DIRE FARE BACIARE LETTERA TESTAMENTO

10 novembre 2024 | Teatro Sperimentale
Koreja / Babilonia Teatri
DIRE FARE BACIARE LETTERA TESTAMENTO
dai 6 anni

di Valeria Raimondi, Enrico Castellani
cura Valeria Raimondi
parole Enrico Castellani
con Carlo Durante, Barbara Petti, Anđelka Vulić
tecnici Alessandro Cardinale, Mario Daniele
foto di Atraz & Emilia videography

Koreja in collaborazione con Babilonia Teatri

Dire fare baciare lettera testamento è un’ode al bambino. È un canto alla sua bellezza, alle potenzialità che ogni bambino racchiude dentro di sé, all’infinita gamma di possibilità che ognuno di noi ha davanti quando nasce.
Dire fare baciare lettera testamento è il nostro personale manifesto dei diritti del bambino. Riflette su un tempo, il nostro, e su una società caratterizzati da ritmi sempre più frenetici ed accelerati dove spesso i bambini vengono trattati come piccoli adulti, senza rispettare i loro tempi, i loro bisogni e senza riservare loro ascolto adeguato. Lo spettacolo attraverso diversi quadri che si susseguono con ritmo travolgente mostra e fa vivere come un bambino abbia bisogno di fare esperienze, di come abbia bisogno che gli vengano accordate stima e fiducia.
Dire fare baciare lettera testamento è una proposta di gioco rivolta ai bambini, ai loro genitori, ai maestri e agli adulti in genere. È un invito a scoprire le possibilità del fare, del fare da soli, del fare insieme. Lo spettacolo non racconta una storia, ne racconta tante. Racconta di come il gioco per un bambino sia importante e necessario quanto l’aria che respira. Racconta dei mondi che il gioco contiene e dischiude, di come il gioco sia spazio in cui crescere e confrontarsi, conoscere e conoscersi.
Si gioca perché giocare è il lavoro dei bambini. Per giocare però servono delle condizioni che lo permettano e queste condizioni non sono i bambini a doverle creare, sono i grandi. Per giocare servono i bambini non i giochi. Un bambino appena nato conosce il mondo intero, da lassù, dal mondo dei bambini, ha visto tutto. Più di ogni altra cosa un bambino appena nato sa quali sono i suoi diritti.

Un bambino ha diritto al dialogo. / Ha diritto alla quiete e al silenzio. / Ha diritto ad uscire quando piove, a giocare con l’acqua, a saltare nelle pozzanghere e a bagnarsi. / Ha diritto a piantare chiodi, a segare e raspare legni, a scartavetrare, a incollare. / Ha diritto a rompere le uova, a sbatterle e a impastare l’acqua e la farina. / Ha diritto a giocare con la terra, a fare torte di fango e castelli di sabbia. / Ha diritto agli odori. / Ha diritto al buio, a giocare con le ombre e le pile. A dormire la notte all’aperto. / Un bambino ha diritto all’alba e al tramonto. / Ha diritto alle sfumature, / al sole che sorge, / all’aurora, / ha diritto al crepuscolo, / ha diritto ad ammirare la notte, la luna, le stelle / ha diritto ad incontrare i fantasmi e ad avere paura.

GLI OMINI ROSSI E BABBO NATALE

15 dicembre 2024 | Teatro Sperimentale
Compagnia Mattioli
GLI OMINI ROSSI E BABBO NATALE
dai 3 anni

liberamente ispirato agli Uomini rossi di Pef
testo e regia Monica Mattioli
con Alice Bossi e Roberto Boer

Olga, una buffa e pasticciona aspirante cantante cercherà di narrare, tra azioni comiche e poetiche, com’è nata la leggenda di Babbo Natale.
Su un piccolo tavolo palcoscenico si ricostruirà il paesaggio innevato dove si svolge la vita degli Omini rossi.
Ma che relazione ci sarà tra Babbo Natale e i piccoli Omini rossi?
Olga sarà in grado di ricostruire la storia di un paese dove tutto è gelo e neve, un paese di laghi, boschi, colline chiusi nella morsa del gelo invernale dove vivevano i piccoli, rossi e divertenti personaggi?
Sarà in grado di ricostruire le incredibili origini di Babbo Natale? Speriamo!
Lo scopriremo insieme in attesa del Natale… di Babbo Natale.

Un divertente spettacolo sul Natale con oggetti, musiche coinvolgenti e gag comiche per un pubblico di famiglie e per scolastiche dai 3 agli 8 anni.

