27 set. 2017 | Al via la vendita dei biglietti di tutti gli spettacoli per la Stagione Teatrale 2017-18

STAGIONE TEATRALE DI ANCONA 17 18
11 SPETTACOLI TRA MUSE E SPERIMENTALE
TONI SERVILLO IN ESCLUSIVA REGIONALE, CARLO CECCHI IN PRIMA NAZIONALE
IL MUSICAL “MAMMA MIA!” CON L’ORCHESTRA DAL VIVO

LA PRIMA VOLTA SUL PALCO PER “IL NOME DELLA ROSA” DI UMBERTO ECO
AL VIA LA VENDITA DEI SINGOLI BIGLIETTI DI TUTTI GLI SPETTACOLI

Al via la vendita dei singoli biglietti a tutti gli spettacoli della Stagione Teatrale 2017/18 di Ancona presso la biglietteria del Teatro delle Muse (aperta dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 13.30 e nei pomeriggi di giovedì e venerdì dalle 16.30 alle 19.30). I biglietti di tutti gli appuntamenti del cartellone di prosa in abbonamento sono in vendita anche on line su www.geticket.it da giovedì 28 settembre.

Il programma diviso tra il Teatro delle Muse e il Teatro Sperimentale propone in abbonamento 11 titoli, un’ampia panoramica di attori e registi di diverse generazioni, amati dal pubblico a cavallo tra teatro e cinema, da Toni Servillo dirige Elvira di Brigitte Jaques, che sarà presentato ad Ancona in esclusiva regionale a Carlo Cecchi che prova e debutta in prima nazionale con il suo nuovo lavoro, Enrico IV, prodotto da Marche Teatro; poi ancora Marco Tullio GiordanaGiorgio Barberio CorsettiMassimiliano Bruno fino a Leo MuscatoFilippo DiniLuca Barbareschi,Gianluca Guidi.

Più di 100 artisti saliranno sui palcoscenici di Muse e Sperimentale. Tra gli attori che vedremo in scena: Toni Servillo, Carlo Cecchi, Ennio Fantastichini, Luca Barbareschi, Chiara Noschese, Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Renato Carpentieri, Paolo Ruffini, Stefano Fresi, Francesca Inaudi, Giuseppe Zeno, Ambra Angiolini, Violante Placido, Giorgio Pasotti, Paolo Conticini, Luca Ward, Sergio Muniz.

In questa Stagione sul palcoscenico del Massimo cittadino arriveranno testi classici per titoli importanti come Enrico IV di Luigi Pirandello, Re Lear e Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, La vedova scaltra di Carlo Goldoni, Questi fantasmi! di Eduardo De Filippo, Elvira tratto da Molière e la commedia classica di Louis Jouvet e romanzi che sono stati anche grandi e amati film, come Il nome della Rosa di Umberto Eco, La guerra dei Roses di Warren Adler, L’anatra all’arancia di William Duglas Home, fino al musical che apre il cartellone, visto da oltre 54 milioni di persone in 14 lingue diverse per la prima volta in versione italiana, Mamma mia!.

Si parte dal 19 al 22 ottobre al Teatro delle Muse con il musical Mamma mia! diretto da Massimo Romeo Piparo. Dopo oltre vent’anni di successi planetari, il travolgente Musical con le canzoni degli ABBA che ha fatto ballare il mondo intero per tre generazioni, verrà rivisitato e presentato al pubblico italiano con una nuova regia, nuove coreografie, nuove scene e costumi, nuovi arrangiamenti, con orchestra dal vivo e più di trenta persone in scena. Tra i protagonisti, tre volti maschili, tre belli del piccolo e grande schermo: Luca Ward, Paolo Conticini, Sergio Muniz, cui si affianca come protagonista femminile Sabrina Marciano, la maestra di danza in Billy Elliot.

Dal 4 al 12 novembre al Teatro Sperimentale in prima nazionale Carlo Cecchi porta in scena come attore e regista e ne cura anche l’adattamento Enrico IV di Luigi Pirandello. Cecchi torna a Pirandello, a 150 dalla sua nascita, dopo i memorabili allestimenti di: L’Uomo, la bestia e la virtù e Sei personaggi in cerca d’autore. Con la modernità, l’ironia, l’essenzialità, che sono caratteristiche fondamentali di questo artista, e che contribuiscono a rendere i suoi spettacoli sorprendentemente ironici e di folgorante semplicità, il Maestro della scena italiana affronta questo capolavoro che è uno studio sul significato della pazzia e sul tema caro a Pirandello del rapporto complesso tra personaggio e uomo, finzione e verità. La produzione è di Marche Teatro e lo spettacolo sarà in prova per un mese ad Ancona.

Dal 30 novembre al 3 dicembre al Teatro delle Muse arriva La guerra dei Roses dal romanzo di Warren Alder diretto da Filippo Dini, con Ambra Angiolini nella parte che fu di Kathleen Turner nel film di successo di Danny De Vito. È una commedia “nera” dalla cattiveria e dal ritmo unici, una spietata critica nei confronti dell’istituzione familiare, delle sue ipocrisie, dei suoi scheletri nell’armadio e, soprattutto, del perbenismo della filosofia borghese americana.

