26 gen. 2016 | Neri Marcorè alle Muse di Ancona
Parabole del presente e nuove utopie,
si fondono in un anomalo, reinventato teatro canzone
Dal 28 al 31 gennaio al Teatro delle Muse di Ancona, la Stagione Teatrale 2015 16 curata da Marche Teatro prosegue con Neri Marcorè in Quello che non ho, liberamente ispirato all’opera di Pier Paolo Pasolini, canzoni di Fabrizio De André, drammaturgia e regia di Giorgio Gallione, voci e chitarre Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini, arrangiamenti musicali Paolo Silvestri, scene e costumi Guido Fiorato, luci Aldo Mantovani, collaborazione alla drammaturgia Giulio Costa produzione Teatro dell’Archivolto.
La rabbia di Pier Paolo Pasolini e le anime salve di Fabrizio De Andrè.
Da questa libera ispirazione nasce Quello che non ho, un affresco teatrale che cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza nel futuro. Si serve per questo di storie emblematiche, parabole del presente, che raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione.
A questo tessuto narrativo si innestano le canzoni di Fabrizio De Andrè, poesie in musica che passano dalle ribellioni e i sarcasmi giovanili alla visionarietà dolente dei “non allineati” contemporanei, costruendo idealmente un dialogo, etico e politico, tra le narrazioni dell’Italia e del mondo di due artisti spesso in assonanza.
Dalle note sullo spettacolo: Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo: “seguiamo la fantasia esatta”, di Mozart “siamo allievi del mondo”, di Rameau “trovo sacro il disordine che è in me”, di Monet “voglio un colore che tutti li contenga” , di Fabrizio De Andrè “vado alla ricerca di una goccia di splendore”, fino alle utopiche provocazioni di Pasolini “è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente”
Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del “Sesto continente” un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella(?!) dai gadgets dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie (anche in forma di canzone) che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.
Dopo avere esplorato Gaber e i Beatles, questa volta Neri Marcorè si confronta con un reinventato esempio di teatro canzone che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.
Le canzoni di Fabrizio De Andrè presenti nello spettacolo sono: Se ti tagliassero a pezzetti (De Andrè _ Bubola), Una storia sbagliata (De Andrè – Bubola), Ottocento (De Andrè – Pagani), Don Raffaè (De Andrè – Pagani- Bubola), Quello che non ho (De Andrè – Bubola), Khorakhanè (A forza di essere vento) (De Andrè – Fossati), Smisurata preghiera (De Andrè – Fossati), Dolcenera (De Andrè – Fossati), Volta la carta (De Andrè – Bubola), Canzone per l’estate (De Andrè – De Gregori).
Per il ciclo di incontri “L’aperitivo con gli artisti” Neri Marcorè inconterà il pubblico sabato 30 gennaio alle ore 18.30 al musecaffé (foyer di prima galleria del Teatro delle Muse), conduce l’incontro la giornalista Valentina Conti.