MARCHE TEATRO scarl
TEATRO DELLE MUSE, via della Loggia, Ancona
P.IVA e C.F: 02620080420
marcheteatro@legalmail.it
L’angelo della storia al Teatro Sperimentale
SABATO 29 APRILE ALLE ORE 20.45
AL TEATRO SPERIMENTALE DI ANCONA
IN SCENA
L’ANGELO DELLA STORIA
DI SOTTERRANEO
PREMIO UBU 2022 COME MIGLIOR SPETTACOLO DELL’ANNO
Ancona, 24 aprile 2023
Ultima data della Stagione Teatrale 2022 2023 è con L’Angelo della Storia di Sotterraneo (fuori abbonamento) in scena al Teatro Sperimentale di Ancona sabato 29 aprile alle ore 20.45.
Lo spettacolo vincitore del Premio Ubu come miglior spettacolo dell’anno, ha debuttato lo scorso anno a Inteatro Festival e dopo una fortunata tournée torna ad Ancona.
Lo spettacolo vede in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini, la drammaturgia è di Daniele Villa, ideazione e regia di Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa, lo spettacolo è coprodotto da MARCHE TEATRO, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatri di Pistoia, Teatro Nacional D. Maria II.
L’Angelo della Storia assembla aneddoti storici di secoli e geografie differenti, gesti che raccontano le contraddizioni di intere epoche, azioni che suscitano spaesamento o commozione, momenti che in una parola potremmo definire paradossali. Ispirandoci a quelle che il filosofo Walter Benjamin chiamava costellazioni svelate, proviamo a raccontare questi episodi mettendoli in risonanza col presente, componendo una nostra personale mappa del paradosso fatta di microstorie, istanti sospesi, momenti fatali di persone illustri o sconosciute: fatti e pensieri lontani fra loro ma uniti da quella tela di narrazioni, credenze, miti e ideologie che secondo lo storico Yuval Noah Harari compongono la materia stessa di cui è fatta la Storia. Oggi che la complessità ci richiede immaginari inediti e nuovi processi cognitivi, ci piace pensare che a teatro si possano recuperare narrazioni e circostanze a cui Sapiens ha aderito nei millenni, smontarle, ricombinarle, prenderne distanza allontanandoci nel tempo e cercare almeno un po’ di quella vertigine che coglie un astronauta quando osserva la Terra allontanandosi nello spazio.
Sotterraneo si forma a Firenze nel 2005 come gruppo di ricerca teatrale composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti. Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Con opere trasversali e stratificate nella ricerca su forme e contenuti, Sotterraneo si muove attraverso i formati – dallo spettacolo frontale al site-specific passando per la performance – focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza e gesti quotidiani di cultura che allenano la coscienza critica del pubblico, destinatario e centro di senso di ogni nostro progetto.
Biglietti in vendita on line su www.vivaticket.com
Per tutte le informazioni biglietteria del Teatro delle Muse 071 52525 oppure scrivere a biglietteria@teatrodellemuse.org.
L’angelo della storia, creazione Sotterraneo
ideazione e regia Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa
in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati, Giulio Santolini, scrittura Daniele Villa, luci Marco Santambrogio. costumi Ettore Lombardi, suoni Simone Arganini, montaggio danze Giulio Santolini
Sotterraneo, coproduzione MARCHE TEATRO, ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale, CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Teatro Nacional D. Maria II, contributo Centrale Fies, La Corte Ospitale, Armunia
col supporto di Mic, Regione Toscana, Fondazione CR Firenze residenze artistiche Centrale Fies_art work space, Centro di Residenza Emilia-Romagna/La Corte Ospitale, Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin, Armunia, Elsinor/Teatro Cantiere Florida, ATP Teatri di Pistoia. Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory, è Artista Associato al Piccolo Teatro di Milano ed è residente presso l’ATP Teatri di Pistoia.