Dal 14 al 17 dicembre alle Muse va in scena L’anatra all’arancia, spettacolo cult del teatro comico, titolo emblematico di quella drammaturgia che suscita comicità con classe e attraverso un uso sapiente e sottile della macchina teatrale. Protagonisti sono Luca Barbareschi e Chiara Noschese con Gianluca Gobbi, Margherita Laterza e con la partecipazione di Ernesto Mahieux, la regia è di Luca Barbareschi. La commedia, scritta nei primi anni Settanta, è opera dello scozzese Williams Douglas Home, poi adattata dal celebre autore teatrale francese Marc Gilbert Sauvajon. Celebre è anche la versione cinematografica che vantava l’interpretazione di Ugo Tognazzi e Monica Vitti, nei panni della coppia protagonista con la regia di Luciano Salce.

La Stagione Teatrale prosegue dall’11 al 14 gennaio al Teatro delle Muse con Re Lear di William Shakespeareregia Giorgio Barberio Corsetticon Ennio Fantastichini (nel ruolo di Re Lear), Michele Di Mauro, Roberto Rustioni, Francesco Villano, Francesca Ciocchetti, Sara Putignano, Silvia D’Amico, Mariano Pirrello, Gabriele Portoghese, Andrea Di Casa. La produzione è di Teatro di Roma – Teatro Nazionale / Teatro Biondo Stabile di Palermo. In linea con il suo percorso di sperimentazione, orientato alle nuove tecnologie e alla drammaturgia itinerante, Giorgio Barberio Corsetti si immerge nella scrittura del bardo a partire dalla ricerca dell’immagine come elemento scenografico e drammaturgico nel tentativo di padroneggiare il futuro nel presente. L’innovatore della scena contemporanea si misura con il più grande drammaturgo europeo di tutti i tempi, riletto o combattuto, recitato, danzato, musicato. Così, la scrittura diventa scena tramutandosi in visioni e linguaggi, dove il teatro è virtualità per meglio muoversi tra gli inganni e i trabocchetti di una vita irreale.

Dal 18 al 21 gennaio alle Muse per la prima volta a teatro arriva il capolavoro di Umberto Eco Il nome della rosa, versione teatrale di Stefano Massini, con la regia di Leo Muscato, con Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Renato Carpentieri, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera, Marco Zannoni. La produzione è di Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale / Teatro Stabile di Genova / Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. La prima versione teatrale del capolavoro di Umberto Eco è l’omaggio al celebre scrittore firmato da Massini, tra gli autori teatrali più apprezzati in Italia e all’estero. Leo Muscato dirige un cast di grandi interpreti, in un crossover generazionale che non mancherà di animare un testo scritto per la scena ma all’altezza del grande romanzo. Il nome della rosa, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981, e la sua versione cinematografica è stata diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986.

Dall’1 al 4 febbraio al Teatro delle Muse torna Shakespeare con Sogno di una notte di mezza estate con tra gli altri in via di definizione: Stefano Fresi nella parte di Bottom, Paolo Ruffini è Puck, Violante Placido nel ruolo di Titania, per la regia di Massimiliano Bruno. La produzione è de L’isola Trovata. Mito, fiaba, e quotidianità s’intersecano continuamente all’interno di questa originale versione del noto testo shakespeariano. Il Sogno di una notte di mezza estate è un vero e proprio teorema sull’amore ma anche sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni.

Dal 14 al 18 febbraio al Teatro Sperimentale va in scena una delle Compagnia più acclamate degli ultimi anni, Carrozzeria Orfeo, con la loro ultima creazione, co-prodotta anche da Marche Teatro Cous Cous Klan. Ancora una volta Carrozzeria Orfeo sarà impegnata a fotografare senza fronzoli un’umanità socialmente instabile, carica di nevrosi e debolezze, attraverso un occhio sempre lucido, divertito e, soprattutto, innamorato dei personaggi che racconta.

Dal 3 all’11 marzouniche date nelle Marche, al Teatro Sperimentale, per Toni Servillo in Elvira (Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jacques © Gallimard, traduzione Giuseppe Montesanoregia dello stesso Toni Servillo e con Petra Valentini (originaria di Ancona), Francesco Marino, Davide Cirri. La produzione è del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa e Teatri Uniti. Il testo, caro alla storia del Piccolo Teatro, fu messo in scena da Giorgio Strehler con Giulia Lazzarini nella stagione 1986/87 con il titolo Elvira, o la passione teatrale. Con Toni Servillo, grande protagonista della scena nazionale e internazionale e del nostro cinema nel mondo, le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul personaggio ritrovano nuovamente la stessa stringente attualità. Un apologo del teatro, del mestiere dell’attore e della sua missione civile.

