GISELLE

SABATO 3 NOVEMBRE ore 20.45 – Teatro delle Muse esclusiva regionale

DADA MASILO / THE DANCE FACTORY

coreografia Dada Masilo

musica Philip Miller

disegni William Kentridge

assistente alla regia David April

luci Suzette le Sueur

costumi David Hutt of Donker Nag Helder Dag (Atto 1) Songezo Mcilizeli & Nonofo Olekeng of Those Two Lifestyle (Atto 2)

interpreti: Dada Masilo (Giselle), Kyle Rossouw (Albrecht), Tshepo Zasekhaya (Hilarion), Llewellyn Mnguni (Myrtha, Regina dei Wilis), Liyabuya Gongo (Bathilde), Khaya Ndlovu (Madre di Giselle), Uomini: Villi Thami Tshabalala, Thabani Ntuli, Thami Majela Donne: Villi Nadine Buys, Zandile Constable, Ipeleng Merafe Musicisti: Voce Ann Masina, Vusumuzi Nhlapo, Bham Maxwell Ntabeni, Tumelo Moloi Corde Waldo Alexander (violino elettrico), Emile de Roubaix (violino/viola), Cheryl de Havilland (violoncello), Shannon Armer (corno francese), Tlale Makhene, Riaan van Rensburg (percussioni), Gavan Eckhart (mixer)

Commissione The Joyce Theater’s Stephen and Cathy Weinroth Fund per New Work, the Hopkins Center, Dartmouth College, la Biennale de la danse de Lyon 2018, Sadler’s Wells Commissione aggiuntiva La Batie-Festival de Geneve
Sostegno aggiuntivo Samro Foundation

Debutto DansensHus Oslo, Norvegia, 4 maggio 2017

Dopo aver conquistato il pubblico con le sue personali rivisitazioni di Swan Lake (2013) e Carmen (2014), con Giselle Dada Masilo prosegue un percorso artistico incentrato sulla rielaborazione poetica delle grandi narrazioni ereditate dal balletto e dalla musica classica quali strumenti per raccontare il presente e giungere direttamente al cuore dello spettatore.
11 i danzatori in scena, insieme alla stessa coreografa e danzatrice di Johannesburg, pronti a dar vita a una nuova energica pièce in cui il tema del perdono che anima la storia di Giselle -morta di crepacuore dopo aver scoperto che il suo amato è promesso a un’altra donna- viene traslato in una storia d’inganno e sofferenza. A far danzare il focoso animo di un gruppo di spiriti femminili sono le musiche appositamente composte dal conterraneo Philip Miller, già al fianco della Masilo nello spettacolo Refuse the Hour di William Kentridge (2012). Lo stesso Kentridge firma i ‘drawings’ che accompagnano visivamente lo spettacolo. Suoni occidentali e ritmi africani preparano la vendetta di una coraggiosissima Masilo contro tutte le violenze sulle donne.

SHOW

MARTEDÌ 4 DICEMBRE_ORE 20.45_MUSE esclusiva regionale

HOFESH SHECHTER COMPANY

coreografia e musica Hofesh Shechter

performer Shechter II: Riley Wolf, Juliette Valerio, Zunnur Sazali, Adam Khazhmuradov, Natalia Gabrielczyk, Emma Farnell-Watson, Robinson Cassarino and Neal Maxwell

luci originali (Clowns) Lee Curran
disegno luci  (SHOW) Richard Godin
direttore prove Chien Ming Chang
supervisione costumi Laura Rushton
realizzazione luci Alan Valentine

originariamente commissionato e creato per NDT 1 nel 2016 con il titolo Clowns.
Show è prodotto in associazione a HOME Manchester e Lyric Hammersmith con il supporto di Fondazione I Teatri Reggio Emilia e residenza creativa all’Attenborough Centre for the Creative Arts, Brighton