Presentata la Stagione Teatro e Danza 2023-24 al Teatro delle Muse
14 TITOLI IN ABBONAMENTO
TRA COMMEDIE, CLASSICI E AUTORI CONTEMPORANEI
E LA DANZA CON COMPAGNIE ITALIANE E INTERNAZIONALI
CAMPAGNA ABBONAMENTI
AL VIA DAL 27 APRILE CON LE CONFERME DEGLI ABBONAMENTI
POI DAL 10 GIUGNO SI APRE AI NUOVI ABBONATI
Ancona, 21 aprile 2023
Al via la campagna abbonamenti di Marche Teatro che porta ad Ancona al Teatro delle Muse una Stagione di 15 appuntamenti di cui 14 spettacoli in abbonamento tra teatro, danza e un musical fuori abbonamento.
15 titoli per 48 repliche da ottobre 2023 ad aprile 2024 tra nomi di spicco, classici, testi contemporanei, compagnie di danza italiane e internazionali e un musical tra i più premiati e rappresentati.
La Stagione è sostenuta da Comune di Ancona/Assessorato alla Cultura, Regione Marche/Assessorato alla Cultura, Ministero della Cultura, Camera di Commercio delle Marche in collaborazione con gli sponsor: TreValli, Banco Marchigiano_Credito Cooperativo, Estra.
Il nuovo cartellone al Teatro delle Muse si apre dal 26 al 29 ottobre con la prima nazionale di Ferdinando di Annibale Ruccello interpretato e diretto da Arturo Cirillo. Una produzione di Marche Teatro con Teatro Metastasio di Prato e Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini. Dopo aver portato in scena Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera, Arturo Cirillo, indaga la scrittura di Annibale Ruccello con Ferdinando – testo scritto nel 1985 –, dandogli corpo e profondità, esplorando le varie declinazioni dell’essere umano, le relazioni aspre e crudeli che lo governano e le solitudini che lo divorano. In scena con Cirillo ci saranno Sabrina Scucimarra, Anna Rita Vitolo, Riccardo Ciccarelli.
Dal 2 al 5 novembre Chiara Francini e Alessandro Federico sono protagonisti della commedia Coppia aperta quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame con la regia di Alessandro Tedeschi. Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia. Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Tutti ci si riconoscono, infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente. Lo spettacolo è prodotto da Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni.
Dal 16 al 19 novembre Anna Bonaiuto con Filippo Dini che cura anche la regia, sono i protagonisti di Agosto a Osage County di Tracy Letts. In scena una strepitosa compagnia di dodici attori tra i quali spiccano Manuela Mandracchia e Orietta Notari che racconta un dramma familiare di rara intensità e imprevedibilità, in cui l’aridità del contesto – l’estate afosa delle Grandi Pianure dell’Oklahoma – si specchia con quella interiore dei protagonisti. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale.
Dal 30 novembre al 3 dicembre arriva La coscienza di Zeno di Italo Svevo con protagonista Alessandro Haber e la regia di Paolo Valerio. Capolavoro della letteratura del Novecento, romanzo antesignano di respiro potentemente europeo, ironico e di affascinante complessità, “La coscienza di Zeno” celebra nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione. In teatro il romanzo è stato sempre interpretato da grandi attori e in questo nuovo allestimento, Zeno avrà il volto di Haber, un attore dal carisma potentissimo e dall’istinto scenico assolutamente personale, che fuori da ogni cliché sa coniugare ironia e profondità in ogni interpretazione. La produzione è del Teatro Stabile del FVG, Goldenart Production, Teatro Stabile di Catania.
Dal 15 al 17 dicembre, fuori abbonamento, in esclusiva regionale, arriva Cabaret-The Musical con la regia di Arturo Brachetti e Luciano Cannito. Cabaret è nato nel 1966, a Broadway in una messa in scena di Harold Prince, con una coreografia di Ronald Field e ha vinto otto Tony Awards. Nel 1972, il musical è stato adattato per il cinema diretto da Bob Fosse e ha vinto otto Oscar. Cabaret si svolge nella Berlino degli anni 30 quando la città si sta trasformando da epicentro culturale d’avanguardia a terreno fertile per il regime totalitario di Hitler. In questo mondo entra Clifford Bradshaw, uno scrittore americano in difficoltà che incontra, al Kit Kat Klub, Sally Bowles, una vivace e talentuosa artista di cabaret. Una storia d’amore da sogno, con una dose di provocazione decisamente brechtiana e una colonna sonora di canzoni che sono diventate dei classici del Musical Theater americano. Il musical è prodotto da FDF Entertainment di Fabrizio di Fiore.
