AUGUSTO

SABATO 8 E DOMENICA 9 SETTEMBRE ore 20.45_TEATRO SPERIMENTALE
PROVE APERTE

di Alessandro Sciarroni
con Massimiliano Balduzzi, Gianmaria Borzillo, Marta Ciappina, Jordan Deschamps, Pere Jou, Benjamin Kahn, Leon Maric, Francesco Marilungo, Cian Mc Conn, Roberta Racis, Matteo Ramponi
musica Yes Soeur!
disegno luci Sébastien Lefèvre

produzione MARCHE TEATRO, CORPOCELESTE_C.C.00#, European Creative Hub – French Minister of Culture/Maison de la Danse grant for Biennale de la danse de Lyon 2018, Festival GREC Barcelona, Théâtre de Liège, Teatro Municipal do Porto, CENTQUATRE-Paris, apap – Performing Europe 2020, a project co-founded by the Creative Europe Programme of the European Union, Theaterfestival Boulevard, Theater Freiburg (Germany) in coproduzione con Tanzfabrik Berlin, Centrale Fies, Snaporazverein, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino

Nel giugno 2017 Sciarroni viene invitato dal Centre National de la danse di Pantin a tenere un workshop di due settimane all’interno del progetto “Camping”. Il laboratorio nasce in collaborazione con l’Ircam, l’importante Istituto di ricerca e coordinamento acustico/ musicale. L’artista lavorerà con 18 danzatori (di cui alcuni professionisti, altri studenti) e quattro compositori contemporanei. Sciarroni decide di ripartire dai materiali di lavoro usati per il progetto Performing Gender, e per l’occasione sceglie di intitolare la ricerca AUGUSTO. La collaborazione tra danzatori e compositori si rivela molto fruttuosa. I quattro musicisti decidono di collaborare ad un progetto sonoro comune, nel quale, attraverso l’uso delle tecnologie digitali messe a disposizione dall’Ircam, e guidati dal maestro Jean Lochard, lavoreranno alla manipolazione dei suoni prodotti dai performer in scena in tempo reale. Lo studio si compone di due sequenze. Nella prima i performer, attraverso l’uso della voce, lavorano alla creazione di uno spazio acustico connotato da una forte vibrazione sonora. Gli esercizi musicali e vocali messi in atto dal coreografo e nati dalla collaborazione con i musicisti creano un’atmosfera densa di riverberi, ipnotica, in grado di muovere alcuni spettatori fino alle lacrime. Nella seconda sequenza la pienezza dell’uso della voce dei performer esplora l’azione della risata: dapprima con l’effetto di diventare “contagiosa” per la squadra dei performer e per il pubblico, in seguito trasformata in vibrazione fisica, baccanale estatico, ossessiva ricerca di uno stato euforico.
Sciarroni apre una nuova ricerca sull’uso della voce in scena e su come trasformare quest’elemento sonoro in corpo. Come in altri lavori il tempo della performance va alla ricerca di una dimensione temporale dilatata. Il suono emesso dai corpi e manipolato dai compositori lega lo spazio del perfomer a quello dello spettatore e concede la possibilità di collocarsi nel momento e nel luogo presente. Il pubblico viene invitato ad intraprendere nel quale un viaggio la nuova dimensione temporale concede inaspettate epifanie: l’apparizione dell’umano.
“Augusto” è stato selezionato nella shortlist del premio 2018 Fedora Van Cleef & Arpels.

FOOD

PUÒ CONTENERE TRACCE DI…

DAL 10 AL 16 SETTEMBRE ore 20.00_TEATRO DELLE MUSE Salone delle Feste
PRIMA NAZIONALE

di Luca Silvestrini e Orlando Gough
con Virginia Scudeletti, Simone Donati
musica originale Orlando Gough
regia e coreografia Luca Silvestrini

produzione MARCHE TEATRO / Protein

Sei mai stato influenzato dalla confezione di un nuovo prodotto alimentare?
È davvero migliore acquistare prodotti a kilometro zero?
O forse dovresti diventare vegetariano?
Siete invitati a sedervi ai tavoli di un originale ristorante in cui i vostri coinvolgenti e talentuosi ospiti sapranno catturare la vostra attenzione con un divertente insieme di danza, teatro, musica e comicità.
Tutto questo è FOOD!