Debutto Teatro Ariosto, Reggio Emilia, 17 marzo 2018

Hofesh Shechter è uno dei più dirompenti coreografi della nuova scena internazionale, una figura potente, combinazione tra un danzatore e una rockstar con la sensibilità del regista cinematografico.
Le sue creazioni sono presenti nel repertorio delle più importanti compagnie di danza nel mondo. Il gruppo impegnato nello spettacolo Show è formato da giovani danzatori selezionati in tutto il mondo tra i più ispirati e con maggior talento.
«Show» definito dalla stampa “come un cuore selvaggio pieno di furia omicida e ipnotico desiderio”, “un pugno, messo bene a segno, dritto in faccia”, è uno spettacolo di danza in «tre atti», firmato da Hofesh Shechter che ne ha curato anche la musica.
Clowns, The Entrances, Bows son le tre parti in cui è diviso lo spettacolo: e se i pagliacci, i clowns appunto, sono caratterizzati da una violenza caotica, al limite dell’omicida, l’intero «Show» è concepito come il risultato di un gruppo di artisti anarchici che recitano le loro parti in un macabro circo «… visione pungente e buffa di un mondo in cui gli sciocchi possono essere re e i re possono essere degli sciocchi». Il tutto in un travolgente mix di danza, teatro e rock che è anche la cifra stilistica della compagnia di Hofesh Shechter.
L’artista israeliano, che è un coreografo e ballerino ma anche un compositore, è ormai noto in tutto il mondo per suoi lavori a cominciare da «Fragments» del 2003 e da Gran Final del 2016 in cui tra i co-produttori ha partecipato Marche Teatro.

IL LAGO DEI CIGNI

GIOVEDÌ 27 DICEMBRE_ORE 20.45_MUSE esclusiva regionale
fuori abbonamento

balletto in due atti e quattro scene su musiche di P.I. Tchaikovsky
coreografia Teet Kask
scenografia Marco Pesta
lighting designer Dario Rossi
con la partecipazione straordinaria dell’etoile Ekaterina Oleynik

Il Lago dei Cigni del Balletto di Milano

È il balletto d’eccellenza del repertorio classico: il Lago dei Cigni, titolo che gode di una lunga tradizione e ancora oggi ricco di fascino.
L’appassionante storia di Odette, fanciulla cigno vittima dell’incantesimo che solo l’amore vero potrà spezzare, è presentata dal Balletto di Milano in una nuova produzione firmata da Teet Kask, affermato coreografo estone, già autore per il Balletto di Milano del balletto Anna Karenina.

La versione del capolavoro della letteratura ballettistica di Teet Kask segue la celebre storia, ma si distingue per una rilettura di alcuni dettagli in chiave più attuale. Un Lago “fashion”, che trova l’attualizzazione nella messinscena e ambientazione ma in cui non mancano la tradizionale magia degli atti bianchi dall’originale di Petipa/Ivanov e i virtuosismi della danza classica. La produzione si contraddistingue per quell’eleganza e creatività della Milano internazionale, caratteristiche che si ritrovano anche nei costumi: abiti sofisticati e tutù dalle linee morbide ispirati alla moda dei grandi stilisti, preziosi nei tessuti dalle nuanches delle tinte pastello. L’allestimento di Marco Pesta è essenziale e fortemente evocativo: stilizzando le ambientazioni tradizionali e grazie all’utilizzo di materiali particolari ottimamente sfruttati con le luci – realizzate da Dario Rossi -, l’architetto ha concepito una messinscena elegante dove i giochi di trasparenza e riflessione, caratteristiche intrinseche dell’acqua, creano un’ambientazione senza limiti, ma non dominante, capace quindi di far risaltare nel migliore dei modi la coreografia. Sogno e magia ancora una volta si intrecciano sulla riva del lago, il luogo incantato della storia d’amore impossibile tra il Principe e il Cigno, con i colori e le atmosfere che hanno ispirato la musica grandiosa di Tchaikovsky.

