AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

inizio spettacoli ore 20.45 – sabato ore 16.30 e ore 20.45 –  – domenica ore 16.30

dal 7 al 9 marzo 2025 | FUORI ABBONAMENTO
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

commedia musicale di Garinei e Giovannini
scritta con Jaia Fiastri
liberamente ispirata a “After me the Deluge” di David Forrest
musiche di Armando Trovaioli
regia originale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini
con Giovanni Scifoni e Lorella Cuccarini
ripresa teatrale di Marco Simeoli
la voce di lassù è di Enzo Garinei

Viola Produzioni

Cinquanta… e non li dimostra!

Nel 2024 si festeggiano 50 anni dal mitico debutto di uno degli spettacoli più longevi e amati dagli italiani. Alessandro Longobardi per Viola produzioni – Centro di Produzione Teatrale, presenta la nuova edizione di AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri, con le musiche composte da Armando Trovajoli e le coreografie di Gino Landi.

Dopo quattro stagioni di grande successo torna nei principali teatri italiani con un cast prestigioso,che continuerà ad emozionare il pubblico di ogni generazione.

In questa edizione, la messa in scena della regia originale di Garinei e Giovannini è stata affidata a Marco Simeoli.

Nel ruolo di Don Silvestro Giovanni Scifoni, attore stimato ed amato dal pubblico, con Lorella Cuccarini nel ruolo di Consolazione.

“La voce di lassù”, interpretata da Enzo Garinei per quattro stagioni, verrà mantenuta in suo onore.
Nel ruolo di Clementina debutta Sofia Panizzi e Toto sarà interpretato da Francesco Zaccaro.
Francesca Nunzi è confermata nel ruolo di Ortensia.

SIOR TODERO BRONTOLON

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

Dal 13 al 16 marzo 2025
Franco Branciaroli
SIOR TODERO BRONTOLON

di Carlo Goldoni
con Franco Branciaroli
e con dieci attori in via di definizione
regia di Paolo Valerio

Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano, Teatro de gli Incamminati

“Quale maggior disgrazia per un uomo, che rendersi l’odio del pubblico, il flagello della famiglia, il ridicolo della servitù? Eppure non è il mio Todero un carattere immaginario. Purtroppo vi sono al mondo di quelli che lo somigliano; e in tempo che rappresentavasi questa commedia, intesi nominare più e più originali, dai quali credevano ch’io lo avessi copiato”.
Anche oggi non è raro incappare in un “brontolòn” come il Todero di Carlo Goldoni che precedeva la commedia racchiudendo queste riflessioni né “L’autore a chi legge” e si stupiva di come un lavoro incentrato su un personaggio tanto odioso e negativo potesse aver ricevuto dal pubblico un tale successo. Sior Todero brontolòn scritta nel 1761 e presentata al Teatro San Luca di Venezia l’anno successivo, fu infatti accolta con molto calore, ripresa per dieci repliche a gennaio e poi nuovamente a febbraio, a ottobre…

Sior Todero risponde – come carattere – al modello dei rusteghi, ma dei quattro burberi veneziani perde qualsiasi accento bonario. La trama lo vuole avaro, imperioso, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote, diffidente e permaloso verso il mondo. Sembrerebbe impossibile empatizzare con una simile figura.
Eppure, il capolavoro di Goldoni – e la figura di Todero, scritta in modo magistrale – sono stati molto ambiti dai teatri e dai più grandi attori, da Cesco Baseggio, a Giulio Bosetti, a Gastone Moschin.

Ora questo indifendibile “brontolòn” attira un maestro del palcoscenico contemporaneo come Franco Branciaroli, che – diretto da Paolo Valerio – ne offrirà una nuova straordinaria e inaspettata interpretazione.
Dopo l’originale e dissacrante interpretazione di Shylock nel Mercante di Venezia shakespeariano, Paolo Valerio e Franco Branciaroli si apprestano a stupire il pubblico con la rilettura di un classico del teatro italiano, che molto ancora può suggerire alla sensibilità contemporanea.