LA CONTESSINA JULIE

VENERDÌ 5, SABATO 6 ore 20.45 E DOMENICA 7 OTTOBRE ore 16.30_TEATRO DELLE MUSE Sala Melpomene

di Maurizio Schmidt
liberamente tratto da August Strindberg

con
Petra Valentini (Julie)
Lorenzo Frediani (Jean)
Emilia Scarpati Fanetti (Kristin)

regia di Maurizio Schmidt

musica dal vivo di Leonardo Ramadori
costumi Stefania Cempini
luci e allestimento tecnico Mauro Marasà

direttore di produzione Marta Morico
produzione Alessandro Gaggiotti
assistente alla produzione Claudia Meloncelli
organizzazione Emanuele Belfiore, Alessia Ercoli, Serena Martarelli

comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
promozione gruppi Benedetta Morico
grafica Fabio Leone
social Giulia Zacconi
foto e video Lara Virgulti

produzione MARCHE TEATRO in collaborazione con Farneto Teatro

La notte di San Giovanni, il solstizio d’estate, è il momento dell’anno preferito da chi scrive le commedie. Ne abbiamo di bellissime, piene di amanti, di folletti e di fate, di tanti autori di tutti i tempi. Non ci sono molte fate nella notte di San Giovanni scritta da Strindberg, in cui la figlia di un Conte approfitta della festa e della assenza del padre per scendere tra la servitù e degradarsi. Il suo comportamento è incomprensibile per i servi che stanno festeggiando. Vuole ridurre le distanze sociali, lenire la propria solitudine, perdersi; vuole asserire la propria indipendenza femminile, forse vendicarsi del potere paterno, provocare il conformismo; ha venticinque anni e vuole fare i conti con l’uomo, che non conosce. In una notte avverrà tutto: userà il proprio potere per sedurre il proprio servo mettendosi in competizione con la propria cameriera tagliando i ponti con la propria famiglia e con la propria reputazione.
È qui che la storia perde tutti i connotati romantici del solstizio d’estate per farsi brutale: la vicenda della contessina che si fa serva del suo servo si trasforma in una lotta feroce di dominio tra i due sessi in cui si mescolano elementi fisici, politici, esistenziali e cui nessuno dei tre personaggi riuscirà a sottrarsi.
La lotta di tutti gli uomini contro tutte le donne. La subiranno come si subisce l’arrivo dell’età adulta.
Strindberg ha scritto un combattimento, senza esclusione di colpi. Gesti, azioni, trappole. Pulsioni, sogni, incomprensioni. Le parole sono i colpi e ce ne sono di durissimi, che hanno conseguenze fisiche e psichiche. Sono ammessi anche i più vietati, fino al plagio ed all’ipnosi. È un combattimento diviso in sei quarti d’ora (teorizzati dallo stesso Strindberg) che divideremo con piccoli intervalli, come round di boxe; e che porta gli attori come i personaggi in uno stato di fatica e di limite.
La Contessina Julie è infatti il primo dramma moderno in cui un autore abbia proposto agli attori un realismo così totale da essere anche psichico: “fare semplice, fare alto, fare vero.” Questo chiedeva agli interpreti nella sua famosa prefazione: fare davvero, fino ai pensieri. Sarebbe stato poi il sogno di tutto il teatro contemporaneo.
È importante perciò che gli interpreti abbiano l’età dei loro giovani personaggi, perché la notte di San Giovanni di Strindberg è un rito di passaggio all’età adulta, la conoscenza di territori oscuri, guardati con gli occhi di chi vi entra per la prima volta.
La situazione porta i tre personaggi in una spirale di reciproca irrimediabile attrazione e repulsione: le due donne sono diverse e opposte tra di loro e l’uomo con loro ha rapporti diversi e opposti, dilaniato tra il dominio e la dipendenza.
La Contessina Julie ci attrae per la sua crudezza, è popolare ed estremamente raffinata, è un grande giracapo e un labirinto dell’anima perché è inquietante nella forma: pretendeva di essere accreditata tra le avanguardie naturalistiche dell’epoca, mentre in realtà era ancora più avanti di quanto l’autore immaginasse. È contemporaneo perché racconta la vicenda secondo la percezione dei personaggi, sconfinando nel sogno in stato di veglia, nell’infrazione del tempo, nell’indicibile. È il grande sforzo fatto da un genio per entrare nel nostro subconscio collettivo. Proponiamo insomma questo testo non perché è un classico, ma perché è drammaturgia contemporanea.