Note del coreografo “Il mio lavoro segue l’ispirazione di Tchaikovsky su Ludwig II, indicato come “Swan King”, eccentrico re di Baviera dal 1845 al 1886. La storia di Ludwig si intreccia con l’arte e l’architettura e a lui si devono le costruzioni di castelli fiabeschi, tra cui il Neuschwanstein. Fu anche un devoto mecenate del compositore Richard Wagner e, presumibilmente e forse inconsapevolmente, fu scelto come prototipo del sognatore Siegfried. Anche il mio Siegfried ha un temperamento artistico e rifugge le responsabilità imprenditoriali e il matrimonio che il proprio padre vorrebbe combinare. Questo nuovo Lago è infatti ambientato in una famiglia borghese dell’aristocrazia, dove il padre vorrebbe Siegfried a capo dell’impresa familiare e sposato con una ragazza appartenente all’alta società e di pari rango … l’eterno conflitto tra le ambizioni della famiglia e le aspirazioni di un figlio… Un ruolo importante è riservato al miglior amico di Siegfried, Benno. Non rivestendo una posizione così alta come quella di Siegfried, Benno è libero di condurre una vita priva di responsabilità e fatta di divertimenti, ambìta anche dall’amico. Benno, che conosce bene Siegfried, susciterà il suo interesse portando alla festa una misteriosa “Dama bianca”. La fugace visione apparirà a Siegfried nel suo sogno sotto le sembianze di una meravigliosa fanciulla Cigno, vittima dell’incantesimo di Rothbart in cui Siegfried riconosce il Padre. Poiché il Lago dei Cigni è il balletto più conosciuto, celebrato e rappresentato al mondo, alcune scene sono così centrali nella storia ed hanno trovato una forma perfetta di espressione visiva che non hanno bisogno di essere cambiate. Come le scene del lago, quando il Cigno Bianco fa la sua prima apparizione, o quando il Principe e il Cigno Bianco si incontrano e tutti gli altri cigni entrano in scena. Ho scelto perciò di rimanere fedele a tali scene, atti bianchi in gran parte vicini alla tradizione, derivanti dalla storia tradizionale ma attraverso le linee drammaturgiche della prima e terza scena che non seguono la fiaba, ma la spiegazione del rapporto tra il Padre e il Figlio / Principe”.

Il Balletto di Milano. Ambasciatore della danza italiana con i suoi straordinari spettacoli in tutto il mondo, è considerato tra le realtà di maggior livello artistico. È diretto da Carlo Pesta, riconosciuto e sostenuto da MIBACT, da Regione Lombardia e Comune di Milano dove ha sede. Collabora con tutti i più prestigiosi teatri, fondazioni liriche e festival e nella sua storia compaiono numerosissimi nomi di artisti, coreografi e registi di fama mondiale.

HORROR

Scene iconiche, da film spaventosi si mescolano in una storia adrenalinica e mozzafiato.

UNICHE DATE ITALIANE
VENERDÌ 11 GENNAIO – fuori abbonamento SABATO 12 GENNAIO
ORE 20.45_TEATRO DELLE MUSE

Lo spettacolo contiene scene che potrebbero turbare persone particolarmente sensibili.

Una delizia al rasoio
The Guardian       

Un pezzo brillantemente ideato e messo in scena che merita di essere visto. […] Momenti inaspettati di paura
Evening Standard     

Effetti speciali irresistibilmente spaventosi
de Volkskrant       

Horror è sinistro, agghiacciante, caotico, comico e assurdo. Interpretato da un gruppo di straordinari attori-acrobati
Het Parool     

JAKOP AHLBOM COMPANY
La compagnia ha sviluppato una cifra stilistica che unisce musica, danza, acrobazia e illusionismo. Un talento unico nel combinare la potenza delle immagini con storie di forte impatto emotivo.