Dall’11 al 14 gennaio torna ad Ancona Carrozzeria Orfeo che presenta, in prima nazionale, la sua nuova creazione Salveremo il mondo prima dell’alba. Lo spettacolo è prodotto da Marche Teatro assieme a Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova e Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini. La drammaturgia è di Gabriele di Luca che ne cura anche la regia assieme a Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi. Dopo aver esplorato il mondo degli ultimi, in questa nuova produzione Carrozzeria Orfeo indaga il mondo del benessere e dell’apparente successo, attraverso il racconto dei primi, dei ricchi, dei vincenti, imprigionati nello stesso vortice di responsabilità asfissianti e sensi di colpa. Salveremo il mondo prima dell’alba è il racconto della vita di alcuni ospiti e di parte dello staff di una rehab di lusso specializzata nella cura delle dipendenze contemporanee. Il tutto in pieno stile Carrozzeria Orfeo.
Dal 25 al 28 gennaio è la volta della coppia Massimo Lopez e Tullio Solenghi che portano in scena Dove eravamo rimasti spettacolo di arti varie scritto dagli stessi Lopez e Solenghi con la collaborazione di Giorgio Cappozzo e con in scena la Jazz Company diretta dal Maestro Gabriele Comeglio. Un nuovo spettacolo che propone numeri, sketch, brani musicali, contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez nell’ormai collaudata dimensione dello Show per stupire ed emozionare. La produzione è di International Music and Arts.
Forte del successo riscosso in Spagna, per la prima volta in Italia e precisamente dal 22 al 25 febbraio ad Ancona, arriva la commedia Vicini di casa, adattamento della pièce “Los vecinos de arriba” di Cesc Gay, che ha firmato anche la regia del fortunato film tratto nel 2020 dall’opera teatrale. Una commedia, libera e provocatoria, che indaga con divertita leggerezza inibizioni e ipocrisie del nostro tempo. In scena, affiancati dai talentuosissimi Alessandra Acciai e Alberto Giusta, due fra gli interpreti più versatili e sensibili della scena non soltanto teatrale italiana: Amanda Sandrelli e Gigio Alberti. Un quartetto affiatato e irresistibile, che invita lo spettatore a riflettere su pregiudizi e tabù. Lo spettacolo è prodotto da AMA/Nidodiragno, Cardellino srl, Teatro Stabile di Verona.
Dal 29 febbraio al 3 marzo arriva un grande classico L’Avaro di Molière portato in scena da Ugo Dighero e la regia di Luigi Savaro che ambienta lo spettacolo in una dimensione che rimanda al nostro quotidiano, giostrando riferimenti temporali diversi, dagli smartphone agli abiti anni Settanta agli spot che tormentano Arpagone. Anche le musiche originali di Paolo Silvestri si muovono su piani diversi, mentre la nuova traduzione di Letizia Russo, fresca e diretta, contribuisce a dare al tutto un ritmo contemporaneo. A fianco di Ugo Dighero, Mariangeles Torres è impegnata in un doppio ruolo: sarà Freccia, il servitore che sottrae la cassetta di denaro di Arpagone, e la domestica / mezzana Frosina, ovvero i due personaggi che muovono l’azione, scatenando l’irresistibile gioco degli equivoci, sino al ribaltamento di tutte le carte in tavola. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, Teatro stabile di Bolzano, Centro Teatrale Bresciano e Artisti Associati Gorizia.
