THE LAST SUPPER

dal 14 al 31 ottobre / salone delle feste

scritto e diretto da Mole Wetherell

con Sara Allevi, Teodoro Bonci del Bene, Matteo Lanfranchi

traduzione Andrea Pagani

luci Mauro Marasà

produzione Marche Teatro Teatro Stabile Pubblico / Reckless Sleepers

orari recite: 14 e 15 ore 20:45  / dal 16 al 18 ore 23.00 /  19 ore 19:00 / dal 22 al 25 ore 20.45 / 26 ore 19.00 / dal 28 al 31 ore 20:45 (riposo 21, 22 e 27 ottobre)  // prenotazione obbligatoria

prezzi biglietti € 10 intero, € 8 MarcheTeatro card

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Avevo in mente una scena del film di Peter Greenway “Il cuoco, il ladro sua moglie e l’amante”, in cui l’amante è costretto a mangiare le pagine del suo libro preferito e ne muore. Ho pensato: mi piacerebbe mangiare le ultime parole dei personaggi famosi della Storia. (…) è nata così…dichiara in un’intervista il regista Mole Wetherell

L’ultima azione: assaporare il cibo preferito celebrando così la vita un’ultima volta o lasciare un cruciale messaggio ai posteri? Questo l’inquietante dilemma a cui risponde The Last Supper, intrigante performance scritta e diretta da Mole Wetherell ripensata e riallestita per il pubblico italiano. Uno spettacolo in cui gli spettatori sono invitati a cena mentre tre attori, nel ruolo di padroni di casa, narrano le storie e le ultime parole di personaggi famosi e non, criminali, vittime ed eroi del passato e del presente, da Beethoven a Che Guevara, da Maria Antonietta a Copernico, dai condannati nel braccio della morte alle vittime di Hiroshima. Un intelligente mix di umorismo, citazioni colte e intensità emotiva.

Come in tutte le migliori cene, i posti sono limitati e la prenotazione è altamente raccomandata.

The Last Supper di Mole Wheterell ha debuttato nella versione italiana nell’estate 2014 a INTEATRO Festival; la versione inglese nata nel 2004 è stata rappresentata molte volte in Inghilterra, Belgio, Svizzera, Francia, Australia, riscuotendo consensi unanimi.

Mole Wetherell è autore e regista della compagnia anglo-belga Sleepers Reckless, per la quale crea pièce originali, che fondono teatro, danza, musica, riferimenti all’arte contemporanea, pensate per contesti teatrali ma anche per gallerie d’arte, musei, spazi all’aperto. I progetti di Mole Wetherell mirano a divertire ma anche a sfidare il pubblico, considerato parte attiva dello spettacolo e, spesso, coinvolto in situazioni stranianti, scomode, che invitano alla riflessione.

DOTS AND LINES, AND THE CUBE FORMED.

THE MANY DIFFERENT WORLDS INSIDE. AND LIGHT.

31 ottobre  ore 20:45 / teatro sperimentale ESCLUSIVA REGIONALE

Mum&Gypsy

scritto e diretto da Takahiro Fujita

interpreti Aya Ogiwara, Shintaro Onoshima, Ayumi Narita, Satoshi Hasatani, Jitsuko Mesuda, Satoko Yoshida

collaborazione musicale Yoshio Otani | disegno luci Kaori Minami | suono Rie Tsunoda direzione di scena susumu Kumaki, tour manager e sottotitolatrice

produzione Mum & Gypsy  con il supporto di Yokohama Artes Platform, Steep Slope Studio
in collaborazione con Fondazione Pontedera Teatro, Fondazione Fabbrica Europa per le arti contemporanee, MESS International Theatre Festival Sarajevo, Associazione Lis Lab Performing Arts, Meina (NO), Inteatro Polverigi (AN), Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, Marche Teatro con il sostegno del Performing Arts Japan Programme for Europe (PAJ Europe) – Touring Grant della Japan Foundation, Arts Council Tokyo.