CREDITS
concept  e regia Jakop Ahlbom
drammaturgia Judith Wendel
cast: Luc van Esch, Yannick Greweldinger, Judith Hazeleger/Andrea Beugger, Silke Hundertmark, Sofieke de Kater, Gwen Langenberg, Maurits van den Berg/Thomas van Ouwerkerk, Reinier Schimmel
scenografia Douwe Hibma, Jakop Ahlbom, Remco Gianotten (assistente)
musica Wim Conradi with Bauke Moerman
costumi Esmee Thomassen, Kyra Wessel (assistente)
arredi scenici speciali e trucco Rob Hillenbrink
trucco e parrucco Nienke Algra
luci Yuri Schreuders

un ringraziamento a: Niek Snel, Christel Gouweleeuw, Nina Angkotta, Prem Scholte Albers, Hans Brouwer, Emmalot Morel, Monique van Chendelen, Jan Doense, Woedy Woet, Caroline Bleeker, Durk Hibma, Vito van Lent, Michiel Slee, David Tim, Tessa Verbei, Roelof Vossebeld, Freerk Wieringa, Laura Liefting
con il supporto di the Performing Arts Fund, City of Amsterdam e molti altri

Debutto International Mime Festival-London gennaio 2016

THE THREAD

1-2 MARZO 2019, ORE 20.45 – TEATRO DELLE MUSE anteprima

regia e coreografia Russell Maliphant
musica Vangelis
disegno luci Michael Hulls
costumi Mary Katrantzou
danza tradizionale Eleni Spathia, Takis Karachalios
concept Georgia Iliopoulou

cast
Ilias Bageorgos, Dimitris Delis, Lina Demeli, Margarita Dimitriadi, Anastasis Karachanidis, Iro Konti, Mina Letsos Konstantinides, Dimitris Paganos, Georgios Papadopoulos, Maria Papakonstantinou, Themistoklis Pavlis, Myrto Schoinoplokaki, Io Spiliotopoulou, Daphne Stathatou, Alexandros Stavropoulos, Maria Tsingistra
Georgios Tsolis, Christos Xyrafakis

produzione Lavris, coproduzione Megaron Athens Concert Hall, Sadler’s Wells London
in collaborazione con MARCHE TEATRO

The Thread è il nuovo spettacolo di danza messo in scena dal pluripremiato coreografo britannico Russell Maliphant, considerato uno degli artisti più quotati e interessanti della sua generazione. La performance è accompagnata dall’esplosione elettronica delle musiche composte da Vangelis, artista greco di fama mondiale. La visione artistica è supportata e completata dell’innovativo disegno luci di Michael Hulls e dai visionari costumi di Mary Katrantzou, insieme a un cast di diciotto danzatori. L’opera si ispira al mito di Teseo e il Minotauro. The Thread (“Il Filo”) è la linea che corre attraverso il tempo e connette il presente al passato: dai Tempi Antichi all’Era Bizantina, dall’abissale oscurità del Medioevo ai Tempi Moderni e al futuro che deve ancora venire. Chiusi nella realtà delle nostre frenetiche vite, tutti i problemi ci sembrano insormontabili e diventano i nostri personali “Minotauri”. Ci dimentichiamo di respirare. Ma poi inciampiamo su un qualcosa che sembra non avere né capo né fine. Siamo costretti a fermarci, a respirare e improvvisamente tutto ci sembra più chiaro e il labirinto della nostra mente si dipana. Tutto sembra avere un senso: il Minotauro non esiste. Non è mai esistito. Ma “il Filo” (“the Thread”), la linea della vita, esiste. Tutto quello che dobbiamo fare è avere fiducia e lasciare che “il Filo” ci riporti alla luce.

