBONAMENTO
25, 26, 27 NOVEMBRE 

con Diana Del Bufalo e Baz
di Lawrence Kasha e David Landay
regia e coreografia Luciano Cannito
direzione musicale Peppe Vessicchio

produzione Fdf Entertainment | Roma City Musical | Art Village

Sette Spose per sette Fratelli è uno dei titoli di musical più amati dal pubblico italiano, tratto dall’omonimo film prodotto da MGM e diretto da Stanley Donen, un cult riproposto da sempre in tv con grandi ascolti.
FDF Entertainment con la compagnia Roma City Musical e la regia di Luciano Cannito portano in scena una nuova e divertentissima edizione di 7 Spose per 7 Fratelli ispirata al celebre film di Hollywood, con uno sguardo ai personaggi ed alle ambientazioni del mondo ironico dei western di Quentin Tarantino. Il grande impianto scenografico firmato da Italo Grassi e i meravigliosi costumi di Silvia Aymonino sono stati progettati e creati secondo i canoni estetici e spettacolari di Broadway e di West End.
Un cast di 22 interpreti con la direzione musicale di Peppe Vessicchio e con protagonisti Diana Del Bufalo e Baz, nuovissima coppia del teatro musicale italiano, esplosivi, divertenti, vulcanici, dal talento vocale dirompente.
Siamo nell’Oregon del 1850, in una fattoria tra le montagne vivono i sette fratelli Pontipee: Adamo, Beniamino, Caleb, Daniele, Efraim, Filidoro e Gedeone. Adamo il fratello maggiore, si rende conto che è arrivata l’ora di trovare una moglie che si occupi della casa e della cucina.
Un giorno si reca in città per vendere pelli e conosce Milly, la cameriera della locanda del villaggio. Tra i due scocca il colpo di fulmine. Adamo e Milly si sposano e partono per la fattoria.
Arrivati a casa Pontipee, Milly ha la sgradita sorpresa, scopre che dovrà prendersi cura non solo del marito, ma anche dei suoi fratelli, sei rozzi montanari rissosi e refrattari all’igiene personale e alle buone maniere.
Dopo una certa fatica iniziale, Milly comincia a mettere in riga i sei ragazzi e vedendoli migliorare grazie alle sue cure, Milly comincia segretamente a progettare di unire i sei cognati con le sue amiche del paese.
L’occasione propizia si presenta nel corso di una festa annuale in cui durante il ballo i sei fratelli Pontipee, puliti e ben vestiti, danno prova della loro abilità nella danza alle amiche di Milly. La festa vedrà opposte le squadre dei cittadini e dei montanari, degenerando ben presto in una violenta rissa. I cittadini, gelosi per il successo dei fratelli Pontipee con le ragazze, provocano costantemente i boscaioli fin quando non cedono.
I fratelli Pontipee tornano sconsolati alla loro fattoria e Milly scopre che i sei ragazzi si sono innamorati delle sue amiche. Sanno però che i genitori delle ragazze non acconsentiranno mai alle nozze, così organizzano un rapimento, proprio come fecero i romani con il ratto delle sabine.
Una valanga impedisce ai parenti di raggiungere le rapite, così passa l’inverno. Quando padri, fratelli e ex fidanzati le raggiungono a primavera, le ragazze ormai sono a loro volta innamorate. Non resta così che un matrimonio generale.

 

 

 

QUALCUNO VOLÓ SUL NIDO DEL CUCULO

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dall’1 al 4 DICEMBRE

di Dale Wasserman dall’omonimo romanzo di Ken Kesey
traduzione Giovanni Lombardo Radice adattamento Maurizio de Giovanni

con Daniele Russo

e con Mauro MarinoViviana Lombardi, Giacomo Rosselli, Emanuele Maria BassoAlfredo AngeliciDaniele MarinoGilberto GliozziGaia BenassiSergio Del PreteAntimo CasertanoRenato Bisogni

scene Gianluca Amodio
costumi Chiara Aversano
disegno luci Marco Palmieri
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
videografie Marco Schiavoni