Dal 22 al 25 marzo al Teatro delle Muse la Compagnia di Luca De Filippo diretta ora da Carolina Rosi porta in scena a 70 anni dalla sua prima assoluta, Questi fantasmi! di Eduardo de Filippo con la regia di Marco Tullio Giordana. Gli attori in scena: Gianfelice Imparato, Carolina Rosi, Massimo Di Matteo, Paola Fulciniti, Federica Altamura, Andrea Cioffi, Nicola Di Pinto, Viola Forestiero, Giovanni Allocca, Gianni Cannavacciuolo, Carmen Annibale. La produzione è Elledieffe. Questi fantasmi!, è stata una delle prime commedie di Eduardo ad essere rappresentata all’estero (nel 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville – Sarah Bernhardt), ha raccolto unanimi consensi in tutte le sue diverse edizioni: un successo assoluto ascrivibile allo straordinario meccanismo di un testo che, nel perfetto equilibrio tra comico e tragico, propone  uno dei temi centrali della drammaturgia eduardiana: quello della vita messa fra parentesi, sostituita da un’immagine, da un travestimento, da una maschera imposta agli uomini dalle circostanze.

La Stagione si chiude dal 5 all’ 8 aprile al Teatro delle Muse  con una commedia di Carlo Goldoni, La vedova scaltra, tra i protagonisti Francesca Inaudi e Giuseppe Zeno, adattamento e regia sono di Gianluca Guidi. La vedova scaltra rappresenta non soltanto uno dei momenti altissimi e divertenti della commedia goldoniana, ma soprattutto il simbolo del cambiamento dell’autore, che dal teatro delle maschere tipico della Commedia dell’Arte passa a quello dei personaggi presi dal reale.

INFO 071 52525, biglietteria@teatrodellemuse.org

DANZA 2017-18

CELEBRATING KYLIÁN!

29 OTTOBRE_TEATRO DELLE MUSE

RIDOTTO _ORE 18.00

JIŘÍ KYLIÁN
proiezione di Jiří Kylián, Forgotten Memories e  Scalamare | PRIMA NAZIONALE
segue incontro con il regista
in collaborazione con il Festival CINEMATICA

SALA GRANDE_TEATRO DELLE MUSE_ORE 20.45­­

ATERBALLETTO
Rain Dogs­_14’ 20’_Wolf
JOHAN INGER_ JIŘÍ KYLIÁN _ HOFESH SHECHTER

CELEBRATING KYLIÁN! dal titolo del Festival organizzato da The Holland Dance Festival, Kylián Productions and Foundation, the Zuiderstrandtheater, Korzo theater and Productions and Nederlands Dans Theater per celebrare il 70° compleanno dell’artista, arriva ad Ancona e si trasforma in una giornata dedicata a Kylián. Il 29 ottobre verranno proiettati Scalamare, in prima nazionale, ultimo film di Kylián girato proprio ad Ancona nel 2016, e il lungometraggio Jiří Kylián, Forgotten Memories, opera biografica su Kylián diretta da Don Kent e Christian Dumais-Lvowski. In Sala Grande sarà presentato il lavoro di Kylián 14’20” insieme a Wolf di Hofesh Shechter e Rain Dogs di Johan Inger, in uno speciale appuntamento curato da Aterballetto.

Rain Dogs
Inizia a piovere; quel cane che, curioso e sicuro del suo olfatto si era mosso oltre i suoi soliti confini, alla scoperta di ciò che vive lontano, perde improvvisamente la strada del ritorno, la pioggia ha inesorabilmente cancellato tutte le tracce. È questa l’immagine da cui prende forma “Rain Dogs”, si materializza a rappresentare quelle complessità e quelle contraddizioni che caratterizzano il rapporto con il mondo e che segnano le relazioni con gli altri. Quando la ricerca di un senso perde ogni punto di riferimento, l’incertezza e il disorientamento sembrano rendere impossibile il ritorno a casa, a ciò che era e che non è più.
Questo è il momento in cui la solitudine e lo smarrimento si manifestano attraverso le più diverse sfumature; con ironia e drammaticità, con leggerezza o disperazione.
Il tentativo di ritrovare la via in una sorta di “scivolosa crisi d’identità” diviene condizione esistenziale.
Johan Inger si è formato presso la Royal Swedish Ballet School e la National Ballet School in Canada. Affascinato dalle creazioni di Kylián, Inger era convinto che il prossimo passo per la sua carriera di danzatore fosse unirsi al Nederlands Dans Theater. Nel 1990 vi entra a far parte e si distingue come ballerino e vi rimane fino al 2002. Dopo quattro piccole creazioni, nel 1995 gli fu concesso di creare la sua prima coreografia, Mellantid, rappresentata all’Holland Dance Festival che rappresentò il suo debutto ufficiale come coreografo facendogli ottenere un immediato successo. Nel 2003 Johan Inger ha lasciato il Nederlands Dans Theater per assumere la direzione del Cullberg Ballet. Dall’estate 2008 il coreografo svedese ha lasciato la direzione e si dedica esclusivamente alla creazione coreografica. Dal 2009 Johan Inger è coreografo associato del Nederlands Dans Theater, e crea regolarmente per le compagnie. Nel settembre 2011 Inger ha creato Rain Dogs, su musiche di Tom Waits, per Basel Ballett in Svizzera, riscuotendo un enorme successo. Nel febbraio 2012 Inger ha coreografato I New Then per il Nederlands Dans Theater 2, nel 2013 per il Nederlands Dans Theater 1 Sunset Logic e per il Basel Ballett Tempus Fugit.  Nell’ottobre 2013 Johan ha riallestito Rain Dogs per Aterballetto. Nel 2016 crea la sua coreografia per Aterballetto, BLISS. Nel giugno 2017 debutta il suo progetto a serata intera GOLDEN DAYS.