“Il mondo della danza sarebbe molto più povero senza Russell Maliphant”. The Guardian

thethread.eu

Assistant Choreographers: Dana Fouras / Kelly Karachalia / Grace Jabbari
Associate Lighting Designer: Ryan Stafford 
Costume Production Executive: Avji Delega

Production: Lavris Productions, Athens
Production Managers: Giannis Karachisarides / Maria Panayides

Technical Manager: John Zarganis
Personal Assistant: Lydia Margari

Stage Manager: Ioannis Rados
Lighting Programmer: Michail Fyrogenis
Lighting Technician: Ioannis Tsoupas
Sound Technician: Skarlatos Vasilopoulos
Head of Wardrobe: Alexandra Giannakandropoulou

Photographer: Yannis Bournias

Musicians:
Alexandros Arkadopoulos, Andreas Arvanitis, Dimitris Bakos, Christos Batisis, Andreas Fasakis, Christos Gevgelis, Giorgos Gevgelis, Yannis Gevgelis, Michalis Kaliontzidis, Christos Navrotzidis, Pantelis Nikolaidis, Vangelis Papanastasiou, Yanni Servos

Polyphonic:
Panagiota Balinakou, Nikos Menoudakis, Roula-Grigoria Rifouna, Athina Sideri, Alejandros Tsimekos, Kotsou Vangelis

TEMPESTA

GIOVEDÌ 21 MARZO_ORE 20.45_MUSE esclusiva regionale

FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA / ATERBALLETTO

coreografia Giuseppe Spota
musiche originali Giuliano Sangiorgi
drammaturgia Pasquale Plastino
consulenza critica Antonio Audino
scene Giacomo Andrico
costumi Francesca Messori
luci Carlo Cerri

personaggi interpreti
Prospero Saul Daniele Ardillo
Antonio Damiano Artale
Miranda Martina Forioso
Calibano Philippe Kratz
Ariel Serena Vinzio, Roberto Tedesco, Hélias Tur-Dorvault
Ferdinando Giulio Pighini

Noemi Arcangeli, Estelle Bovay, Hektor Budlla, Clément Haenen, Arianna Kob, Ina Lesnakowski, Grace Lyell, Ivana Mastroviti,

CREDITI MUSICALI
Musiche e arrangiamenti di Giuliano Sangiorgi
Prodotto da Giuliano Sangiorgi e Taketo Gohara
Arrangiamento orchestrale e direzione d’orchestra di Stefano Nanni
Registrato da Giuliano Sangiorgi, Taketo Gohara, Niccolò Fornabaio e Davide Dell’Amore presso Exit Music For, Forum Music Village e Noise Factory
Mixato da Taketo Gohara presso Noise Factory
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà
Pianoforte, marimba, vibrafoni, chitarre, tastiere, celesta, elettronica, tubular bells, basso, voci, percussioni, gran cassa e timpani Giuliano Sangiorgi
Flauti Mirko Onofrio
Orchestra Italiana del Cinema
Primo Violino e Coordinamento Orchestra Amori Prisca
Violini Primi Marchi Paolo, Cangianiello Eunice, Krumova Plamena, Missiato Maurizio, Spinedi Leonardo
Violini Secondi Madhi Elton, Shiozaki Miwa, Centurione Elena, Cacopardo Andrea, Sperandio Matteo, Merzin Altin
Viole Cicicugno Nico, Tambè Gualtiero, Coco Mara, Chiappetta Valeria
Celli Santisi Angelo, Muller Aleesanro, Yourina
Bassi Raimondo Maurizio, Bassan Nicola
Trombone Ferrari Marco Vinicio
Tromba D’Ippolito Remo
Corno Pecorelli Dino
Produzione esecutiva Sangiorgi Edizioni Musicali S.r.l.
Edizioni Sugarmusic Spa – Sangiorgi Edizioni Musicali S.r.l.
Le musiche sono disponibili su tutti gli store digitali.

produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
coproduzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile del Veneto
sostegno alla produzione Fondazione I Teatri Reggio Emilia
sponsor tecnico Pro Music