Dal 4 al 7 aprile arriva sul palcoscenico delle Muse Andrea Pennacchi che porta in scena Arlecchino (titolo provvisorio) uno spettacolo scritto e diretto da Marco Baliani. Un’icona internazionale della tradizione della commedia dell’arte, la maschera di Arlecchino, indossata da Andrea Pennacchi che la porterà dentro alla contemporaneità. Dal dissidio tra Arlecchino e il nostro mondo scaturiranno esilaranti situazioni ma, anche, dissacranti visioni e imperdibili scontri. E Arlecchino attraverserà, con la sua goffaggine e la sua furbizia, quei territori dello spirito umano che in ogni epoca mostrano le loro eterne contraddizioni. Lo spettacolo è prodotto da Gli Ipocriti, Teatro Stabile del Veneto.
Dal 18 al 21 aprile Francesco Pannofino è il protagonista di Chi è io? scritto e diretto da Angelo Longoni con Emanuela Rossi, Eleonora Ivone, Andrea Pannofino. La produzione è di Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo. “Chi è io?” è una commedia teatrale divertente e metafisica, è uno show televisivo di successo nel quale si intervistano personaggi anticonformisti. “Chi è io?” è un’indagine condotta sotto i riflettori e davanti alle telecamere, con presentatori vestiti di paillettes che rappresentano contemporaneamente lo show e la vita reale. “Chi è io?” è una commedia psicologica, psicosomatica, psichedelica, psicotropa che agisce su spettatori, pazienti, personaggi, presentatori e terapeuti. “Chi è io?” è la domanda rivolta a Leo Mayer che lo costringe a ripercorrere alcuni momenti della sua vita come in un sogno accompagnato dalle persone che ama e che lo amano.
Gli appuntamenti con la danza si aprono il 12 novembre con Dodi e IMA,due pezzi della coreografa Sofia Nappi prodotti da Sosta Palmizi. Dodi vede in scena i danzatori Adriano Popolo Rubbio e Paolo Piancastelli. Il duetto esprime intimità, fiducia, sensualità, rapporto umano, delicatezza, leggerezza e passione. Dodi offre un senso di profondità della nostra esistenza nel riscoprire la sottile poesia nel rapporto con l’altro, per ritrovare un ascolto profondo del momento presente e nuove possibilità in questa realtà.
La seconda coreografia che vedremo si intitola IMA, una prima breve versione dell’opera è stata presentata al 14° Festival di Danza contemporanea della Biennale di Venezia 2020, sotto commissione della direttrice Marie Chouinard. In scena vedremo i danzatori Lara di Nallo, Valentin Durand, Evelien Jansen, Paolo Piancastelli, Gonçalo Reis. Il quintetto è stato immaginato durante il periodo di distanziamento sociale. Essere soli con il proprio corpo permette di percepire chiaramente che tutto, dentro e intorno, non si è fermato, ma è in continuo divenire in una danza che è interconnessione universale.
Il 7 marzo il collettivo Kor’sia presenta lo spettacolo IGRA. È una nuova creazione, una pièce coreutica ambientata in un campo da tennis e pensata come scrittura coreografica in dialogo tra presente e passato. Le origini di Igra risalgono a Jeux / Nijinsky, un lavoro precedentemente creato da Mattia Russo e Antonio de Rosa. Si trattava di una breve coreografia incentrata sul processo creativo dell’opera di Nijinsky. Il soggetto era articolato e da quel primo processo è rimasto il desiderio di continuare ad esplorare tali idee. Come in tutti i lavori di Russo e De Rosa, la potenza visiva gioca un ruolo decisivo in Igra, che pur non essendo un docu-drama danzato su quell’epoca e quelle opere, è pieno di riferimenti che appaiono in modo sottile e intermittente. La musica elettronica è vicina ai ritmi delle danze russe, l’inserimento di Chopin, compositore polacco, sembra voler ricordare che sebbene Nijinsky fosse nato a Kiev e sua sorella Nijinska a Minsk, la sua famiglia era polacca e lo stesso coreografo non si considerava russo. Molte le metafore presenti. Jeux stava giocando una partita di tennis, ma il gioco di cui vuole parlare è la seduzione.