Lo spettacolo è in lingua originale con sottotitoli in italiano e inglese.

prezzi biglietti € 15 intero, € 10 MarcheTeatro card

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Dots, lines and the cube formed parte da un fatto di cronaca. Nel 2001, in una piccola città del Giappone, un uomo uccide una bambina il cui corpo viene ritrovato in un fosso. La notizia di questo infanticidio colpisce l’opinione pubblica, soprattutto i giovani del posto. Fujita mette in scena quei ragazzi e quelle ragazze, dieci anni dopo, nel 2011, e oggi, raccontando la loro vita attuale e i loro ricordi attraverso un format cronologico fatto di continui refrain che richiamano alla memoria il passato.

Mum&Gypsy è una compagnia teatrale fondata nel 2007 da Takahiro Fujita, uno dei più giovani esponenti della “zero generation” giapponese, una nuova generazione di registi e drammaturghi venuta alla ribalta dopo il 2000, influenzata dalle ricerche del maestro Oriza Hirata. Hirata, regista, drammaturgo ma anche saggista e insegnante, ha teorizzato e praticato fin dagli anni ’90 una nuova forma di teatro che attraverso l’uso di un lessico comune e colloquiale. Takahiro Fujita ha maturato un suo personale stile drammaturgico basato su linee narrative che si sviluppano in parallelo attraverso un intreccio di scene, ripetute e presentate dalle prospettive dei diversi personaggi. Uno stile che ricorda quello di un certo cinema fatto di un rapido susseguirsi di scene che si stanno svolgendo contemporaneamente.

WORKSHOP

Walking and Movement è il workshop che Takahiro Fujita terrà ad Ancona con attori/performer.

Il lavoro inizierà con lo stesso Fujita che intervisterà tutti i partecipanti. A partire dal materiale raccolto il regista elaborerà quindi un pezzo teatrale basato sulla vita quotidiana degli attori/performer, che verrà presentato sotto forma di performance al termine del workshop.

numero di partecipanti: 13 persone max

ORCHIDEE

22 novembre ore 20.45 e 23 novembre ore 16.30 / teatro delle muse ESCLUSIVA REGIONALE

uno spettacolo di Pippo Delbono

con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Bobò, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella

immagini e film Pippo Delbono
luci Robert John Resteghini
musiche di Enzo Avitabile e Deep Purple, Miles Davis,Philip Glass, Victor Démé, Joan Baez, Nino Rota, Angélique Ionatos, Wim Mertens, Pietro Mascagni
direzione tecnica Fabio Sajiz, suono Corrado Mazzone, luci e video Orlando Bolognesi

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Nuova Scena – Arena del Sole – Teatro Stabile di Bologna, Théâtre du Rond Point-Parigi, Maison de la Culture d’Amiens – Centre de Création et de Production / si ringrazia Cinémathèque suisse

prezzi biglietti € 25 intero; € 22 (under 30 over 65); € 12 gruppi (contattare 071 20784222); € 10 MarcheTeatro card

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22 NOVEMBRE / Focus Pippo Delbono al Ridotto del Teatro delle Muse

  • ore 17 proiezione di SANGUE un film di Pippo Delbono
  • ore 18.30 incontro con Pippo Delbono, conduce Luigi Socci

Pippo Delbono, artista dal percorso poliedrico è creatore di spettacoli forti e dirompenti, in cui si affonda a piene mani nell’emozione, lavori che utilizzano una dissonanza di stili musicali, letterari e iconografici, che guardano dentro allo spettatore senza risparmiargli nessuna emozione, ma indirizzandolo a compiere un proprio percorso interiore che passa per il dolore, la paura, il grido, la consolazione, la forza dell’arte.

Orchidee è il tentativo di spogliare la verità di ogni patina di finzione: è un continuo dentro e fuori tra teatro e vita, fotografia, televisione, cinema, invenzione scenica e pezzi di vita che si mescolano a Cechov, Shakespeare, Kerouac, Büchner su musiche di Enzo Avitabile e Deep Purple, Miles Davis, Nino Rota, Wim Mertens, Pietro Mascagni.