«Tempesta» mette in danza il play di Shakespeare.
Con Tempesta Aterballetto affronta una sfida: mettere alla prova la danza e la sua capacità di raccontare storie e personaggi di una narrazione teatrale, illuminandoli in modo originale e osservandoli da nuovi punti di vista. Garantendo una chiara leggibilità della storia di Shakespeare, senza rinunciare ad aprire dimensioni visionarie.
E allora si partirà proprio da una tempesta, quella che, possiamo immaginare, ha portato Prospero e Miranda a naufragare sull’isola, per poi ripercorrere la linea degli eventi delineata da Shakespeare, evidenziando alcuni nuclei tematici di forte profondità umana. Per andare al cuore di una delle più straordinarie invenzioni pensate per la scena dal grande scrittore inglese, grazie alla coreografia del giovane Giuseppe Spota, alla drammaturgia di Pasquale Plastino, alle musiche originali di Giuliano Sangiorgi, front man dei Negramaro e alla consulenza critica di Antonio Audino.
Per «Tempesta» Sangiorgi racconta: «Ho composto mentre Spota coreografava; confrontando i nostri i lavori ho scoperto una sorta di fisiologica e naturale sintonia». I personaggi hanno suoni specifici spiega Sangiorgi: «Per esempio Calibano ha un aspetto tribale, per Miranda il suono è quello della malinconia». E ancora: «Io faccio colonne sonore per film, ma stavolta si è trattato di una grande sfida. Finora ho immaginato un film muto: aspetto di trovare come la mia musica diventerà corpo e movimento».

NON MI HAI PIÙ DETTO TI AMO

inizio spettacolo ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 25 AL 28 OTTOBRE_MUSE

scritto e diretto da Gabriele Pignotta

con LORELLA CUCCARINI e GIAMPIERO INGRASSIA in

e con Raffaella Camarda, Francesco Maria Conti e Fabrizio Corucci

musiche Giovanni Caccamo
scene Alessandro Chiti
costumi Silvia Frattolillo
light designer Umile Vainieri
sound designer Luca Finotti

Milleluci Entertainment

Dopo 20 anni, Lorella Cuccarini e Giampiero Ingrassia, la straordinaria coppia di Grease, torna a lavorare insieme per la prima volta in una commedia inedita, scritta e diretta da Gabriele Pignotta.
Uno spettacolo ironico, intelligente, appassionante, cucito addosso a due protagonisti perfetti: istrionici e straordinariamente affiatati.  La famiglia è il motore principale dello spettacolo e si mostra con le sue fragilità e con la sua forza. L’amore tra uomo e donna e tra genitori e figli è visto con leggerezza ma anche con passione, sbirciando attraverso la quotidianità: risate, lacrime, sospetti, cambiamenti e tante altre piccole e grandi situazioni condiscono la commedia interpretata da cinque bravissimi attori, in cui ognuno di noi può ritrovare uno spaccato della sua vita.
La produzione è ambiziosa e importante: un allestimento di altissimo livello saprà regalare allo spettatore momenti di assoluto divertimento e di grande emozione.
La famiglia è ancora il cardine della società  e il nostro punto di riferimento assoluto ? Come si stanno evolvendo le nostre famiglie alla luce delle trasformazioni sociali, politiche ed economiche  in atto? E’ questo il tema attualissimo sul quale nasce e si sviluppa questa ironica e sorprendente  “piece” teatrale.  In sintesi si tratta della storia di una famiglia italiana contemporanea ,costretta ad affrontare  un  cambiamento traumatico improvviso che, alla fine di un percorso umano difficile ed intenso , si ritroverà completamente trasformata e  forse più preparata a sopravvivere. Lorella Cuccarini, al culmine della sua maturazione artistica, accetta la sfida di  interpretare straordinariamente il ruolo che le è più congeniale, quello di una madre, Serena, che trova la forza  di mettersi in discussione. In seguito ad un imprevedibile, ma forse “salvifico” incidente di percorso infatti, questa super-mamma e moglie perfetta, che porta sulle sue spalle tutta l’organizzazione e la responsabilità della famiglia, capisce che forse questo ruolo non è più funzionale alla sua felicità e  con grande coraggio decide  di  recuperare se stessa e il suo essere donna rimettendo completamente in gioco l’equilibrio su cui poggia l’intera famiglia.  Suo marito Giulio (un ineguagliabile Giampiero Ingrassia) inizialmente  destabilizzato da questo repentino cambiamento, troverà la forza di reagire, riscoprendo finalmente  il suo ruolo di padre e di “genitore” per  troppo tempo delegato passivamente alla moglie. Anche i due figli (Tiziana e Matteo), due ragazzi di vent’anni, andranno incontro ad  una crisi profonda esattamente come i loro genitori, ma quando tutto sembra portare verso la più amara delle disgregazioni familiari,  ognuno  riuscirà a trovare delle risorse interiori inaspettate che porteranno la famiglia a ricomporsi con un avvincente finale a sorpresa!