RUMORI NASCOSTI

26 gennaio 2025 | Teatro Sperimentale
Teatro del Buratto / CSS Udine
RUMORI NASCOSTI
dai 5 anni

regia Emanuela Dall’Aglio
con Emanuela Dall’Aglio, Riccardo Paltenghi
paesaggi sonori e luci Mirto Baliani                                                                                                                  
costruzioni Emanuela Dall’Aglio, Michele Columna, Veronica Pastorino
collaborazione artistica Veronica Pastorino
direzione di produzione Franco Spadavecchia

Teatro del Buratto / CSS Teatro Stabile d’Innovazione

Proseguendo nello studio della fiaba, mi avvicino questa volta al racconto moderno o contemporaneo, affrontando la storia con la stessa cura e ricercatezza di archetipi e percorsi di una fiaba antica, d’altronde il viaggio dell’eroe segue percorsi che sono di tutti tempi, uguali in ogni epoca.
Questa fiaba inedita comincia con una ricercatrice di reperti, che normalmente conosce e sceglie gli elementi della storia che introduce, ma che in questo caso li troverà con fatica lì sul posto e scoprirà insieme al pubblico la loro utilità, non essendo lei per prima pratica della fiaba che va a incominciare.
Una fiaba pop-up, un abito storia, una casa di bambola.
Una casa che si apre e si snoda tra scale, porte e stanze in un’avventura dove i rumori nascosti, gli scricchiolii, le porte che cigolano, generano suoni, evocano immagini, spingono la mente della protagonista a combattere creature paurose e mitiche, prima informi e poi sempre più concrete, prendendo connotazioni lupesche, animale stereotipo delle paure notturne. Quando qualcuno le sa ascoltare e sentire così bene, riesce anche a farle diventare vere… o forse lo sono da sempre.
Lucia è una bambina che vive in una grande casa dove si ritrova spesso a giocare da sola, una situazione che spesso i piccoli conoscono bene.
Camminando tra queste stanze i pensieri prendono forma e lei cerca di raccontare le sue preoccupazioni ad una famiglia che troppo spesso è occupata in altre faccende.
Lucia vive la sua avventura scoprendo che le sue paure, i rumori sinistri di quella casa possono, per strane casualità essere generati da lei stessa che, scoprendo alcuni trucchi e conoscendo bene quel tipo di paura, diventa l’eroe che fa scappare gli incubi.
Ispirato al libro Lupi nei muri di Neil Gaiman la fiaba rappresentata prende una sua autonomia soprattutto nel finale dove la rivalsa del protagonista è autonoma e onirica e i lupi, come le paure, vengono cacciati non dalla violenza, ma dalla presa di coscienza delle proprie forze.
Un’avventura dentro i muri domestici, un luogo diventato anche troppo familiare in questi tempi.

SEMINO

16 febbraio 2025 | Teatro Sperimentale
La Luna nel Letto
SeMino
dai 3 anni

regia Michelangelo Campanale
soggetto e testi Katia Scarimbolo
con Annarita De Michele, Domenico Piscopo
voce narrante Lena Ravaioli
costumi Maria Pascale, Filomena De Leo
animazione video Ines Cattabriga
disegni, scene e luci Michelangelo Campanale
tecnico Michelangelo Volpe

COMPAGNIA LA LUNA NEL LETTO, Teatri Abitati – Residenza di Ruvo di Puglia In collaborazione con la Scuola di Danza Artinscena

Mino ha una tana in giardino. Ogni giorno Mino esce dalla tana per raccogliere foglie secche da conservare. Non si sa mai, potrebbero sempre servire! Ma un bel giorno in quel giardino a Mino capiterà di non raccogliere più soltanto foglie secche, ma anche un seme, lasciato lì, forse non per caso, da una curiosa signora, che scandirà il passaggio delle stagioni e si prenderà cura di quell’incontro. E quel seme porterà con sé altro da scoprire, osservare e raccogliere. Per dirla in breve, un’occasione.
SeMino è un progetto che nasce dalla ricerca di forme alternative di educazione ambientale che ci piace chiamare forme di educazione sentimentale. Solo la capacità di sentire la natura come parte di sé è il presupposto per maturare una vera e propria affettività verso l’ambiente naturale: non è possibile comprendere la singola parte fino a quando non si è compreso come tutto è collegato, l’uomo stesso è visto come parte della natura e non in contrapposizione ad essa.
SeMino è metafora della vita in qualsiasi forma si manifesti, è il maschile e il femminile, è la parte più esplosiva e più nascosta, è l’eterna lotta tra ciò che è e ciò che potrebbe essere , le parole non dette e le parole che si fanno corpo… E’ il tempo sospeso tra ciò che vorremmo fare e ciò che riusciamo a fare … è l’attesa dell’attimo in cui poter fare esplodere la felicità.
Il teatro fisico, le arti visive, il video e la musica saranno i linguaggi utilizzati per comunicare anche con il pubblico dei piccolissimi. La parola in questa esperienza, è parola corporea, danza di gesti legati alla ritualità dello scorrere del tempo, una parola che si fa immagine, che si intreccia al movimento, ai suoni, ai silenzi.

