LA CONTESSINA JULIE
VENERDÌ 5, SABATO 6 ore 20.45 E DOMENICA 7 OTTOBRE ore 16.30_TEATRO DELLE MUSE Sala Melpomene
di Maurizio Schmidt
liberamente tratto da August Strindberg
con
Petra Valentini (Julie)
Lorenzo Frediani (Jean)
Emilia Scarpati Fanetti (Kristin)
regia di Maurizio Schmidt
musica dal vivo di Leonardo Ramadori
costumi Stefania Cempini
luci e allestimento tecnico Mauro Marasà
direttore di produzione Marta Morico
produzione Alessandro Gaggiotti
assistente alla produzione Claudia Meloncelli
organizzazione Emanuele Belfiore, Alessia Ercoli, Serena Martarelli
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
promozione gruppi Benedetta Morico
grafica Fabio Leone
social Giulia Zacconi
foto e video Lara Virgulti
La notte di San Giovanni, il solstizio d’estate, è il momento dell’anno preferito da chi scrive le commedie. Ne abbiamo di bellissime, piene di amanti, di folletti e di fate, di tanti autori di tutti i tempi. Non ci sono molte fate nella notte di San Giovanni scritta da Strindberg, in cui la figlia di un Conte approfitta della festa e della assenza del padre per scendere tra la servitù e degradarsi. Il suo comportamento è incomprensibile per i servi che stanno festeggiando. Vuole ridurre le distanze sociali, lenire la propria solitudine, perdersi; vuole asserire la propria indipendenza femminile, forse vendicarsi del potere paterno, provocare il conformismo; ha venticinque anni e vuole fare i conti con l’uomo, che non conosce. In una notte avverrà tutto: userà il proprio potere per sedurre il proprio servo mettendosi in competizione con la propria cameriera tagliando i ponti con la propria famiglia e con la propria reputazione.
È qui che la storia perde tutti i connotati romantici del solstizio d’estate per farsi brutale: la vicenda della contessina che si fa serva del suo servo si trasforma in una lotta feroce di dominio tra i due sessi in cui si mescolano elementi fisici, politici, esistenziali e cui nessuno dei tre personaggi riuscirà a sottrarsi.
La lotta di tutti gli uomini contro tutte le donne. La subiranno come si subisce l’arrivo dell’età adulta.
Strindberg ha scritto un combattimento, senza esclusione di colpi. Gesti, azioni, trappole. Pulsioni, sogni, incomprensioni. Le parole sono i colpi e ce ne sono di durissimi, che hanno conseguenze fisiche e psichiche. Sono ammessi anche i più vietati, fino al plagio ed all’ipnosi. È un combattimento diviso in sei quarti d’ora (teorizzati dallo stesso Strindberg) che divideremo con piccoli intervalli, come round di boxe; e che porta gli attori come i personaggi in uno stato di fatica e di limite.
La Contessina Julie è infatti il primo dramma moderno in cui un autore abbia proposto agli attori un realismo così totale da essere anche psichico: “fare semplice, fare alto, fare vero.” Questo chiedeva agli interpreti nella sua famosa prefazione: fare davvero, fino ai pensieri. Sarebbe stato poi il sogno di tutto il teatro contemporaneo.
È importante perciò che gli interpreti abbiano l’età dei loro giovani personaggi, perché la notte di San Giovanni di Strindberg è un rito di passaggio all’età adulta, la conoscenza di territori oscuri, guardati con gli occhi di chi vi entra per la prima volta.
La situazione porta i tre personaggi in una spirale di reciproca irrimediabile attrazione e repulsione: le due donne sono diverse e opposte tra di loro e l’uomo con loro ha rapporti diversi e opposti, dilaniato tra il dominio e la dipendenza.
La Contessina Julie ci attrae per la sua crudezza, è popolare ed estremamente raffinata, è un grande giracapo e un labirinto dell’anima perché è inquietante nella forma: pretendeva di essere accreditata tra le avanguardie naturalistiche dell’epoca, mentre in realtà era ancora più avanti di quanto l’autore immaginasse. È contemporaneo perché racconta la vicenda secondo la percezione dei personaggi, sconfinando nel sogno in stato di veglia, nell’infrazione del tempo, nell’indicibile. È il grande sforzo fatto da un genio per entrare nel nostro subconscio collettivo. Proponiamo insomma questo testo non perché è un classico, ma perché è drammaturgia contemporanea.