BELLA FIGURA

inizio spettacolo ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 15 AL 18 NOVEMBRE_MUSE

di Yasmina Reza
traduzione Monica Capuani

con Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti, David Sebasti
e con Simona Marchini

scena e luci Gianni Carluccio
costumi Gemma Mascagni

regia di Roberto Andò

Gli Ipocriti

Un uomo e una donna, nel parcheggio di un ristorante fuori città. Lei, Andrea, madre single e impiegata in una farmacia, è ancora in macchina. Il suo amante, Boris, un piccolo imprenditore di verande, sta cercando di convincerla ad uscire, malgrado il passo falso che ha appena commesso: farsi scappare che quel ristorante gli è stato consigliato da sua moglie. Bella Figura esplora la notte che segue a quell’errore fatale. Poco dopo, una seconda coppia entra in scena: Eric e Francoise, insieme a Yvonne, la madre di Eric. In breve emerge che sono legati alla prima coppia da un segreto imbarazzante. La pièce si svolge quasi interamente all’aperto, mentre il giorno volge al termine. Nelle mie opere non racconto mai vere e proprie storie, dunque non dovrebbe sorprendere se lo stesso accade anche qui. A meno che non si consideri l’incerta e ondeggiante trama della vita, di per se stessa, una storia. Yasmina Reza

L’autrice ha scritto Bella Figura per il regista Thomas Osthermeier e la compagnia del teatro Schaubühne di Berlino.

JOHN GABRIEL BORKMAN

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 29 NOVEMBRE AL 2 DICEMBRE_MUSE esclusiva regionale

di Henrik Ibsen

regia Marco Sciaccaluga

con
Gabriele Lavia
Laura Marinoni
Federica Di Martino
Roberto Alinghieri, Giorgia Salari, Francesco Sferrazza Papa, Roxana Doran

scene e costumi Guido Fiorato
musiche Andrea Nicolini
luci Marco D’Andrea
versione italiana Danilo Macrì

Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro della Toscana-Teatro Nazionale

