IL MAESTRO E MARGHERITA

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 31 OTTOBRE AL 3 NOVEMBRE_MUSE
la compagnia incontra il pubblico sabato 2 novembre alle ore 18.30 al musecaffé

di Michail Bulgakov
riscrittura Letizia Russo
regia Andrea Baracco
con Michele Riondino nel ruolo di Woland
e Francesco Bonomo (Maestro/Ponzio Pilato), Federica Rosellini (Margherita)
e con Giordano Agrusta (Behemoth), Carolina Balucani (Hella / Praskov’ja / Frida), Caterina Fiocchetti (Donna che fuma / Natasha), Michele Nani (Marco l’Ammazzatopi / Varenucha), Alessandro Pezzali (Korov’ev), Francesco Bolo Rossini (Berlioz / Lichodeev / LeviMatteo), Diego Sepe (Caifa / Stravinskij / Rimskij), Oskar Winiarski (IvanJeshua)
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Simone De Angelis
musiche originali Giacomo Vezzani
aiuto regia Maria Teresa Berardelli
Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Brunello Cucinelli Spa in occasione dei 40 anni di attività dell’impresa

Il Maestro e Margherita è uno spettacolo pieno di colori, complesso e articolato come il costume di Arlecchino, in cui si intrecciano numerose linee narrative, e dentro il quale prendono vita un infinito numero di personaggi che costituiscono una sorta di panorama dell’umano e del sovraumano. Si passa dal registro comico al tragico, dal varietà più spinto all’interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e
del sublime. A volte si ride, a volte si piange, spesso nello stesso momento. Tratto dall’omonimo romanzo di Bulgakov, l’autore ha posto all’interno delle maglie della propria scrittura delle vere e proprie bombe ad orologeria, lasciandole poi esplodere, d’improvviso, mostrandoci cosa accade quando una struttura estremamente severa e ordinata entra in contraddizione, e non può più nascondersi dietro la sola ragione.

fotografie Guido Mencari | www.gmencari.com

SMARRIMENTO

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

Lucia Mascino incontrerà il pubblico sabato 16 novembre alle ore 18.30 nel foyer del Teatro Sperimentale
Conduce l’incontro Lucilla Niccolini

PRIMA NAZIONALE

DAL 12 AL 17 NOVEMBRE_SPERIMENTALE
MARTEDì 12 NOVEMBRE ore 20.45  fuori abbonamento

scritto e diretto da Lucia Calamaro
per e con Lucia Mascino
scena e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
MARCHE TEATRO

L’unica gioia al mondo è cominciare.
Cesare Pavese

Smarrimento è un dichiarato elogio degli inizi e del cominciare.
Di quel momento in cui la persona, la cosa, il fatto, appare o sbuca, ci incrocia insomma, creando presenza dove prima c’era assenza.
Questo topoi fiorisce attraverso la figura di una scrittrice in crisi, oramai da un po’, che ha dei personaggi iniziali di vari romanzi che non scriverà mai, perché non riesce ad andare avanti.
Gli editori, per sfangare l’anticipo, le organizzano reading/conferenze in giro per l’Italia, in modo da tirar su qualche economia mentre lei non produce niente di nuovo e in un colpo solo riuscire a
vendere all’uscita degli eventi, qualche copia delle vecchie opere.
Quando non si riesce a continuare, non si può che ricominciare.

foto Martina Mariotti

LA GIOIA

ESCLUSIVA REGIONALE

DOMENICA 17 NOVEMBRE ore 20.45_MUSE  fuori abbonamento

Compagnia Pippo Delbono
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Zakria Safi, Grazia Spinella e con la voce di Bobò
composizione floreale Thierry Boutemy
musiche Pippo Delbono, Antoine Bataille, Nicola Toscano e autori vari
luci Orlando Bolognesi
costumi Elena Giampaoli
suono Matteo Braglia
elettricista Alejandro Zamora capo macchinista Enrico Zucchelli
foto Luca Del Pia
si ringraziano Enrico Bagnoli, Jean Michel Ribes, Alessia Guidoboni assistente di Thierry Boutemy e Théâtre de Liège per i costumi
Emilia Romagna Teatro Fondazione – Teatro Nazionale, Théâtre de Liège, Le Manège Maubeuge – Scène Nationale