uno spettacolo di Alessandro Gassmann

produzione Fondazione Teatro di Napoli, Teatro Biondo Palermo

Qualcuno volò sul nido del cuculo è il romanzo che Ken Kesey pubblicò nel 1962 dopo aver lavorato come volontario in un ospedale psichiatrico californiano. Narra, attraverso gli occhi di Randle McMurphy, uno sfacciato delinquente che si finge matto per sfuggire alla galera, la vita dei pazienti di un manicomio statunitense e il trattamento coercitivo che viene loro riservato. Nel 1971 Dale Wasserman ne realizzò, per Broadway, un adattamento scenico, che costituì la base della sceneggiatura dell’omonimo film di Miloš Forman, interpretato da Jack Nicholson e entrato di diritto nella storia del cinema. Oggi, la drammaturgia di Wasserman torna in scena, rielaborata dallo scrittore Maurizio de Giovanni, che, senza tradirne la forza e la sostanza visionaria, l’avvicina a noi, cronologicamente e geograficamente. Randle McMurphy diventa Dario Danise e la sua storia e quella dei suoi compagni si trasferiscono nel 1982, nell’Ospedale psichiatrico di Aversa. Alessandro Gassmann, dirigendo un cast eccezionale, da vita ad un allestimento personalissimo, elegante, contemporaneo, il cui risultato è uno spettacolo appassionato, commovente e divertente, imperdibile, per la sua estetica dirompente e per la sua forte carica emotiva e sociale.

COME LA MARMELLATA CHE NON MANGIO MAI

inizio spettacoli ore 20.45

10 DICEMBRE Teatro Sperimentale ESCLUSIVA REGIONALE

regia di Liv Ferracchiati
con gli interpreti della Accademia d’Arte Drammatica di Roma
traduzione Fausto Malcovati, Liv Ferracchiati
progetto drammaturgico Liv Ferracchiati, Eliana Rotella
di e con Chiara Businaro, Giovanni Cannata, Leonardo Cesaroni, Giorgia Fagotto Fiorentini, Davide Fasano, Gabriele Graham Gasco, Pietro Giannini, Sara Mancuso, Adele Maria Masciello, Weronika Mlodzik, Riccardo Rampazzo, Paolo Sangiorgio, Matteo Santinelli, Marco Tè, Irma Ticozzelli, Claudia Tortora, Sara Younes e Fabio Carta (allievo regista)

testo del brano Tutte le vite di Gabriele Grahm Gasco

aiuto regia e coordinamento Anna Zanetti
scene Giuseppe Stellato
costumi Lucia Menegazzo
suono spalarossa
luci Luigi Biondi
movimenti Alice Raffaelli
consulenza letteraria Fausto Malcovati
illustratore Ehsan Mehrbakhsh
locandina Francesco Morgante

Il Gabbiano: a partire dal titolo, un problema di rappresentazione. Cajka, in russo, è femminile, associato direttamente al personaggio Nina. In italiano, un’intraducibile gabbiana.
In questo momento storico la rappresentazione di sé è un atto pubblico più che introspettivo. Lavorare su Il Gabbiano necessita il sapere qual è, se c’è, il motivo necessario per cui scegliamo di andare in scena, prendendoci uno spazio per indagare l’espressione di noi come presa di posizione non solo identitaria ma anche artistica e politica.
L’arte è area semantica di fallimento. La rappresentazione è, di sua natura, fallimentare. Ci viene da chiederci che cosa ci porta, nonostante la precarietà economica, la difficoltà di un riconoscimento e il mancato ricambio generazionale, a scegliere di inseguire un’idea che sarà, comunque, sempre inesatta. La croce di cui parla Nina è sempre presente.
Un testo come Cajka rimane urgente da affrontare oggi per la possibilità che ha di lasciare spazio alla carica sovversiva dell’esporsi, con tutte le sue conseguenze, alla possibilità di scardinare l’immaginario fisso del ruolo in quanto tale e far vivere una pluralità di possibili rappresentazioni, tutte legittime, senza il veto di una visione univoca decisa dall’alto. Esserci in una molteplicità dichiarata come atto di protesta verso il sistema totalitarista dell’univoco.
Mettere in scena Il Gabbiano ripetendo le scene, incastrandole, moltiplicando i personaggi, ha più a che fare con lo scardinare una gerarchia che con vaghi dolori borghesi. Annientare il giusto modo di esistere, in scena, come nella vita, riporta alla responsabilità di una libera scelta, di capire, alla fine, poi che farne, di tutta questa libertà.