KOR’SIA è un collettivo formato da Antonio de Rosa, Mattia Russo e Giuseppe Dagostino. Con base in Spagna, questa realtà nasce con l’intento di usare il corpo per trascendere la comunicazione verbale. Le creazioni del gruppo incorporano elementi cinematografici, fotografia, letteratura e scultura, punti di riferimento per plasmare nuove forme di espressione. Visionarie, le opere create dal collettivo, invitano il pubblico a immergersi in vere e proprie esperienze, lasciando tutte le preoccupazioni a casa.
Il 17 marzo il Circus-Theatre Elysium di Kiev presenta Alice in wonderland. Un progetto artistico sofisticato ed elegante capace di raccontare l’onirico intrecciando molteplici discipline: la ginnastica acrobatica, la recitazione, la danza. Dopo il grande successo dello scorso anno con tre settimane di tutto esaurito al Teatro Brancaccio di Roma, torna in Italia Alice in Wonderland con un tour che toccherà i maggiori teatri italiani. Alice in Wonderland tratto dal romanzo fantastico di Lewis Carrol del 1865, rielaborato nell’impianto estetico dal Circus-Theatre Elysium. Con un cast di 30 ballerini – acrobati la Compagnia rivendica l’autonomia del linguaggio di scena esaltandolo con scelte scenotecniche avveniristiche senza tralasciarne, tuttavia, la funzione narrativa del racconto originario. I personaggi – Alice, il Cappellaio Matto, il Coniglio, il Gatto del Cheshire e la Regina Nera – appariranno davanti al pubblico nella loro interpretazione circense, sullo sfondo di impressionanti scene 3D.
Il 14 aprile arriva la compagnia francese Emanuel Gat Dance con lo spettacolo LOVETRAIN2020. Dopo aver lavorato con le partiture di Pierre Boulez, Rebecca Saunders e dello stesso Gat per Story Water, la sua ultima produzione per il Festival d’Avignon 2018, Emanuel Gat prosegue la sua lunga esplorazione dei punti d’incontro tra il linguaggio coreografico e quello musicale, tra il visivo e il sonoro, e delle potenzialità che offrono all’osservazione, allo studio e alla narrazione di storie. Un “Musical” contemporaneo, LOVETRAIN2020 farà appello alla meravigliosa musica del duo britannico degli anni ’80 Tears for Fears (Mad world, Shout, Everybody Wants to Rule The World, Change, Sowing The Seeds Of Love e molti altri incredibili successi di quel glorioso decennio). Un’ode coreografica al suono e alle vibrazioni degli anni ’80, incarnati dalla musica dei Tears for Fears, con la loro spinta utopica e il loro groove epico.
Emanuel Gat di origine israeliana è regolarmente invitato da compagnie e istituzioni di danza in tutto il mondo. In Francia dove risiede negli ultimi anni e dove ha fondato la sua compagnia ha collaborato con il Paris Opera Ballet, il Ballet du Rhin, il Ballet National de Marseille, il Ballet de Lorraine e il Ballet de l’Opéra de Lyon. È inoltre coreografo ospite di prestigiose compagnie internazionali dalla Sydney Dance Company al Staatsballett di Berlino, dal Ballet du Grand Théâtre di Ginevra al Los Angeles Dance Project.
La campagna abbonamenti prende il via da giovedì 27 aprile con una tripla possibilità:
abbonarsi al teatro (10 spettacoli)
abbonarsi alla danza (4 spettacoli)
abbonarsi a tutti gli appuntamenti (14 spettacoli)
_Dal 27 aprile al 20 maggio
conferme “stesso posto stesso turno” abbonati stagione 2022/2023
_Dal 27 maggio al 3 giugno
cambio posto e/o turno (riservato agli abbonati della stagione 2022/2023)
_Dal 10 giugno
nuovi abbonamenti
_Dal 3 ottobre
biglietti
Da subito in vendita i biglietti del Musical:
“Cabaret-The Musical” (15/17 dicembre 2023) FUORI ABBONAMENTO
in vendita da giovedi 27 aprile (a tariffa ridotta per tutti i possessori di mtcard oro) e in vendita anche on line su vivaticket a tariffa intera.
