21 ott. 2019 | “Teoria della classe disagiata” dal 25 al 27 ottobre
LO SPETTACOLO TEATRALE
TEAORIA DELLA CLASSE DISAGIATA
DAL 25 al 27 OTTOBRE ALLE ORE 20
ALLA SALA MELPOMEME DEL TEATRO DELLE MUSE
SECONDO APPUNTAMENTO
DEL PROGETTO
MARCHE CREA
FOCUS SULLE NUOVE CREAZIONI TEATRALI DELLE MARCHE
Prosegue la prima edizione del progetto MARCHE CREA a cura di MARCHE TEATRO con il sostegno della Regione Marche.
Il progetto sostiene la produzione teatrale di una nuova generazione di compagnie e artisti marchigiani fornendo un supporto economico, tecnico, organizzativo e promozionale ad opere prime, riallestimenti e progetti in progress.
Il 25, 26, 27 ottobre alla Sala Melpomeme del Teatro delle Muse, in anteprima, è la volta di TEORIA DELLA CLASSE DISAGIATA dal libro di Raffaele Alberto Ventura, con Giacomo Lilliù e Matteo Principi, regia Giacomo Lilliù, drammaturgia Sonia Antinori, video Giulia Coralli, Matteo Lorenzini, Piegiorvanni Turco, sound design Aspect Ratio, scene Lodovico Gennaro, costumi Stefania Cempini, luci Angelo Cioci, produzione MALTE & Collettivo ØNAR / MARCHE TEATRO.
Pubblicato nel 2017 e presto divenuto un saggio di culto, Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura descrive una generazione cresciuta con il dovere morale di inseguire passioni, prosciugare patrimoni familiari e primeggiare nella scalata sociale, mentre oggi il terreno sembra franarle sotto i piedi.
Due “rappresentanti di classe” conducono questo varietà tragico in cui si fanno portavoce delle mistificazioni, delle fragilità, delle meschinità di se stessi e dei loro simili, barcamenandosi fra il ridicolo e il macabro, squadernando un album di parabole letterarie e filosofiche, scambiandosi il ruolo di ragione e sentimento, vittima e carnefice, sacerdote e sacrificato; sono l’economista e il bovarista, il Todestrieb e il Lebenstrieb della classe disagiata, gli officianti del funerale di un’illusione collettiva.
Giacomo Lilliù Nato nel 1992, è attore e regista teatrale. Nel 2013 si diploma alla LAMDA di Londra. Dal 2014 collabora con MALTE, compagnia diretta da Sonia Antinori: tra i lavori a cui partecipa si ricordano il progetto europeo WISE (2013-15), all’interno del quale dirige il debutto in a Łódź (Polonia) di tre atti unici, e Nella giungla delle città. L’irruzione del reale (2018, vincitore del bando MigrArti del MiBACT), per cui è stato formatore dei laboratori teatrali. Nel 2015 è tra i fondatori del gruppo di sperimentazione multidisciplinare Collettivo ØNAR, per cui cura la progettualità e le regie teatrali. Nel 2017 è tra i trenta giovani registi selezionati da Antonio Latella per il bando di Biennale College Teatro.
Matteo Principi Classe 1992, dal 2014 al 2017 frequenta la Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Qui studia, tra gli altri, con Luca Ronconi, Carmelo Rifici, Peter Stein, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio. Dopo essersi diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro nel 2017, approfondisce il suo interesse per il teatro fisico e la danza contemporanea, partecipando a Rizoma (2014, di Sharon Fridman) e alla Flöz Akademie. È diretto da Carmelo Rifici in Uomini e no (2017-18) e da Alessio Maria Romano in Choròs (2018). Attualmente è impegnato nel progetto Amore di Tristeza Ensemble, vincitore del bando Under 25 del Teatro Studio Uno di Roma.
Orario spettacoli ore 20
Biglietto: intero €10 / ridotto €8
Informazioni e prenotazioni: Biglietteria del Teatro delle Muse 07152525, biglietteria@teatrodellemuse.org / biglietti online www.geticket.it / gruppi e scuole 07120784222.
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ULTIMO APPUNTAMENTO DI QUESTA RASSEGNA:
Il 6, 7, 8 dicembre, in anteprima, va in scena OTTAVA RIMA – OVVERO COME IL PASTORE CONTA LE PECORE convivio teatrale sonorizzato dal vivo di e con Gennaro Apicella e Michele Maccaroni, regia NUMERI 11, sonorizzato dal vivo da Andrea Illuminati, light design Pietro Cardarelli, consulenza storico/letteraria prof. Mario Baldassarri, produzione A. C. NUMERI 11 / MARCHE TEATRO.
Nel 1819, in un’osteria di cui non c’è più traccia, al confine tra Lazio, Abruzzo e Marche, si incontrano un pastore e un forestiero. Entrambi poeti, tra un bicchiere di vino e l’altro, si guarderanno, si studieranno. In un
dialogo sempre in bilico tra curiosità e diffidenza, ammirazione e paura, conteranno le pecore in transumanza e seguiranno le linee delle stelle in lontananza.