Uno spettacolo sul sentimento più bello e misterioso, frutto di una circostanza unica e di un viaggio attraverso i sentimenti più estremi come l’angoscia, il dolore, la felicità, l’entusiasmo. Un vortice di suoni, immagini, movimenti, balli si fondono con la magia del circo, i colori dei clown e la malinconia del tango, in una girandola caleidoscopica di maschere, storie personali, stati d’animo, lungo il viaggio sempre unico di un racconto semplice ed essenziale.
Questa creazione di Pippo Delbono diventa un cammino verso la “gioia” che prosegue con il suo straordinario gruppo di attori/performer, ancor più dopo il vuoto lasciato dalla scomparsa di Bobò, fedele compagno di scena a partire dal loro incontro avvenuto nel 1995 nel manicomio di Aversa.
Protagonista di molti spettacoli, icona poetica e anima del teatro di Delbono, Bobò continuerà ad essere una presenza-assenza dentro e fuori la scena in questo nuovo viaggio verso “l’inno alla gioia”. Gli attori di Delbono salgono così sul palcoscenico uno dopo l’altro e prendono, ognuno con il suo diverso sentire, il pubblico per mano e ne fanno un compagno di viaggio, parte di una comune ricerca inesauribile.

 

THE FULL MONTY

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 28 NOVEMBRE AL 1 DICEMBRE_MUSE
SABATO 30 NOVEMBRE ore 16.30 fuori abbonamento

libretto di Terrence McNally musica e liriche David Yazbeck
tratto dal film della Fox Searchlight Pictures e scritto da Simon Beaufoy, prodotto da Umberto Pasolini e diretto da Peter Cattaneo
adattamento liriche Francesca NicotraMassimo Romeo Piparo
regia e adattamento italiano di Massimo Romeo Piparo
Paolo ConticiniLuca Ward
con Gianni Fantoni, Jonis Bascir e con Nicolas Vaporidis
con Sebastiano Vinci, Laura Di Mauro, Elisabetta Tulli, Valentina Gullace, Tancredi Di Marco/Christian Roberto
con la partecipazione di Paila Pavese
PeepArrow Entertainment

Nel 1997, il film fu campione d’incassi e premio Oscar per le musiche, ironizzando sulla crisi che in quegli anni colpiva l’Inghilterra; nel 2000 il film diventava musical teatrale, rappresentato con enorme successo nei palcoscenici di tutto il mondo. A vent’anni dalla prima edizione del Musical di Broadway, torna in Italia una riedizione totalmente rinnovata a firma di Massimo Romeo Piparo. Protagonisti d’eccellenza i campioni di incasso di Mamma Mia!, Paolo Conticini e Luca Ward, daranno “corpo” e anima, assieme a Gianni Fantoni, Jonis Bascir e Nicolas Vaporidis, ai disoccupati più intraprendenti della Storia del Musical.
Ovviamente, per le spettatrici più “golose”, sul finale è garantito il “full monty” (servizio completo…).
Un altro imperdibile successo prodotto dalla Peeparrow Entertainment che vi farà saltare sulle poltrone con una colonna sonora travolgente, tante risate e una bellissima storia di riscatto sociale.

RUMORI FUORI SCENA

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 12 AL 15 DICEMBRE_MUSE

di Michael Frayn
traduzione Filippo Ottoni
regia Valerio Binasco
con (in ordine alfabetico) Francesca Agostini, Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Milvia Marigliano, Nicola Pannelli, Ivan Zerbinati
scene Margherita Palli
costumi Sandra Cardini
luci Pasquale Mari
Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale con il sostegno di Fondazione CRT