CUORE DI TENEBRA

SABATO 10 ore 20.45 E DOMENICA 11 NOVEMBRE ore 16.30_TEATRO SPERIMENTALE

(Heart of Darkness)
da Joseph Conrad
una creazione di imitating the dog
scritto e diretto da Andrew Quick e Pete Brooks
proiezione e disegno video Simon Wainwright
costumi Laura Hopkins
disegno luci Andrew Crofts
musiche Jeremy Peyton Jones
collaborazione di ricerca Elnathan John, Testament, Michael Greaney
con Laura Atherton, Morgan Bailey, Keicha GreenidgeMorven Macbeth, Matt Prendergast

produzione imitating the dog, MARCHE TEATRO and CAST. Supported by Arts Council England, Lancaster Arts at Lancaster University and Theatre by the Lake

Lo spettacolo è in lingua inglese sottotitolato

Dopo l’acclamato adattamento dell’opera Addio alle armi di Ernest Hemingway, la Compagnia inglese imitating the dog sceglie di lavorare a un nuovo e originale adattamento dello straordinario romanzo di Joseph Conrad, Cuore di Tenebra. Nel romanzo, scritto alla fine dell’Ottocento, negli anni dell’imperialismo, il capitano Marlowe, a bordo della sua nave sul Tamigi, racconta a degli amici la storia del suo avventuroso viaggio sul fiume Congo nell’Africa centrale per scoprire cosa sia accaduto a Kurtz, un misterioso commerciante d’avorio.
Riattualizzato in un’Europa senza tempo, in un paesaggio abbandonato e perduto a causa della brama di potere, lo spettacolo della compagnia inglese diventa una favola dei nostri giorni, un lavoro visivamente ipnotico, capace di fondere narrazione, performance dal vivo e tecnologia digitale.
Il palcoscenico diventa un territorio inesplorato dove gli attori devono raccontare una storia necessaria, che prende forma sopra di loro come un fumetto animato in Cinemascope: è la storia di Conrad, del suo viaggio nella giungla dell’Africa inesplorata attraverso il pericolo e l’ignoto. Ma è anche la storia della disumanizzazione che ha aperto la strada agli orrori del XX secolo e agli innumerevoli che verranno.

THANKS FOR VASELINA

VENERDÌ 12 E SABATO 13 APRILE_TEATRO SPERIMENTALE ore 20.45

drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
interpreti Gabriele Di Luca (Fil), Massimiliano Setti (Charlie), Beatrice Schiros (Lucia), Pier Luigi Pasino (Annalisa), Francesca Turrini (Wanda)
musiche originali Massimiliano Setti
luci Diego Sacchi

uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo in coproduzione con MARCHE TEATRO

Gli Stati Uniti d’America, con il sostegno dei paesi alleati, hanno deciso di bombardare il Messico, distruggendo tutte le piantagioni di droga e classificando le numerose vittime come “effetti collaterali”, con il pretesto di “esportare” la propria democrazia.
Fil, cinico-disilluso, e Charlie, determinato animalista e difensore dei diritti civili, entrambi trentenni e con un futuro incerto, coltivano nel loro appartamento grossi quantitativi di Marijuana e, con due opposte motivazioni, decidono di tentare il colpo della propria vita: invertire il normale andamento del mercato della Marijuana esportandola dall’Italia al Messico. Ai due spacciatori si aggiungeranno Wanda, una trentenne obesa, insicura e membra di un fallimentare corso di autostima, e Lucia, madre di Fil, una cinquantenne frustrata appena uscita da una clinica per disintossicarsi dal vizio che la perseguita. Tutto si complica, però, quando dopo quindici anni di assenza, torna a casa il padre di Fil ed ex marito di Lucia, svelando a tutti il suo pericoloso segreto.
“Thanks for Vaselina” è la storia di esseri umani sconfitti e abbattuti. Un ringraziamento quindi da parte nostra, non privo di una certa ironia, a chi si prende il disturbo di non farci troppo male. Un ringraziamento a tutto ciò che fa leva sul nostro dolore, sulle nostre speranze, sulla solitudine e il nostro bisogno d’amore per ricavarne qualcosa.