14’ 20’’
Il singolare titolo deriva dalla durata stessa del pezzo, un passo a due di quattordici minuti e venti secondi su musica di Dirk Haubrich, ispirato a due temi di Mahler, con essenziali scene di Jiří Kylián, luci basse di Kees Tjebbes e setosi costumi di Joke Visser. Kylián, maestro della danza contemporanea, affronta il tema universale della fugacità del tempo e dei limiti imposti dalla nascita e dalla morte. Un lasso di tempo in cui l’uomo si dibatte tra amore e dolore, giovinezza e vecchiaia, speranze e illusioni, senza comprenderne il senso. E mentre i filosofi – precisa Kylián – lo considerano una necessaria invenzione umana, i poeti – aggiungiamo noi – lo vivono all’insegna del carpe diem oraziano.
In questo duetto l’inspiegabilità e l’inesorabilità del tempo paradossalmente si colgono e si arrestano grazie alla danza e ai due interpreti: Damiano Artale e Serena Vinzio. Morbidi legati e plastiche figure aggrovigliano i corpi che sprigionano forza e delicatezza e Serena, sorretta da un partecipe Damiano, sostiene tanto il movimento da riuscire a fissarlo nella precaria fisicità della nostra condizione di essere viventi. Un passo a due di grande impatto in cui la danza, filosoficamente poetica, lascia il segno.
Jiří Kylián ha iniziato la sua carriera nella danza all’età di 9 anni, alla Scuola di Balletto internazionale di Praga. Nel 1962 è stato ammesso al conservatorio di Praga. Ha vinto una borsa di studio alla Royal Ballet School di Londra nel 1967 e subito ha debuttato come coreografo. Nel 1975 è diventato direttore artistico del Nederlands Dans Theater. Nel 1978 ha fondato con Carel Birnie il Nederlands Dans Theater II e nel 1991 la Nederlands Dans Theater III, la compagnia per ballerini sopra i 40 anni. Nel 2006, insieme a Boris Paval Conen, ha creato il film Car-men. Nel 2013, con NTR, ha creato il film Between Entrance & Exit, nominato per il Gouden Kalf del Dutch Film Festival. Per l’Aichi Triennalle di Nagoya (Giappone) ha creato l’opera di videodanza East Shadow.. Nel 2011 ha ricevuto il premio alla Carriera nel campo della danza e del teatro dal Ministro Ceco della Cultura a Praga. Per Aterballetto nel 2001 ha rimontato Heart’s Labyrinth e nel novembre 2015 il passo a due 14’20’’.

Wolf (anteprima regionale)
Quasi 7.106 lingue dividono la razza umana. Circa 3,8 miliardi di anni di evoluzione separano tutte le forme di vita sulla Terra. Questa sera, tutte queste barriere crolleranno. Questa sera, 3,8 miliardi di anni di evoluzione si dissolveranno al ritmo di un tamburo. Questa sera, 7.106 lingue moriranno. La nuova creazione di Hofesh Shechter, adattamento di una precedente opera, è stata creata appositamente per, e ispirata dai, ballerini di Aterballetto.
Hofesh Shechter è riconosciuto come uno degli artisti più emozionanti del panorama contemporaneo, rinomato per la composizione di atmosfere musicali che concorrono al compimento di un’unica fisicità con il suo movimento. I suoi lavori più recenti comprendono Uprising, In your rooms, The Art of Not Looking Back, Survivor (in collaborazione con Antony Gormley in scena al Barbican), Sun, Political Mother, I barbari e Grand Finale di cui Marche Teatro è tra gli enti sostenitori. Shechter ha anche lavorato a coreografie per le principali compagnie di danza internazionli incluse il Royal Ballet, il Bern Ballet, il Carte Blanche Dance Company, Candoco e Batsheva Ensable,così come per il teatro, la televisione e l’opera. Shechter è un artista associato della Sadler’s Wells.

BORDER TALES

24 NOVEMBRE_TEATRO DELLE MUSE_ORE 20.45

LUCA SILVESTRINI’S PROTEIN
Border Tales

concept_coreografia Luca Silvestrini
performer Temitope Ajose Cutting _Salah El Brogy_Andy Gardiner_Kenny Wing Tao Ho_Stephen Moynihan_Yuyu Rau
e con il musicista Anthar Kharana
ideato con il cast originale Eryck Brahmania_Stuart Waters_Femi Oyewole_Jodie Honeybourne
musica Andy Pink
luci Jackie Shemesh
costumi Valentina Golfieri
assistente alla regia Valentina Golfieri_Kip Johnson

con il sostegno di Bath Dance_ICIA Bath_DanceEast_DanceXchange_Dance Manchester_The Place

Dopo una fenomenale corsa al sold-out al Fringe Festival di Edimburgo, la pluripremiata compagnia Protein presenta un punto di vista provocante e affascinante sul multiculturalismo britannico, attraverso la danza, la musica dal vivo e i dialoghi costruiti partendo dalle esperienze personali dei performers.