Basti pensare – a fronte di una figura di protagonista tanto imponente e attrattiva – al ruolo sottile e risolutivo che Goldoni affida, nella commedia, al mondo femminile, l’unico che nello sviluppo drammaturgico appare pienamente positivo: sarà l’alleanza fra la coraggiosa nuora del vecchio avaro e l’intelligente vedova Fortunata a salvare la giovane Zanetta da un matrimonio impostole per mero interesse e foriero di infelicità. Sarà riconsegnata all’amore generoso e vero in un finale che – in tempi in cui il concetto di “patriarcato” domina le nostre cronache nelle sue accezioni più distorte e plumbee – intreccia in prospettiva, alla gioiosità della risoluzione, una venatura di turbamento.

PERSONAGGI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

21 e 22 marzo 2025 | FUORI ABBONAMENTO
Antonio Albanese
PERSONAGGI

testi di Antonio Albanese, Michele Serra, Piero Guerrera, Giampiero Solari
regia di Giampiero Solari

BEA

Che cosa hanno in comune i mille volti con i quali Antonio Albanese racconta il presente? L’umanità.
La realtà diventa teatro attraverso il Ministro della Paura, L’Ottimista, il Sommelier, Cetto La Qualunque, Alex Drastico, Perego, il Professore, maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell’amico del cuore, in noi stessi.
Lo spettacolo “Personaggi” riunisce alcuni tra i volti creati da Antonio Albanese: dall’immigrato che non riesce a inserirsi al Nord, all’imprenditore che lavora 16 ore al giorno, dal sommelier serafico nel decantare il vino, al candidato politico poco onesto, dal visionario Ottimista “abitante di un mondo perfetto”
“Personaggi” appunto che in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad amare, dove la nevrosi, l’alienazione, il soliloquio nei rapporti umani e lo scardinamento affettivo della famiglia, l’ottimismo insensato e il vuoto ideologico contribuiscono a tessere la trama scritta da Michele Serra e Antonio Albanese.
In scena uomini del Sud e del Nord, uomini alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, ottimisti e qualunquisti. Maschere irriverenti e grottesche specchio di una realtà guardata con occhio attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic.
Una galleria di anti-eroi che svelano un mondo fatto di ossessioni, paure, deliri di onnipotenza e scorciatoie, ma dove alla fine anche la poesia trova posto.
Un recital che racconta, con corrosiva comicità e ritmo serrato, un mondo popolato da personaggi tipici del nostro tempo, dal pensiero contemporaneo interpretato con dirompente fisicità.

“Vorrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po’ meno soli, un po’ più allegri, un po’ più forti, vorrei abbracciarli tutti. La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre.”

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

Dal 10 al 13 aprile 2025
Valerio Binasco e Sara Bertelà
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

da Luigi Pirandello
regia Valerio Binasco
con (in ordine alfabetico) Sara Bertelà, Valerio Binasco, Giovanni Drago, Giordana Faggiano, Jurij Ferrini
scene Guido Fiorato
costumi Alessio Rosati
luci Alessandro Verazzi
musiche Paolo Spaccamonti
suono Filippo Conti
aiuto regia Giulia Odetto
assistente regia e drammaturgia Micol Jalla
assistente scene Anna Varaldo
assistente luci Giuliano Almerighi

Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

Valerio Binasco è tra gli interpreti più intriganti della scrittura di Luigi Pirandello. Con Sei personaggi ha scelto di allestire il dramma che forse più qualunque altro testo riesce a raccontare e sintetizzare i binomi che sono alla base del teatro: lo scontro tra parole e regia e tra interpretazione e vita reale. Una sfida che si concretizza in un’intensità speciale, affidata a un cast numeroso e multigenerazionale, a partire dallo stesso Binasco, affiancato da Sara Bertelà, Jurij Ferrini, Giovanni Drago e Giordana Faggiano (Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2023 come attrice emergente). Nella storia di questa famiglia spezzata, arte e vita, umanità e maschere si fondono in un denso nucleo di interrogativi e riflessioni sulla contrapposizione tra la nostra identità e la sua rappresentazione, tra l’illusoria adesione a forme sociali precostituite ed il loro fallimento, in uno spazio scenico non convenzionale, che contribuisce a rimarcare la lettura che Binasco ha fatto di questo capolavoro del Novecento.