Babilonia Teatri “Inferno”
anteprima // 2 luglio – Ancona, Teatro Sperimentale, ore 21.00
di Babilonia Teatri
con Enrico Castellani
e con gli attori non-attori del Laboratorio-Scuola/Compagnia ZeroFavole Selika Caffarri, Marika Messori, Carlo Trolli, Marco Messina, Sara Fecondo, Daniele Balocchi, Maria Balzarelli, Paolo Terenziani, Lamin Singhateh.
un progetto di Babilonia Teatri e ZeroFavole
“Inferno è la convinzione che il teatro oggi deve occuparsi prima delle persone che di se stesso. Inferno è il bisogno e la scelta di fare un teatro necessario. Inferno è fare teatro con chi non risponde alle logiche del teatro, ma inconsapevolmente le sovverte, le ribalta e mandandole all’aria le rinnova. Inferno rivendica al teatro il suo ruolo di iniettore dialettico, capace di aprire squarci sul presente. Di metterci in crisi.Inferno è un’oasi, un miraggio, una meta oltre l’orizzonte. Inferno è un non luogo.Inferno va oltre lo stigma. Inferno è una doccia di varichina per scrostare etichette veritiere, ma a tal punto univoche da falsare la realtà.
Affermare che Daniele è down è corretto, ma Daniele è molto altro.
Affermare che Selika è in sedia a rotelle è corretto, ma Selika è molto altro.
Lamin è nero, è alto e non parla l’italiano, ma Lamin prima di tutto è Lamin.
Inferno è magma incandescente per la nostra estetica. È nutrimento per la nostra etica.”
Dopo aver vinto il Premio Scenario nel 2007 con lo spettacolo rivelazione made in italy, Babilonia Teatri si è aggiudicata nel giro di pochissimi anni il Premio Ubu, il Premio Hystrio, il Premio Franco Enriquez. Radicata nella provincia veneta, che la compagnia ha contribuito a svelare come bacino di emergenze generazionali, l’invenzione linguistica di Babilonia Teatri ha toccato l’intera sintassi della scrittura scenica (testo, spazio, attore). I testi degli spettacoli, affidati alla pura esposizione, statica, frontale, non mimetica, sono portatori di una realtà che interagisce con la fisicità dei corpi e la concretezza degli oggetti e delle azioni.
Oggetto d’indagine è la possibilità stessa di stare in scena: senza il ricorso a personaggi, dialoghi, meccanismi di finzione o immedesimazione. (Cristina Valenti).