Border Tales guarda alla realtà britannica post-Brexit attraverso gli occhi di un cast internazionale che, con sguardo satirico, affronta il pensiero stereotipato, insito nella collettività, del migrante-outsider contrapposto al cittadino-bigotto.

The Scotsman ★★★★★
‘Funny, thought-provoking and consistently entertaining, Border Tales celebrates our differences, acknowledges our sameness and does more to repair the rifts than politics ever could.’ (“Divertente, provocatorio e costantemente divertente, Border Tales celebra le nostre differenze, riconosce la nostra identità e si adopera a riparare le fratture che la politica non ha mai risolto”.)

Define Arts ★★★★★
‘The fusion of physical theatre, spoken word and verbatim theatre draws together arguably one of the most important issues within today’s society.’ (“La fusione del teatro fisico, della parola e del testo riunisce i temi più importanti della società odierna”.)

Fest Mag ★★★★★
‘Taking a demoralising, frightening issue and fighting it with wit and poetry cannot be an easy thing to do, but that is what Protein has achieved.’ (“Occuparsi di un problema demoralizzante e spaventoso e combatterlo con spirito e poesia può non essere una cosa facile da fare, ma è ciò che Protein ha realizzato”.)

www.proteindance.co.uk

Protein, che nasce nel 1997 ed è tutt’oggi una delle compagnie più interessanti nel panorama del teatro-danza inglese, si contraddistingue per l’uso di una sapiente ed originale sintesi di coreografia, uso della parola, umorismo e musica con cui intrattiene e provoca il suo pubblico. Il desiderio del suo fondatore e direttore artistico, Luca Silvestrini, è quello di intrecciare l’esperienza teatrale a storie di vita vera, producendo così spettacoli astuti che, sia in teatro che nello site-specific, riflettono l’assurdità delle esperienze e delle situazioni della vita di ogni giorno.

Luca Silvestrini, nasce a Jesi (AN), si laurea al DAMS di Bologna e completa la sua formazione di danza al Laban Centre di Londra (oggi Trinity Laban). Luca si è imposto nel panorama della danza inglese ed internazionale anche per grandi eventi partecipativi e cross-generazionali, tra i quali il record mondiale Big Dance Class del 2006 e Big World Dance del 2010. Tra i premi ricevuti segnaliamo il Jerwood Choreography Award, il Bonnie Bird New Choreography Award e il Place Prize 2006 Audience Award; Silvestrini inoltre è stato uno dei primi coreografi inglesi ad aggiudicarsi un Rayne Fellowship ed è attualmente artista associato al The Place di Londra (Work Place Artist). La Protein è stata premiata come Best Independent Dance Company al National Dance Awards del 2011 e, nella stessa categoria, ha ricevuto una nomination nel 2016.

Border Tales è stato creato utilizzando materiale raccolto durante un diffuso periodo di ricerca con migranti e rifugiati che Silvestrini ha condotto nel 2013 in diversi paesi europei, la Palestina, l’India e il Regno Unito. Lo spettacolo è stato presentato in Inghilterra nel 2014, ed è stato ri-allestito per il Greenwich Dances Festival nel 2015. Nel 2016 Border Tales è stato invitato da BBC World Service a prendere parte al programma Identity ed è stato visto da milioni di persone in tutto il mondo.

Lo spettacolo è sottotitolato.

PRÉLUDE

7 DICEMBRE_ TEATRO SPERIMENTALE_ORE 20.45

CRISTINA KRISTAL RIZZO
Prélude

concept e coreografia Cristina Kristal Rizzo
danza Annamaria Ajmone_Marta Bellu_Vera Borghini_Tiana Hemlock-Yensen_Leonardo Maietto_Alice Raffelli_Cristina Kristal Rizzo_Charlie Laban Trier
ricerca musicale Simone Bertuzzi / Palm Wine
costumi Caned Icoda
luci e direzione tecnica Giulia Pastore

produzione CABoo8
con il supporto di MARCHE TEATRO/Inteatro Festival
in collaborazione con Fabbrica Europa_Santarcangelo Festival
con il sostegno di Regione Toscana_MiBACT

“C’è qualcosa di contagioso nella bellezza di un gesto che asseconda la casualità e aderisce allo charme, una seduzione senza riscatto, spaventosa potenza di un mistero che si produce, la materia che assorbe lo spazio e il tempo che si allarga, dilatando la percezione, l’aria intorno alle cose, quel silenzio terso e profondo che disegna la superficie come la profondità. E’ come l’albero antico che ti appare davanti e ne percepisci la vita, ma non ne sai parlare e non puoi descriverla. Il fascino del silenzio e del non comprensibile ma presente, tra il terrore e la salvezza. La vita e la morte, la morte e la vita. La natura non esiste, esiste l’espressione e l’intensità di un gesto che ripete i propri movimenti e la propria nutrizione e il proprio riposo come una meditazione, a occhi chiusi, senza guardarsi. Ciò che mi appare vitale in questo tempo della mia esistenza è lasciare andare via tutto ciò che non necessita al puro desiderio del tocco del mondo. Provare ad assecondare l’istinto, il non visibile. Far apparire quelle forze che scandiscono l’energia in un atto di trasformazione continua, quel principio di uguaglianza che governa la legge universale della natura. Ogni cosa è qua Sun Ra!”
(Cristina Kristal Rizzo)