Dalle recensioni di Thanks for Vaselina:
– La drammaturgia di Gabriele Di Luca dà luogo a una scrittura aspra, infame e volutamente banale che suscita uno strano umorismo da soap. […] Questi qui sono la Carrozzeria Orfeo, ruvidi come la manualità d’una officina, genuini come una proiezione mitica -.  Rodolfo di Giammarco, La Repubblica
– Thanks for Vaselina del gruppo Carrozzeria Orfeo, è una delle più luminose realtà drammaturgiche del momento, una scrittura acida come soda caustica che arriva al centro dello sterno […] Pièce d’ironia, sentimento e cinismo, testo e attori stupefacenti -. Tommaso Chimenti, Il Fatto Quotidiano

ANIMALI DA BAR

DOMENICA 14 APRILE_TEATRO SPERIMENTALE ore 20.45

drammaturgia Gabriele Di Luca

regia Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
con Beatrice Schiros (Mirka), Gabriele Di Luca (Milo Cerruti), Massimiliano Setti (Colpo di Frusta), Pier Luigi Pasino (Sciacallo), Paolo Li Volsi (Swarovski)
voce fuori campo Alessandro Haber

musiche originali Massimiliano Setti
progettazione scene Maria Spazzi
assistente scenografo Aurelio Colombo
realizzazione scene Scenografie Barbaro srl
costumi Erika Carretta
luci Giovanni Berti

uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo in coproduzione con MARCHE TEATRO
produzione 2015 Fondazione Teatro della Toscana
in collaborazione con Festival Internazionale di Andria | Castel dei Mondi

“C’era una volta una metropoli. Dentro la metropoli un quartiere. Dentro al quartiere, il bar.”
Un bar abitato da personaggi strani: un vecchio malato, misantropo e razzista che si è ritirato a vita privata nel suo appartamento; una donna ucraina dal passato difficile che sta affittando il proprio utero ad una coppia italiana; un imprenditore ipocondriaco che gestisce un’azienda di pompe funebri per animali di piccola taglia; un buddista inetto che, mentre lotta per la liberazione del Tibet, a casa subisce violenze domestiche dalla moglie; uno zoppo bipolare che deruba le case dei morti il giorno del loro funerale; uno scrittore alcolizzato costretto dal proprio editore a scrivere un romanzo sulla grande guerra. Sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle. E se appoggiati al bancone troviamo gli ultimi brandelli di un occidente rabbioso e vendicativo, fatto di frustrazioni, retorica, falsa morale, psicofarmaci e decadenza, oltre la porta c’è il prepotente arrivo di un “oriente” portatore di saggezze e valori… valori, però, ormai svuotati e consumati del loro senso originario e commercializzati come qualunque altra cosa. Tutto è venduto, sfruttato e contrattato in “Animali da Bar”.
La morte e la vita, come ogni altra merce, si adeguano alle logiche del mercato.

Dalle recensioni di Animali da bar:
– S’affacciano la crudeltà squallida e poetica dei fratelli Coen, e l’elegia bassa del primo David Mamet, nel nuovo lavoro di Carrozzeria Orfeo, Animali da bar, testo di Gabriele Di Luca. Nel parlare cui s’abbandonano i fissati e gli emarginati che ruotano attorno al bancone di un locale, cogli il vocio visionario (a livelli assai più sgraziati) degli irlandesi al pub di Conor McPherson. […] Presenze tutte intense, con bei toni corali da blues della drammaturgia …-. Rodolfo di Giammarco, La Repubblica
– Animali da bar si propone come uno spettacolo in grado di rovesciare le amene e forse pure un po’ goderecce chiacchiere da bar mettendo invece in luce tutta la densità emotiva di sei anime profondamente sole e deluse. I sei attori sul palco dialogano efficacemente orchestrati dalla regia a sei mani di Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e senza mai esagerare sul palco, offrono una recitazione realistica che ci lascia spiare all’interno di un bar come un altro, come fosse il vero mondo. Bellissimo -. Fabiana Raponi, teatrionline.com