La Compagnia incontra il pubblico sabato 14 dicembre alle ore 18.30 al musecaffè

Un cult del teatro contemporaneo, Rumori fuori scena dell’inglese Michael Frayn, celebra le goffe imprese di una compagnia di scalcagnati teatranti.
In tre atti, allestimento, debutto e tournée di una farsa erotica, gli spettatori assistono alla prova generale della pièce, congegno perfetto di entrate e uscite, ma anche di divertenti equivoci. La quotidianità del teatro lascia spazio alla sua natura istrionica: il pubblico si trova a sbirciare dietro le quinte, tra animate ripicche e rivalità. Interruzioni, errori, crisi di nervi, tensioni, amorazzi e riappacificazioni potrebbero compromettere definitivamente le recita della commedia, ma nonostante tutto, si va in scena e con grande successo!
Rumori fuori scena ha debuttato nel 1982 a Londra, trasformandosi immediatamente in un successo internazionale. Nel 1992 lo spettacolo è stato trasformato in un film diretto da Peter Bogdanovich e interpretato da Michael Caine e Christopher Reeve.
Valerio Binasco, dopo una lunga e felice frequentazione con i meccanismi della commedia e con grandi autori come Goldoni, Shakespeare, Molière, firma lo spettacolo approdando con sapienza al testo che meglio svela, con affettuoso sarcasmo, le dinamiche che si nascondono dietro a uno spettacolo teatrale.

DOMENICA 15 DICEMBRE LA CORSA FALCONARA ANCONA IN OCCASIONE DELLO SPETTACOLO “RUMORI FUORI SCENA”

accordo Conerobus e Marche Teatro il progetto per la mobilità sostenibile

TANGO DEL CALCIO DI RIGORE

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 9 AL 12 GENNAIO_MUSE

Incontro con la Compagnia sabato 11 gennaio ore 19, Ridotto Teatro delle Muse
Conduce l’incontro Lucilla Niccolini

drammaturgia e regia Giorgio Gallione
con Neri Marcorè, Ugo Dighero, Rosanna Naddeo
e con Fabrizio Costella, Alessandro Pizzuto
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
Teatro Nazionale di Genova

Tango del calcio di rigore è un affresco su calcio e potere in salsa sudamericana in cui il regista e drammaturgo Giorgio Gallione mette insieme, per la prima volta sullo stesso palcoscenico, tre grandi attori: Neri Marcorè, Ugo Dighero e Rosanna Naddeo.
La narrazione parte dalla finale dei Mondiali del 1978. Il 25 giugno all’Estadio Monumental di Buenos Aires l’Argentina deve vincere a tutti i costi contro l’Olanda. Seduto in tribuna c’è il generale
Jorge Videla che ha orchestrato il Mondiale come strumento di propaganda politica, affinché il mondo si dimentichi delle Madri di Plaza de Mayo.
Durante i campionati succede di tutto: morte, tortura, desaparecidos, doping, corruzione. Ma è anche il momento di maggiore popolarità e consenso della dittatura Videla, a dimostrazione di come lo sport possa essere usato dal potere come forma di occultamento della realtà o raffinato strumento di oppressione.
Un ex-bambino di allora, interpretato da Neri Marcorè, cerca di ricostruire il suo passato di appassionato di calcio recuperando storie di “futbol” a cavallo tra realismo magico e realtà storica: le vicende di Alvaro Ortega, l’arbitro colombiano che commise “l’errore” di annullare un goal alla squadra dei trafficanti di cocaina, o di Francisco Valdes, capitano del Cile, costretto a segnare a porta vuota dai militari di Pinochet.
Accompagnati da brani di Mercedes Sosa e Astor Piazzolla, arrangiati da Paolo Silvestri, lo spettacolo si muove tra mito e inchiesta, per sfociare poi in “tanghedia”, mix di commedia, tango e tragedia.