Dalle note di Pippo Delbono “« (…) In Orchidee c’è, come in tutti i miei spettacoli, il tentativo di fermare un tempo che sto attraversando. Un tempo mio, della mia compagnia, le persone che lavorano ormai da molti anni con me, ma anche un tempo che stiamo attraversando e vivendo oggi tutti noi. Italiani, europei, occidentali, cittadini del mondo.

Un tempo confuso dove mi sento, ci sentiamo, in tanti, credo, sperduti…

Con la sensazione di aver perduto qualcosa. Per sempre. Forse la fede politica, rivoluzionaria, umana, spirituale.

(…) Ma Orchidee nasce anche da tanti vuoti, da tanti abbandoni.

Il vuoto che viviamo nella cultura, nell’essere artisti perduti. (…) Ma Orchidee parla anche del bisogno vitale di riempire quel vuoto.

Parla del bisogno di ricercare ancora, altre madri, altri padri, altra vita, altre storie.

E poi stranamente le parole “importanti” del teatro che volevo abbandonare mi sono ritornate addosso e hanno ritrovato un loro senso nuovo, incastrate con la mia vita.

E anche la mia vita forse è diventata con quelle parole, la vita di tanti altri.

Credo che Orchidee rappresenta per me quel bisogno vitale, incontenibile, di continuare ancora nonostante tutto a scrivere, a parlare dell’amore“».

Delbono firma con Orchidee uno dei suoi lavori più maturi ed emozionanti. E’ uno spettacolo bello Orchidee e straordinariamente tenero, che racchiude più di altri Pippo Delbono, il talento più folle, inelegante, esagerato del teatro italiano. (…) Orchidee è un lavoro importante per la ricchezza di rimandi che apre, degna degli Shakespeare e dei Cechov che cita, per l’onestà e la limpidezza con cui si interroga sul senso della rappresentazione della vita, per la compagnia di attori tutti in una bella prova. (Anna Bandettini, la Repubblica)

IL TENTATIVO DI FERMARE IL TEMPO, DI DISTRICARSI TRA CIÒ CHE È FINTO E CIÒ CHE È AUTENTICO: NEGLI AFFETTI, NELLA CULTURA, NELLA SOCIETÀ.

Recensioni

Il mattino – Fiore

La Repubblica – Bandettini

L’Unità – Gregori

estratti rassegna stampa

Multimedia

CLÔTURE DE L’AMOUR

FINE DI UN AMORE

26 novembre ore 20.45 / teatro sperimentale   ESCLUSIVA REGIONALE

uno spettacolo di Pascal Rambert

traduzione Bruna Filippi

con Anna Della Rosa, Luca Lazzareschi

e con gli allievi dei corsi dei canto e di teatro dell’Associazione Culturale “La Guglia” di Agugliano (AN) diretti dall’insegnante Valentina Bonafoni

produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione

prezzi biglietti € 15 intero, € 10 MarcheTeatro card

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“Clôture de l’amour” di Pascal Rambert la violenza di un amore che muore

Il pluripremiato regista francese Pascal Rambert dirige due attori italiani, Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi. Lo spettacolo ha debuttato ad Avignone nel 2011 e, da allora, la versione francese, vincitrice del Premio della Critica 2012, del Palmarés du Théâtre nell’aprile del 2013 e del Grand Prix de la Litérature dramatique 2012, è in tournée in tutto il mondo (Corea, Italia, Svizzera, Belgio, Croazia, Cina). Il regista, direttore del parigino Théâtre de Gennevilliers, anche in questa versione italiana prosegue la sua personalissima indagine scenica che ha dato vita a una sorta di modulo teatrale infinitamente declinabile a ogni latitudine geografica.