I nuovi abbonamenti saranno in vendita dal 10 giugno anche on line su www.vivaticket.com
FERDINANDO
inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30
Dal 26 al 29 ottobre 2023
PRIMA NAZIONALE
Arturo Cirillo
FERDINANDO
di Annibale Ruccello
con Sabrina Scuccimarra (Donna Clotilde), Anna Rita Vitolo (Donna Gesualda), Arturo Cirillo (Don Catello), Riccardo Ciccarelli (Ferdinando)
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
musiche Francesco De Melis
luci Paolo Manti
regia Arturo Cirillo
regista collaboratore Roberto Capasso
assistente alla regia Luciano Dell’Aglio
produzione MARCHE TEATRO, Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
Arturo Cirillo riporta in scena FERDINANDO, capolavoro della drammaturgia di Annibale Ruccello (1956-1986). Con questo allestimento, Arturo Cirillo, dopo le fortunate prove dello stesso autore Le cinque rose di Jennifer e L’ereditiera (Premio Ubu), firma un altro classico e allo stesso tempo contemporaneo capolavoro.
Agosto 1870: il Regno delle Due Sicilie è caduto e la baronessa borbonica Donna Clotilde nella sua villa vesuviana si è “ammalata” di disprezzo per il re sabaudo e per l’Italia piccolo-borghese nata dalla recente unificazione. A fare da infermiera all’ipocondriaca nobildonna è Gesualda, cugina povera e inacidita dal nubilato, ma segreta amante di Don Catellino, prete di famiglia corrotto e vizioso. I giorni passano tutti uguali, tra pasticche, decotti, rancori e bugie. A sconvolgere lo stagnante equilibrio domestico è l’arrivo di un sedicenne dalla bellezza efebica che, rimasto orfano, viene mandato a vivere da Donna Clotilde, di cui risulta essere un lontano nipote. Sarà lui a gettare lo scompiglio nella casa, riaccendendo passioni sopite e smascherando vecchi delitti. Ma chi è davvero Ferdinando?
Dalle note di regia di Arturo Cirillo
Logica ed inconsueta, allo stesso tempo, mi appare la mia decisione di portare in scena Ferdinando di Annibale Ruccello. Logica perché riconosco in Ruccello un mio autore, un autore sul quale sono tornato più volte, e con spettacoli per me importanti. Ma la scelta mi appare anche inconsueta, poiché per me Ferdinando è sempre stato legato allo spettacolo che curò l’autore stesso (nonché primo interprete del ruolo di Don Catellino), che ha girato per molti anni tutta l’Italia avvalendosi della grande interpretazione di Isa Danieli.
Inoltre per me il testo è sempre apparso molto diverso da tutti gli altri di Ruccello, un testo più realistico, storico, un dramma con una struttura classica. Il desiderio per un inafferrabile adolescente, nato da un inconsolabile bisogno d’amore, matura nella mente di tre personaggi disperati (Donna Clotilde, Donna Gesualda e Don Catello), prigionieri della propria solitudine, esacerbati dall’abitudine. Allora tutto l’aspetto storico mi è apparso una finzione, un teatro della crudeltà mascherato da dramma borghese, in cui anche la lingua, il fantomatico napoletano in cui si sostanzia Donna Clotilde, è esso stesso lingua di scena, lingua di rappresentazione, non meno del tanto “schifato” italiano.
Una scena composta da un unico grande drappo che scende dall’alto e contiene il luogo dell’azione, un luogo claustrofobico in cui convivono tutti i personaggi, che vediamo spogliarsi, rivestirsi, incontrarsi (come in un film di Luis Bunuel). Personaggi rinchiusi in abiti scuri, monacali e preteschi, per devozione o lutto, ma forse solo per difesa. Illuminati da luci rivelatrici, come in un miracolo pagano, dove l’intimità delle note di un pianoforte convivono con quelle sontuose e barocche di un organo.
Poi c’è Ferdinando, ragazzino normale di un tempo presente, portatore solo del proprio corpo giovane sul quale gli altri tre personaggi, di questo quartetto, disegnano le proprie visioni e i propri desideri. Trascendendo dalla persona in sé, come spesso avviene nell’innamoramento, si ingannano e si lasciano ingannare. Dopo gli resta solo la constatazione del proprio fallimento e della propria folle e disperata solitudine, in un luogo spettrale abitato dai morti e dai ricordi.
