Valentina Picello vince il Premio Hystrio all’interpretazione 2022
La motivazione della giuria:
Valentina Picello, esile e dallo sguardo ceruleo, ha una potenza comica che provoca ferite nell’animo dello spettatore. Che sia l’impiegata esilarante e dolente di “Edificio 3” di Claudio Tolcachir o l’Agnese atterrita, ma non sconfitta e remissiva, de “Scuola delle mogli” di Molière diretta da Arturo Cirillo, sa essere fragile e forte al tempo stesso. La sua forza arriva da un’apparente inconsapevolezza, da un’incoscienza adamantina che la rende anima bella e coraggiosa, in grado di saper frequentare con maestria anche i ritmi della comicità e dell’autoironia. Ed è questa sua estraneità fanciullesca che fa di Valentina, fin dai tempi de “La scimia” di Emma Dante, un corpo esile e sottile che si agita al vento della vita e della creazione registica, tanto duttile quanto resistente e orgoglioso della propria femminilità. Come nel ruolo di una casta Rossana nel “Cyrano de Bergerac” di Arturo Cirillo, ultima prova di un lungo sodalizio con il regista napoletano, che l’ha vista interprete anche di “Chi ha paura di Virginia Woof?” di Edward Albee e di “Orgoglio e pregiudizio” da Jane Austen. Queste sono solo alcune delle prove d’attrice di Valentina Picello che, tra i tanti, ha lavorato con Luca Ronconi, Federico Tiezzi, Giorgio Barberio Corsetti, Serena Sinigaglia, Carlo Cerciello, Renzo Martinelli e Roberto Rustioni. A lei il nostro Premio Hystrio all’interpretazione, a dimostrarne la coerenza interpretativa e la capacità di cucirsi addosso i personaggi senza rinunciare a se stessa, ma anzi mettendo a nudo la fragilità ipersensibile di un femminile in cerca di un doloroso riscatto emotivo e sentimentale.