La nuova creazione Prélude si porta verso un’essenza e una purezza della danza.
La visione di un ensemble, nel suo gesto primario, è apparsa come una pratica in cui poter far emergere quelle forze invisibili che scandiscono l’energia in continua trasformazione di un atto comunitario, quel principio di uguaglianza che governa la legge universale della natura. I corpi danzanti seguono il proprio istinto nella semplice bellezza della forma, amplificando, nel movimento dello spazio e nell’impersonalità della danza, un’intimità più ampia, estesa e dilatata in un continuum musicale, immaginato come total sound system a partire dal lavoro della figura eclettica di Sun Ra, jazzista sperimentale e pioniere del movimento Afro Futurista, ed elaborato in un’ampia play list dalle ricerche sonore di Palm Wine.
Un preludio è un’apertura a qualcosa che ancora deve compiersi, nella terminologia musicale descrive una breve composizione a sé stante, usualmente eseguita prima dell’Opera principale e naturalmente elaborata su elementi improvvisativi. Riappropriarsi del tempo dell’inizio amplifica la possibilità di lavorare su una partitura aperta, senza un vero inizio e senza una vera fine, nel tentativo di liberare il desiderio da un’idea puramente produttiva e celebrare il potenziale di un’azione emancipata dal proprio svolgersi.
La condivisione di questo universo cangiante e multiplo ha attivato la collaborazione con l’artista multidisciplinare Caned Icoda che ha disegnato e realizzato con i tessuti Bonotto i vestimenti dei danzatori, attraverso un singolare processo basato sull’artigianalità ad personam. La danza di PRÉLUDE come metabolismo concreto tra gli oggetti del fuori e le intensità del dentro, aderisce ogni volta, in modo unico e originale, allo spazio che la accoglie e, di conseguenza, ristabilisce le sue coordinate coreografiche, la durata dell’apparizione e il tono affettivo della condivisione con il pubblico, creando nuove appartenenze e una nuova idea di ospitalità.

COPPÉLIA

28 DICEMBRE_TEATRO DELLE MUSE_ORE 20.45

AMEDEO AMODIO
Coppélia

balletto in due atti di Amedeo Amodio
dal racconto di E.T.A. Hoffmann Der Sandmann
musica Léo Delibes
coreografia e regia Amedeo Amodio
scene Emanuele Luzzati_Luca Antonucci
costumi Luisa Spinatelli
musiche della balera Giuseppe Calì
luci Marco Policastro
assistente alla coreografia Stefania Di Cosmo
produzione Daniele Cipriani Entertainment
primi ballerini Anbeta Toromani_Alessandro Macario
solisti e corpo di ballo Daniele Cipriani Entertainment

Prodotta da Daniele Cipriani Entertainment nell’ambito di un progetto di ricostruzione e restauro dei grandi balletti del repertorio italiano, questa versione di Coppélia, creata in origine per la compagnia dell’Aterballetto nel 1995 sulla musica di Delibes, è uno spettacolo basato sulla storia archetipica della donna-bambola meccanica e del suo inventore-demiurgo. La coreografia si rifà alla fonte primaria del balletto, il racconto di E.T.A. Hoffmann Der Sandmann (L’uomo della sabbia) pubblicato nel 1816, ma la Coppélia di Amodio, pur muovendosi nell’alveo del linguaggio classico, diventa una grande creazione cinematografica, un metateatro dove la scena è un set, l’inventore-demiurgo Coppélius è un regista e i personaggi sono tutti attori di un film.

“Ho ripreso in mano il testo di Hoffmann e i personaggi, stravolgendone i ruoli originali – afferma Amodio – Lo spettacolo è come un set dove si provano diverse scene del film che poi saranno montate, e dove Olimpia, la donna-automa, contende il ruolo di protagonista a Clara. I miei protagonisti sono attori di cinema, registi, produttori, uomini devastati da insane passioni, stelle del cinema irraggiungibili. In scena entrano anche altre mitiche figure cinematografiche, Dracula, Frankenstein e Charlot oltre a suggestioni e atmosfere che arrivano da Ginger Rogers e Fred Astaire, Gary Cooper e Marlon Brando”.