MISERY

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 22 AL 26 GENNAIO_SPERIMENTALE

di William Goldman
tratto dal romanzo di Stephen King
traduzione Francesco Bianchi
con Arianna Scommegna (Annie), Filippo Dini (Paul), Carlo Orlando (Buster)
musiche Arturo Annecchino
scene e costumi Laura Benzi
luci Pasquale Mari
assistente alla regia Carlo Orlando
regia Filippo Dini
Fondazione Teatro Due, Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino -Teatro Nazionale

Misery, il capolavoro del re del thriller Stephen King è una storia di orrore, claustrofobia e follia.
Ma la vicenda di Paul Sheldon, protagonista del libro (e del testo teatrale) e scrittore anch’egli, non è solo questo. Annie, l’infermiera che si trasforma in una carceriera torturatrice che si nutre di pagine scritte e non si ferma davanti a niente pur di salvare il suo personaggio preferito, è l’incarnazione della fascinazione e dell’amore che ogni essere umano sente verso le storie, e verso chi le racconta. Misery è un testo senza tempo in cui vengono indagati i meandri della mente umana che cerca le storie, le vuole, le brama, e che di fronte alla fonte di quelle storie non può far altro che innamorarsi e nutrirsi, anche a costo di distruggere per sempre chi alimenta i suoi sogni.
Tra tutti gli scrittori che animano le creazioni di King, Paul Sheldon è il più forte, il più disperato. Prigioniero del suo talento e della sua vocazione, scopre se stesso nel viaggio all’inferno in compagnia di Annie. E lei è semplicemente indimenticabile. È solo per esigenze di trama che è davvero crudele e un po’ sadica, ma il suo tema è il tema cardine di tutta la creazione di King: la
magia e l’amore.
Annie non è folle, Annie ama alla follia.
Annie è l’esasperazione del desiderio e dell’amore per l’arte, di quella silenziosa e segreta preghiera che ognuno di noi innalza nel proprio cuore ogni volta che voltiamo la prima pagina dell’ultimo romanzo del nostro scrittore preferito.
O che sediamo in platea, le luci si spengono e inizia lo spettacolo.
Misery è una grande opera sul potere magico della narrazione.

CINQUE MINUTI DI GAZZARRA

ESCLUSIVA REGIONALE_fuori abbonamento

31 GENNAIO – 1 FEBBRAIO ore 20.00
2 FEBBRAIO ore 16.30_Sala Melpomene del Teatro delle Muse

drammaturgia, regia Evandro Fornasier, Daniele Gaglianone
interpreti Pietro Casella, Francesco Lattarulo, Claudio Zanotto Contino
tecnico del suono Marco Jena Ielacqua
costumi Lina Fucà
MARCHE TEATRO in collaborazione con mancolicani, ilBuioFuori2018

In Cinque minuti di gazzarra tre attori sono in scena illuminati da una sola luce.
Ciò che devono fare li mette in crisi da subito, a partire dal ruolo che devono interpretare: non si tratta di dare vita a dei personaggi e basta. Uno di loro si sostituisce ad un leggio, un altro regge il microfono come un’asta umana perché di questi tempi “non è il lavoro che manca: è la voglia”. Il terzo arriva e mette subito in chiaro di non essere padrone del proprio destino in quanto interprete; anzi, ha un gran desiderio di andarsene e di tornarsene a casa. Ma non può, né lui né i suoi compagni, perché non c’è nessun altro posto dove andare: devono stare là, in un luogo dove
sono i personaggi a impossessarsi di loro. Inizia un viaggio dentro uno spazio mentale dove il passato e il presente convivono sullo stesso piano temporale, dove nonni, madri e padri da vecchi e da giovani si incontrano nel cuore dell’attore/personaggio, portatore in/consapevole dei cuori di chi lo ha preceduto. È una battaglia intorno ad una nascita negata, ad una rapina: “hanno preso un bambino ad una donna bambina”. Le storie prendono forma letteralmente nei corpi degli attori in continuo conflitto con i propri personaggi. Gli attori si oppongono, soccombono, si ribellano, a
tratti sembrano perdersi per poi ritrovarsi repentinamente in un continuo slittamento tra storie familiari che riemergono dal nulla apparente, da un vuoto pieno di segreti e cose non dette ma sempre vive, di silenzi, di racconti di un tempo lontano che bruciano qui e ora in una zona sospesa dove il tempo che passa non passa mai: “tanti anni fa, non piangere; non piangere, tanti anni fa.”
Ci sono storie che forse non possono essere raccontate perché troppo terribili. Alla fine gli attori si arrendono o lanciano una sorta di sfida a chi li sta guardando e ascoltando: continuate a raccontare voi, se ne siete capaci, prima che queste storie frammentate in una rapsodica rivolta tornino (di nuovo?) nell’oblio, “prima che vadano a finire nei ricordi di nessuno”.