IL CROGIUOLO

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dall’8 all’11 DICEMBRE

di Arthur Miller
con Filippo Dini e un cast di 13 attori
regia di Filippo Dini

produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano

Filippo Dini, reduce dal successo di Così è (se vi pare) e Casa di bambola, affronta uno dei testi più lucidi e impietosi della drammaturgia americana.
Arthur Miller scrive Il crogiuolo nel 1953, in pieno Maccartismo, e sulla spinta di quello stato di aberrazione sociale e di isteria collettiva compone un affresco drammatico, nel quale distilla l’ottusità e la feroce demenza che in determinate circostanze invadono l’animo umano.
La pièce rievoca quanto accaduto durante la caccia alle streghe di Salem nel XVII secolo e trasforma quel momento così controverso della storia americana, durante il quale furono incrinati pericolosamente i pilastri dell’etica collettiva, in uno specchio impietoso delle nostre ombre più nere e contorte.

DON JUAN

inizio spettacoli ore 20.45

16 e 17 DICEMBRE

coreografia Johan Inger
produzione Fondazione Della Danza / Aterballetto

Don Juan è la nuova produzione a serata intera della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto, firmata da Johan Inger, che coinvolge un parterre di teatri e festival di assoluto rilievo.
La coreografia nasce dal desiderio di Inger di confrontarsi con Don Giovanni, mito paradigmatico antico e ancora contemporaneo. La commedia originale di Tirso de Molina, Molière, Bertold Brecht e l’opera teatrale di Suzanne Lilar sono solo alcune delle fonti d’ispirazione: Inger e il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl hanno potuto consultare venticinque diversi testi ispirati al personaggio.
Nella coreografia troviamo tutti i personaggi della storia, da Donna Elvira a Donna Anna a Zerlina e Masetto. Il Don Juan può essere considerato un Kammerspiel, con sua capacità di sottolineare sfumature ed emozioni: e nel caso di questa creazione la danza diviene lente d’ingrandimento dei singoli caratteri, e svela in modo sottile ma evidente il mondo interiore degli uomini e delle donne in scena.
Ancor più importante è la connessione con la contemporaneità, disegnando un mondo abitato da un personaggio che attraversa il percorso della propria solitudine senza sfuggire a quella superficialità che sembra proprio caratterizzare i nostri giorni. E sullo sfondo si illuminano temi rilevanti, tra i quali certamente la complessità del dialogo tra generi.
Inger interpreta in modo originale soprattutto Leporello e il Commendatore. Leporello non è più il servitore di Don Giovanni, ma rappresenta l’altro aspetto della sua persona mettendo in scena la dicotomia libertà / senso di colpa, esaltata dal disegno luci di Fabiana Piccioli: qui l’spirazione, per citarne alcuni, viene da Dorian Gray di Wilde e Fight Club di Palahniuk. Attraverso una lettura innovativa psicoanalitica e freudiana, viene riscritta la relazione –nei nostri tempi difficilmente inquadrabile- di Don Giovanni con la figura del Commendatore; quest’ultimo è sostituito dall’introduzione di una “Madre”. E don Giovanni diviene un essere umano che probabilmente ha subìto il grande trauma dell’abbandono materno. Ed è quella la figura che incombe sul protagonista. In ogni incontro con l’altro il serial lover cerca la madre e per questo non può impegnarsi in nessuna relazione o situazione.
Sulla partitura originale di Marc Álvarez, creata per l’occasione e di potenziale esecuzione dal vivo con orchestra, i 16 danzatori di Aterballetto raccontano il Don Juan in un atto unico, immersi in uno spazio scenico, curato da Curt Allen Wilmer, senza connotazioni definite dal punto di vista geografico o storico: un labirinto di strutture mosse a vista dai danzatori. Diversamente dai costumi che sono molto connotati, grazie all’invenzione visiva di Bregje van Balen.