Edvard Munch lo definì «il più potente paesaggio invernale dell’arte Scandinava». Ma il freddo dell’inverno, in questa vicenda scabrosa e claustrofobica, è tutto interiore, dell’anima.
John Gabriel Borkman è un self made man: per lui conta la carriera, a tutti i costi. Ha rubato, ma non per sé. Lo ricorda lo storico del teatro Roberto Alonge: ruba «perché si sente il portavoce del progresso, è l’angelo sterminatore del vecchio mondo precapitalistico». Condannato al carcere per i suoi loschi affari, Borkman torna libero ma si chiude in casa, in attesa di una “grande occasione”. Piero Gobetti descrisse il teatro di Ibsen come «l’itinerario dell’eroe in cerca del suo ambiente»: e qui l’ambiente è condiviso da due sorelle, entrambe presenti nella vita dell’uomo. La moglie, in un matrimonio freddo, aspro e irrisolto; e il primo amore cui Borkman ha rinunciato per interesse. È uno scontro fra femminile e maschile, è un abisso. Afferma ancora Alonge: «è l’universo della Cultura (che vuol dire repressione) contro la vita dell’istinto, della carne, della felicità».
JOHN GABRIEL BORKMAN ha attratto i maggiori registi al mondo: è un’opera complessa, austera, inquieta, e di raffinata bellezza per quei ritratti umani, per i dialoghi che possono essere attualissimi e al tempo stesso eterni. Affidati all’interpretazione di tre grandi attori, a partire da Gabriele Lavia come protagonista, con Laura Marinoni e Federica Di Martino, il BORKMAN, nelle sue “scene da un matrimonio” che sarebbero state care a Bergman, fa ancora esplodere le ambizioni di un secolo, l’Ottocento, intriso di superomismo e idealismo svelando quelli che saranno i grandi traumi del Novecento. E forse di oggi.

LA PARANZA DEI BAMBINI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 13 AL 16 DICEMBRE_MUSE

di Roberto SavianoMario Gelardi

con gli attori della compagnia del Nuovo Teatro Sanità:
Vincenzo Antonucci (Drone), Ciro Burzo (Lollipop), Riccardo Ciccarelli (Maraja), Mariano Coletti (Briatò), Giampiero de Concilio (Cristian), Simone Fiorillo (White), Carlo Geltrude (Dentino), Antonio Orefice (Dumbo)Enrico Maria Pacini (Dragò),  con la partecipazione di Ivan Castiglione (Copacabana– don Vittorio – padre di Nicolas – Mojo)

regia Mario Gelardi in collaborazione con Carlo Caracciolo
scene Armando Alovisi
costumi 0770
musiche Tommy Grieco
luci Paco Summonte

coproduzione Teatro Carcano / MARCHE TEATRO
in collaborazione con MismaOnda

Dopo la felice esperienza dello spettacolo ‘Gomorra’, Roberto Saviano e Mario Gelardi si uniscono di nuovo in questo progetto teatrale per raccontare la controversa ascesa di una tribù adolescente verso il potere, pronta a piombare nel buio della tragedia scespiriana e nel nero infinito dei fumetti di Frank Miller.
Hanno scarpe firmate, famiglie quasi normali e grandi ali “d’appartenenza” tatuate sulla schiena. Sfrecciano in moto contromano per le vie di Napoli perché sanno che la loro unica possibilità è giocarsi tutto e subito. Non temono il carcere né la morte. Sparano, spacciano, spendono.
Sono la paranza dei bambini.
Nel gergo camorristico “paranza” significa gruppo criminale, ma il termine ha origini marinaresche e indica le piccole imbarcazioni per la pesca che, in coppia, tirano le reti nei fondali bassi, dove si pescano soprattutto pesci piccoli per la frittura di paranza. L’espressione “paranza dei bambini” indica la batteria di fuoco, ma restituisce anche con una certa fedeltà l’immagine di pesci talmente piccoli da poter essere cucinati solo fritti, proprio come quei giovanissimi legati alla camorra che Roberto Saviano racconta in uno dei suoi best seller.
E quel romanzo è diventato uno spettacolo teatrale che racconta una verità cruda, violenta, senza scampo. Non a caso lo spettacolo è nato nel Nuovo Teatro Sanità, un luogo ‘miracoloso’ nel cuore di Napoli, dove si tenta di costruire un presente reale e immaginare un futuro possibile.
‘L’infanzia è una malattia, un malanno da cui si guarisce crescendo’, diceva William Golding, l’autore de ‘Il signore delle mosche’. E come nel romanzo di Saviano così anche nello spettacolo i protagonisti creano una loro comunità che impone regole feroci per perdere l’innocenza e diventare grandi.