Clôture de l’amour racconta della separazione di una coppia che cerca di mettere fine a qualcosa: alla propria storia comune, a una storia che vorrebbero chiudere per sempre. Sono mossi dalla rabbia e dalla necessità urgente di dividersi.

Ma Clôture de l’amour può anche essere un inizio, perché “clôture”, che in italiano non si può tradurre esaustivamente con chiusura, significa anche racchiudere. Lo spettacolo, infatti, racchiude lo spazio dedicato all’anima, lo spazio che definisce l’individuo come un territorio in carne ed ossa da difendere. È un linguaggio essenzialmente organico e persino coreografico, in cui Anna e Luca, i due personaggi che si affrontano sul confine del palcoscenico, costruiscono con le parole una barriera di filo spinato che li divide, ripetendo in continuazione, in modo ossessivo, espressioni che sembrano vorticare nei loro corpi.

“Se dovessi andare più a fondo in quello che sento, lo descriverei come un testo di danza” dice Pascal Rambert. Una danza mentale in un certo senso che porta alla luce il movimento invisibile dell’anima e dei nervi in palcoscenico”.

Due sguardi, due parole, due corpi e due silenzi per raccontare la violenza di un amore che muore, cercando di far emergere il più possibile l’universalità di questa circostanza.

JOB

dal 28 al 30 novembre / sala melpomene

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

progetto a cura di 7-8 chili

ideazione e regia Davide Calvaresi

scritto e interpretato da Davide Calvaresi, Valeria Colonnella, Giulia Capriotti

disegno luci Franco Mastropasqua

produzione MARCHE TEATRO – Teatro Stabile Pubblico

prezzi biglietti € 10 intero, € 8 MarcheTeatro card

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Un ritratto ironico e inquieto del rapporto tra noi stessi, il lavoro, la società, attraverso il linguaggio ibrido tra cinema e teatro che caratterizza tutti i lavori di 7-8 chili.

Da mero mezzo di soddisfazione di bisogni materiali, il lavoro è passato a essere, negli ultimi anni, elemento d’identificazione psicologica e sociale. Cosa succede quando tutto questo viene a mancare? Job non dà risposte, insinua dubbi e restituisce la descrizione di un cambiamento sociale e culturale in cui l’identità umana assume sempre più un carattere indefinito.

– (…) Job è un ritratto ironico del momento attuale, una riflessione sull’identità dell’uomo in tempo di crisi, a partire dal lavoro come dice il titolo. (…) Uno spettacolo che usa linguaggi visivi e prevede in scena due schermi dove passano alcuni video d’archivio,  delle interviste e giochi di immagini realizzate con la webcam. Il tutto interagisce con quanto accade sul palcoscenico. (…) – (dall’intervista di Maria Manganaro, Il Messaggero)

Collettivo marchigiano diretto da Davide Calvaresi, 7-8 chili si segnala come una delle realtà emergenti più originali, ironiche e creative del panorama nazionale che ha già partecipato con I suoi lavori a Festival importanti e a Premi significativi. Dal 2013 produce i propri lavori  con il supporto di Inteatro – Centro Internazionale per la ricerca teatrale di Polverigi e, dal 2014, con Marche Teatro – Teatro Stabile Pubblico.

HOSPICE

10 gennaio ore 20.45 / teatro sperimentale

di Glen Çaçi

con Glen Çaçi,  Silvia Mai

disegno luci e assistente alla drammaturgia Andrea Saggiomo – sound design Sec_

produzione Fondazione Musica per Roma, MARCHE TEATRO – Teatro Stabile Pubblico / INTEATRO, con il sostegno di Consorzio Marche Spettacolo nell’ambito del progetto REFRESH in collaborazione con Associazione Culturale dello Scompiglio, La Villette – Parigi un ringraziamento particolare al Comune di San Ginesio spettacolo vincitore Premio Equilibrio 2013 – Roma per la Danza contemporanea

prezzi biglietti € 10 intero, € 8 MarcheTeatro card

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Spettacolo vincitore Premio Equilibrio 2013 – Roma per la danza contemporanea