Mi pare che con Ferdinando, ancora una volta e ancora di più, Ruccello faccia fuori i generi, sessuali e spettacolari, per mettere in scena l’ambiguo e il sortilegio –.
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30
Dal 2 al 5 novembre 2023
con Chiara Francini e Alessandro Federico
di Dario Fo e Franca Rame
regia Alessandro Tedeschi
collaboratori Pierluigi Pasino e Massimiliano Setti
luci Alessandro Barbieri
scenografia Katia Titolo
costumi Francesca di Giuliano
musiche Setti – Pasino
aiuto regia Rachele Minelli
fonico Gianluca Meda
macchinista Raffaele Basile
foto di scena e grafica Manuela Giusto
organizzazione Marcella Santomassimo e Luisa Di Napoli
amministrazione Morena Lenti e Riccardo Rossi
PIERFRANCESCO PISANI e ISABELLA BORETTINI per INFINITO TEATRO
In collaborazione con ARGOT PRODUZIONI
Con il contributo della Regione Toscana
“Prima regola: perché la coppia aperta funzioni, deve essere aperta da una parte sola, quella del maschio! Perché… se la coppia aperta è aperta da tutte e due le parti… ci sono le correnti d’aria!”.
Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia.
L’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata.
Questa commedia è una favola tragicomica che racconta cosa vuol dire stare in coppia.
Fo e Rame descrivono in modo perfetto con toni divertenti, ma anche drammatici raccontando le differenze tra psicologia maschile e femminile.
Tutti ci si riconoscono infatti “Coppia aperta…quasi spalancata” porta in scena la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Rappresenta uno degli spettacoli più popolari in Italia. In Germania ha riscosso un tale successo da essere proposta in ben 30 teatri contemporaneamente.
DODI e IMA
Domenica 12 novembre 2023 ore 20.45
Sosta Palmizi
DODI
coreografia Sofia Nappi
con Adriano Popolo Rubbio e Paolo Piancastelli
costumi Sofia Nappi
disegno luci Alessandro Caso
produzione Sosta Palmizi con Komoco/ Sofia Nappi
Vincitore del Partner Award Introdans alla Rotterdam International Duet Choreography Competition 2021; Primo premio e premio della critica all’ International Choreography Competition Hannover 2021; Premio di Produzione dalla Fondazione Tanja Liedtke e dal Direttore Artistico Marco Goecke dello Staatstheater Hannover
Il duetto Dodi attraversa ed esplora lo stato di tormento tipico della condizione esistenziale dell’uomo. Snodandosi alla riscoperta della sottile poesia che si insinua con fiducia, leggerezza e passione nel ritrovare un ascolto profondo del presente, i due danzatori ci accompagno in un viaggio di esplorazione verso una maggiore consapevolezza e profondità, per trovare accettazione di noi stessi e infine libertà.
Sosta Palmizi
IMA
coreografia Sofia Nappi
danzatori Arthur Bouilliol, Leonardo de Santis, Glenda Gheller, India Guanzini, Paolo Piancastelli
assistente alla coreografia Adriano Popolo Rubbio
luci Alessandro Caso
costume designer Luigi Formicola; i costumi sono stati realizzati da Silvia Salvaggio e Elisa Varvarito, grazie alla collaborazione con Manifatture Digitali Cinema Prato di Fondazione Sistema Toscana
produzione Sosta Palmizi, Komoco/Sofia Nappi
coproduzione La Biennale di Venezia, COLOURS – International Dance Festival, Centro Coreográfico Canal
sostegno residenziale Orsolina 28, Centro di Residenza della Toscana (Fondazione Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro), Opus Ballet Firenze, Istituto Italiano di Cultura di Madrid
Tour management ecotopia dance productions
Selezionato per Bando Abitante/ Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e Fondazione CR Firenze
Si ringrazia PARC Performance Arts Research Centre di Firenze
Una prima breve versione di IMA è stata presentata alla 14° edizione della Biennale di Venezia su commissione della direttrice Marie Chouinard; debuttando poi nella sua versione definitiva al COLOURS International Dance Festival di Stoccarda. Lo spettacolo prende il nome dal termine giapponese che indica il momento presente; in aramaico ed ebraico Ima ha anche il significato di madre, nella sua accezione di rinascita e rinnovamento. Nato durante il periodo di distanziamento sociale IMA porta in scena una danza pura per celebrare l’incontro tra anime e corpi.