SECONDO PINOCCHIO

9 marzo 2025 | Teatro Sperimentale
Burambò
SECONDO PINOCCHIO
dai 5 anni

di e con Daria Paoletta e Raffaele Scarimboli

Compagnia Burambò

Pinocchio, legato al collo da una catena, ulula al pari di un cane. Alle sue spalle, il burattinaio lo libera ricordadogli che la scena che lo vede braccato dal contadino è stata tolta dal copione. Dal principio si chiarisce quale sarà la cifra dello spettacolo: la finzione è scenicamente dichiarata. Questo permetterà al protagonista di vivere apertamente una relazione giocosa e spontanea con gli animatori. Pinocchio decide di raccontare alcune parti della sua storia e di rappresentarne altre, usando come controfigura una marionetta di legno, che nascerà in una delle prime scene, quando il falegname Geppetto, creerà il suo straordinario figliuolo, già dispettoso e pieno di vita. Quest’ultimo per andare incontro al babbo, affronterà il mare in tempesta scampando alle fauci del pescecane; approderà naufrago sull’isola delle api industriose, dove incontrerà il suo doppio, con il quale parlerà in segreto, come davanti allo specchio. Presto, gli affanni del padre saranno simili a quelli dei due animatori che si ritrovano a correre dietro Pinocchio e a fare mille raccomandazioni puntualmente trasgredite dal monello di legno. Gli animatori sono anche interpreti di alcuni personaggi come il gatto e la volpe, il guidatore del carro e la fatina che prepara la medicina. In questa versione si è scelto di raccontare le vicende più salienti tra le innumerevoli del romanzo originale. Attraverso l’utilizzo degli espedienti teatrali appena descritti, le emozioni e i sentimenti di questa bella storia, sono continuamente attraversati, facendone affiorare l’aspetto paradossale, che suscita ilarità, e al tempo stesso realistico, capace di commuovere. Al finale è riservata la sorpresa di scoprire come accade che Pinocchio diventa un bambino in carne ed ossa.

HAMELIN

30 marzo 2025 | Teatrino del Piano ore 16.30 e 18.30
Factory Compagnia Transadriatica
HAMELIN
dai 6 anni

con Fabio Tinella
drammaturgia e regia Tonio De Nitto
dramaturg Riccardo Spagnulo
musiche originali Paolo Coletta
voiceover Sara Bevilacqua
sound designer Graziano Giannuzzi
scena Iole Cilento
burattini Michela Marrazzi
luci Davide Arsenio
costumi Lapi Lou
assistente scenografa Cristina Zanoboni
costruzione scenica Luigi Di Giorno

cura della produzione Claudia Zeppi
amministrazione Emanuela Carluccio
distribuzione Francesca D’Ippolito

Factory compagnia transadriatica – Fondazione Sipario Toscana con il sostegno di Segni new generations festival

La storia del pifferaio di Hamelin è ancora avvolta nel mistero. Hamelin è il nome di una cittadina al nord della Germania dove leggenda e realtà si son fuse centinaia di anni fa, dove diverse ipotesi non hanno mai risolto il mistero della sparizione di 130 bambini, come riportato nella targa affissa sulla cosiddetta casa dell’accalappia topi. Un fatto di cronaca traslato via via in fiaba, nella tradizione orale prima e nella raccolta “Saghe germaniche” dei Fratelli Grimm poi.
Ad Hamelin vige ancora il divieto assoluto di suonare musica nella via Senzatamburi, dove anche i cortei in festa che vi arrivano cessano immediatamente ogni suono.
Ma cosa è successo ai bambini di Hamelin? Dove finisce la realtà e dove inizia la finzione?

Le affinità col tempo buio che stiamo vivendo trovano un’eco stupefacente nel buio che la cittadina di Hamelin stava attraversando a causa del morbo portato dai topi.  Lo spettacolo proverà a raccontare e ripercorrere l’origine di questo mistero giocando su diversi piani: quello temporale diviso tra l’oggi e quello della storia e, infine, il piano della percezione perché adulti e bambini potranno seguirlo attraverso un punto di vista diverso utilizzando un apposito dispositivo che porta i corpi di chi guarda a entrare nella scena in maniera interattiva.
Ci siamo chiesti in cosa possa consistere oggi la libertà’ restituita dal pifferaio e possiamo dire che il pifferaio come artista porta una visione diversa da quella degli adulti, in cui c’è spazio per la sorpresa e per il rapimento della bellezza (cose che appartengono all’infanzia). E’ una figura che cambia di segno, perché il suo rapimento attraverso la musica è uno strappare i bambini ai divieti, alle restrizioni e alla troppa protezione che non li fa crescere.
Allo stesso tempo questo personaggio che col suo carretto sembra un reperto dell’antico teatro viaggiante, innesca una profonda riflessione sul ruolo dell’artista nella società oggi.