Hospice evoca un luogo dove non esistono possibilità di scelta e i gesti, le azioni, gli stessi incontri sono gli ultimi possibili, assumendo una dimensione di assoluta compiutezza. Due persone definiscono le loro singole identità e la loro relazione costruendo uno spazio denso di intimità, ricordi, sofferenza e piacere. Hospice utilizza la fisicità di due giovani e straordinari interpreti, frammenti di testo tratti da spunti letterari e cinematografici e immagini visive originali per raccontare la perdita, l’irreversibilità, la paura. Un viaggio attraverso il diario di un uomo, la poetica di Derek Jarman e le paure di Glen Çaçi.

Hospice gioca sull’attesa, entra nello spettatore in tempo reale, senza montaggio. Ecco allora che i due splendidi performer – lo stesso Çaçi insieme a Silvia Mai – ci portano lentamente nella loro vita (passata) attraverso bagliori di luce e molte ombre. Potente nel suo vocabolario coreografico (lo spettacolo ha fatto parlare di sé in svariati contesti, meritando il Premio Equilibrio 2013) che permette a Çaçi e Mai di rendere con pienezza interpretativa l’incertezza della malattia, tutti gli ostacoli di un corpo che involve, 

(…) lo spettacolo finisce per disegnare un disagio universale e senza tempo, una solitudine che travalica la condizione della malattia. Impossibile non pensare al Beckett di Finale di partita: “Nascondimi sotto al lenzuolo (…) reclamavi la sera; ed eccola che scende” -. (Valentina Grazzini, giornalista e critica teatrale)

BE NORMAL!

Daimon Project

7 febbraio 2015 ore 20.45 / teatro sperimentale

concept e regia Teatro Sotterraneo

in scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri

scrittura Daniele Villa

luci Marco Santambrogio

consulenza costumi Laura Dondoli, Sofia Vannini

oggettistica Cleto Matteotti, Eva Sgro’

grafica Massimiliano Mati

disegni Claudio Fucile

produzione Teatro Sotterraneo, coproduzione Associazione Teatrale Pistoiese, Centrale Fies, sostegno al progetto BE Festival (UK), Opera Estate Festival Veneto, Regione Toscana, residenze Centrale Fies, Associazione Teatrale Pistoiese, Warwick Arts Centre // Teatro Sotterraneo fa parte del progetto Fies Factory

prezzi biglietti € 10 intero, € 8 MarcheTeatro card

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BE NORMAL! si presenta per quello che è: una messinscena di una giornata anormale, in cui può accadere di tutto, nel bene e nel male, in cui l’obiettivo in fondo è tornare a casa sani e salvi, attori, tecnici, pubblico e chiunque altro dovesse passare di lì per caso.

Lo spettacolo rappresenta tecniche di resistenza giornaliera che stanno fuori dalla normalità. Si tratta di uno lavoro fisico e ritmato, dove corpo e parola convivono nel tentativo di raffigurare la corsa ininterrotta e la continua lotta di una generazione che procede per tentativi. Con l’ironia e il senso dell’assurdo che da sempre caratterizza i lavori di Teatro Sotterraneo, BE NORMAL! rappresenta una giornata impossibile, in cui dal risveglio alla notte due attori attraversano un numero surreale di situazioni e contesti a cui sono chiamati a sopravvivere quasi come avatar di un videogame, colpo su colpo, morendo e andando avanti, vincendo e perdendo, cadendo e rialzandosi, per ottenere un lavoro, per partecipare a un rituale collettivo o anche solo per compiere un piccolo gesto quotidiano carico di senso.

Teatro Sotterraneo non lavora sulla narrazione in senso stretto e non inscena personaggi fissi: il gruppo sviluppa da sempre una scrittura scenica fatta di quadri, visioni che si alternano, cambi repentini, un meccanismo in cui l’interazione diretta col pubblico, ludica quanto “scomoda”, diventa parte integrante dello spettacolo.