AGOSTO A OSAGE COUNTY
inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30
Dal 16 al 19 novembre 2023
di Tracy Letts
traduzione Monica Capuani
regia Filippo Dini
con Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia, Filippo Dini, Fabrizio Contri, Orietta Notari, Andrea Di Casa, Fulvio Pepe, Stefania Medri, Valeria Angelozzi, Edoardo Sorgente, Caterina Tieghi, Valentina Spaletta Tavella
dramaturg e aiuto regia Carlo Orlando
scene Gregorio Zurla
costumi Alessio Rosati
luci Pasquale Mari
musiche Aleph Viola
assistente regia Eleonora Bentivoglio
assistente costumi Rosa Mariotti
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Agosto a Osage County racconta un dramma familiare di rara intensità e imprevedibilità, in cui l’aridità del contesto – l’estate afosa delle Grandi Pianure dell’Oklahoma – si specchia con quella interiore dei protagonisti. Nella contea di Osage, in Oklahoma, vivono Violet e suo marito Beverly Weston, poeta alcolizzato. Un giorno l’uomo scompare misteriosamente e la famiglia si riuni sce precipitosamente, riportando a galla vecchi ricordi spiacevoli. Il ritrovamento del cadavere e il suo funerale daranno il via a una emozionante e divertente resa dei conti.
Scrive Tracy Letts: «La speranza di ogni drammaturgo è quella di poter attingere, attraverso la narrazione, a temi universali. Con molti americani condivido la storia di famiglie – per lo più discendenti di agricoltori irlandesi, tedeschi o olandesi – che hanno forgiato la loro etica dagli anni della Depressione fino al Baby Boom. Condivido il conflitto multigenerazionale che inevitabilmente nasce quando coloro che non hanno nulla hanno lasciato il loro orgoglio e il loro senso di colpa a coloro che non hanno voluto nulla. August: Osage County è il mio tentativo di esplorare questo scisma generazionale e la sensibilità del Midwest, perché, come disse Sam Shepard quando gli chiesero perché scrivesse così tanto sulla famiglia: “Che altro c’è?”. Agosto a Osage County ci può dare una possibilità per imparare come le dinamiche della “famiglia” continuino a plasmare noi e il nostro approccio al mondo».
Nelle sue note, Filippo Dini dichiara: «Nel poco tempo in cui assistiamo al ricomporsi dei molti componenti di una famiglia, che avrebbero volentieri sopportato in solitudine le tante spaccature che li hanno allontanati, riconosciamo in quella violenza, in quelle ferite mai curate, in quell’amore furioso, le dinamiche e la matrice stessa del nostro essere adulti oggi. Non ci sono vincitori in questa storia, come forse non ce ne sono nella nostra epoca: non c’è alcun riscatto, né un miglioramento delle coscienze, o di stili di vita, solo un assistere privo di pietà allo scarnificarsi lento e inesorabile di quella cosa oscura e misteriosa che siamo fin troppo abituati a chiamare famiglia. Tutto, però, ci viene raccontato con un sorriso perfido e divertito, come se un certo amore per il senso del ridicolo (che senza dubbio ognuno di noi manifesta assolutamente inconsapevole all’interno del proprio focolare) possa curare quelle ferite e alleviarne il bruciore continuo e inesorabile. Così il timido richiamo a Čechov non è così casuale e involontario, anzi guardando questa storia attraverso il suo sguardo (e credo che il nostro autore un po’ ce lo suggerisca) ritroveremo quel divertimento, quell’aridità degli spazi e degli animi, quella stessa attesa di una apocalisse imminente, che ci ridarà calore, proprio perché ci riguarda direttamente».