Anbeta Toromani è nata a Tirana in Albania dove ha frequentato l’Accademia Nazionale di Danza. Conseguito il diploma si è perfezionata a Baku, in Azerbaijan. Rientrata in Albania è immediatamente entrata a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Tirana come Prima ballerina. Nella stagione 2002-2003 ha partecipato, arrivando in finale, alla trasmissione “Amici”, condotta da Maria De Filippi e viene scelta dal regista Patrick Rossi Gastaldi per danzare nella sua messa in scena de “L’Histoire du soldat” con Rocco Papaleo. Dal 2003 Anbeta fa parte del cast del programma “Amici” come Prima Ballerina. Nelle ultime due stagioni Anbeta Toromani è stata invitata a danzare allo Sferisterio di Macerata nel “Macbeth”. Nell’ estate del 2009 è stata la protagonista di “Anbeta&José – Tour 2009″, una serata di Gala che ha riportato Anbeta in teatro insieme ad un gruppo di danzatori provenienti dalle migliori compagnie di danza del mondo. Nel 2010 e nel 2011 è testimonial per la Danza del Giffoni Film Festival. Nel 2013 è ospite all’ Opera di Bratislava per ” Romeo e Giulietta” di Massimo Moricone, nello stesso anno è ospite al Teatro San Carlo per “lo Schiaccianoci” nel 2014 danza in ” Mozart Requiem” cor. B. Eifman per il Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2015 è ancora Ospite al San Carlo per “Lo Schiaccianoci” cor. di A. Panzavolta, “Otello” cor. di F. Monteverde, Giselle Cor. L. Semenyaka, in Giugno è ospite al Teatro Massimo di Palermo per Coppelia cor. A. Amodio. Ospite invitatata in numerosi gala sia in Italia che all’estero.

Alessandro Macario, nato a Napoli, entra a far parte della scuola di ballo del Teatro Di San Carlo a dieci anni, nel 1998 entra a far parte della  Compagnia del Teatro alla Scala di Milano con la quale danza nei seguenti balletti: Cenerentola di Nurejev;  Don Quixote di Nurejev;  Romeo e Giulietta di  K. Macmillan; Excelsior di U. Dell’Ara;  Ondine di Ashton;  Il Grande Gatsby di A. Prokovsky;  Amarcord di L. Cannito;  La Strada di M. Pistoni;  Giselle di P. Ruanne; Schiaccianoci di Haind; Lago dei Cigni di Nureyev, Etude di Harald Lander, Carmen di Roland Petit, Il Figliuol Prodigo di Balanchine, Troy Game di Robert North, Giselle di S. Guillemm. Nel settembre 2001 viene invitato come solista al Teatro Comunale di Firenze, dove danza nei seguenti balletti: Verdiana di P. Bart, Giselle di E. Polyakov e Schiaccianoci di E. Polyakov.Nel 2002 viene scritturato dal Teatro di San Carlo di Napoli dove si esibisce in Duke Elligton ballet di Roland Petit, Shèhèrazade di Michel Fokine. A giugno 2002 danza con il Teatro dell’Opera di Roma. Dal 2003 al Teatro San Carlo di Napoli danza in qualità di primo ballerino, interpretando diversi ruoli. Nel 2006 è Ospite del Noryko Kobayashi Ballet Theatre di Tokyo, dell’Arena di Verona, al Teatro Comunale di Firenze, al Teatro Massimo di Palermo all’Opera di Nizza e all’Opera di Avignone, nuovamente a Tokyo, nel 2011 è invitato come ospite al Teatro dell’Opera di Roma. Da Gennaio 2009 diventa ospite residente al Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2010 è ospite insieme ad Anbeta Toromani del Giffoni Film Festival e nel 2011 ne è Testimonial per la danza. Nel 2013 è ospite dell’Opera di Bratislava e nello stesso anno è interprete al Teatro San Carlo di Napoli. Nel Novembre 2014 riceve il Premio “Roma” per il suo contributo all’arte della danza. Da Gennaio 2015 danza al Teatro San Carlo. A giugno è ospite del Teatro Massimo di Palermo per Coppelia cor. A. Amodio.

BELLA ADDORMENTATA

27 GENNAIO _TEATRO DELLE MUSE_ORE 20.45

BALLETTO DI TOSCANA JUNIOR
Bella Addormentata

NUOVA PRODUZIONE PER 16 DANZATORI

diretto da Cristina Bozzolini
musica Pyotr Ilyich Tchaikovsky
drammaturgia e coreografia Diego Tortelli
luci Carlo Celli
costumi Santi Rinciari
corpo di ballo e solisti di Balletto di Toscana Junior

Bella Addormentata di Diego Tortelli per il Balletto di Toscana Junior diretto da Cristina Bozzolini è una nuova creazione che, attraverso una chiave di lettura calata nella realtà contemporanea, ci propone una nuova interpretazione di una delle più famose favole della letteratura mondiale; è quello spazio bianco, ma allo stesso tempo oscuro in cui l’uomo cela i suoi sogni e desideri. A differenza della favola originale di Perrault o del celebre balletto omonimo di Petipa, qui il divario tra bene|male, chiaro|oscuro non esiste veramente, poiché qualsiasi uomo nasconde in sé sia la presenza che l’assenza di luce e soprattutto una molteplice graduazione di ombre. Bella Addormentata è la poesia non ancora scritta nel cuore dell’uomo, solo risvegliandola aprirà i suoi occhi e gli permetterà di osservare il mondo: una metropoli monocromatica come le pagine di un libro ancora da scrivere.

Il Balletto di Toscana Junior è partito nel 2002 come spin-off dell’attività didattica dell’omonima Scuola, ben presto lo Junior Balletto di Toscana è diventato una realtà artistica analoga a celebrate esperienze internazionali come l’NDT2. Formato da giovani la cui età va dai 16 ai 21 anni l’ensemble diretto da Cristina Bozzolini si è immediatamente imposto per il riconoscibile piglio con cui affronta palcoscenici sempre più prestigiosi nazionali e internazionali e, soprattutto, i diversi stili coreografici cui viene sollecitato. Ed è proprio l’apertura a diversi autori ed esperimenti coreografici- sulla stregua dell’antico BdT- con un occhio privilegiato alla scena italiana e una progettualità capace di osare che rende ancor più interessante il progetto artistico dello Junior Balletto di Toscana e di fatto ne fa una duplice fondamentale palestra per testare nuovi autori e interpreti della più giovane generazione.

Cristina Bozzolini, formatasi con Daria Collins a Firenze e agli Studi Wacher a Parigi, come prima ballerina del Corpo di Ballo del Maggio Fiorentino ha danzato con i massimi interpreti della scena mondiale e partecipato a importanti produzioni. Fin dagli anni ’70 con la fondazione del Centro Studi Danza di Firenze -oggi Scuola del Balletto di Toscana- si è dedicata alla pedagogia e alla formazione professionale. Impegnata anche nello sviluppo culturale della danza italiana, nel 1975 ha fondato il Collettivo Danza Contemporanea di Firenze, diventato nel 1985 Balletto di Toscana. Con il BdT, attivo fino al 2000, ha lanciato molti autori italiani e presentato per la prima volta in Italia molti coreografi internazionali e ha rappresentato la danza italiana nei maggiori festival e teatri del mondo. Dal 2002 al 2008 ha co-diretto e rilanciato il Balletto di Roma; nel 2005 avvia il progetto Balletto di Toscana Junior con gli allievi dei Corsi professionali della scuola omonima, oggi tra le formazioni più attive e presenti della scena nazionale. Nel febbraio 2008 viene nominata direttore artistico di Fondazione Nazionale della Danza /Compagnia Aterballetto.

Pubblicato da Marche Teatro su Martedì 23 gennaio 2018

AMLETO

17 MARZO_TEATRO SPERIMENTALE_ORE 20.45

COLLETTIVO CINETICO
Amleto

concept_regia_voce Francesca Pennini
drammaturgia Angelo Pedroni_Francesca Pennini
azione_creazione Carmine Parise_Angelo Pedroni_Stefano Sardi
azione_recitazione 4 candidati in competizione per il ruolo di Amleto
musica Dmitri Shostakovich
assistenza organizzativa Carmine Parise
consulenza tecnica_programmazione applausometro Simone Arganini_Roberto Rettura

co-produzione CollettivO CineticO_Teatro Franco Parenti

Essere (o non essere) Amleto? Open call di CollettivO CineticO

Open call per tutti gli esseri umani di sesso maschile per andare in scena nello spettacolo “Amleto” di CollettivO CineticO il 17 marzo 2018 alle ore 20.45 presso il Teatro Sperimentale di Ancona.
Hai mai desiderato essere AMLETO?

L’Amleto di CollettivO CineticO é un meccanismo letale.
La scena è uno spazio preparato ad ospitare aleatorietà e inevitabilità in un limbo costante tra ironia e tragedia. Attori professionisti, dilettanti, malcapitati, timidi intellettuali, registi, parrucchieri, esibizionisti, danzatori, assicuratori annoiati, sostituti dell’ultimo minuto, critici, virtuosi e sfigati si contendono il titolo di protagonista dello spettacolo. Reali candidati che non sanno quello che li aspetterà in scena. Il loro unico riferimento è un manuale di istruzioni inviatogli due settimane prima. Ciascuno si prepara da solo e si presenta a teatro direttamente per salire sul palcoscenico.
Guidati da una incorporea voce fuori campo e seguiti da secondini muti, i candidati si sfidano in una serie di prove che sintetizzano i principi formali dell’opera shakespeariana.
Lasciati in balia di un’istruzione e nell’impossibilità di controllare fenomeni e competenze, precipitano tutti nella condizione amletica per eccellenza.
Tra desolazione e intrattenimento sono gli spettatori in sala ad eleggere il vincitore del titolo, unico superstite tra i corpi e i resti dei suoi avversari abbandonati al suolo.
Un panorama improbabile di Amleti tra gli innumerevoli interpreti che si sono confrontati per secoli con il più emblematico testo teatrale.
CollettivO CineticO nasce nel 2007 ed è diretto della coreografa Francesca Pennini in collaborazione con il dramaturg Angelo Pedroni ed oltre 50 artisti provenienti da discipline diverse. La ricerca del collettivo indaga la natura dell’evento performativo con formati al contempo ludici e rigorosi che si muovono negli interstizi tra danza, teatro e arti visive.