DALLA FILMOGRAFIA DEL REGISTA DANIELE GAGLIANONE
tre proiezioni al cinemuse

28 GENNAIO_ore 21
PIETRO (2010)
regia Daniele Gaglianone
con Pietro Casello, Francesco Lattarulo, Fabrizio Nicastro, Carlotta Saletti, Diego Canteri, Giuseppe Mattia
film – 82’
Pietro vive nella periferia di Torino. Guadagna pochi soldi distribuendo volantini. La sua casa è il vecchio appartamento lasciato dai genitori dove abita con Francesco, il fratello tossicodipendente. L’unico modo che Pietro sembra avere per mantenere un contatto con Francesco è assecondare il ruolo di buffone affibbiatogli dalla banda degli amici del fratello. Qualcosa sembra cambiare nel momento in cui conosce una ragazza ma quando la presenta alla banda l’incontro prende una brutta piega. Sarà la miccia che innescherà la reazione di Pietro.

29 GENNAIO_ore 21
LA MIA CLASSE (2013)
regia Daniele Gaglianone
con Valerio Mastrandrea e attori non professionisti
film – 92’
Un attore impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Sono extracomunitari che vogliono imparare l´italiano, per avere il permesso di soggiorno, per integrarsi, per vivere in Italia. Arrivano da diversi luoghi del mondo e ciascuno porta in classe il proprio mondo. Ma durante le riprese accade un fatto per cui la realtà prende il sopravvento. Il regista dà lo “stop”, ma l´intera troupe entra in campo: ora tutti diventano attori di un´unica vera storia, in un unico film di “vera finzione”.

30 GENNAIO_ore 21
DOVE BISOGNA STARE (2019)
regia Daniele Gaglianone
documentario – 97’
Un giorno Georgia ha trovato di fronte alla stazione di Como un accampamento di migranti. Ha pensato di fermarsi a dare una mano, poi ha pensato di spendere una settimana delle sue ferie per dare una mano un po’ più sostanziosa. E ancora è lì. Così Lorena, una psicoterapeuta in pensione a Pordenone, Elena, che lavora a Bussoleno e vive ad Oulx, fra i monti dell’alta Valsusa, e Jessica, studentessa a Cosenza. Sono persone molto diverse ma a tutte è successo quello che è successo a Georgia: si sono trovate di fronte una situazione di marginalità, di esclusione, di caos, e non si sono voltate dall’altra parte.

BIGLIETTI
INTERO € 5
RIDOTTO € 4

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

ESCLUSIVA REGIONALE

DAL 13 AL 16 FEBBRAIO_MUSE

di Jane Austen
adattamento teatrale di Antonio Piccolo
regia Arturo Cirillo
interpreti e personaggi
principali
Arturo Cirillo BENNET
Valentina Picello ELIZABETH, seconda figlia dei Bennet
Riccardo Buffonini FITZWILLIAM DARCY, migliore amico di Bingley
Alessandra De Santis SIG.RA BENNET
Rosario Giglio COLLINS, cugino dei Bennet
Sara Putignano JANE, prima figlia dei Bennet
Giacomo Vigentini CHARLES BINGLEY, nuovo vicino dei Bennet
Giulia Trippetta CHARLOTTE, la migliore amica delle sorelle Bennet / CAROLINE BINGLEY sorella di Charles
Arturo Cirillo LADY CATHERINE DE BOURGH, zia di Darcy
secondari
Rosario Giglio SIG. CAMPBELL, domestico di Bingley
Giacomo Vigentini REYNOLDS, domestico di Lady Catherine
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Camilla Piccioni
musiche originali Francesco De Melis
assistente alla regia Mario Scandale
assistente scenografo Eleonora Ticca
assistente costumista Nika Campisi
prima versione teatrale italiana
MARCHE TEATRO / Teatro Stabile di Napoli_Teatro Nazionale

Dal 1813 il romanzo di Jane Austen non smette di appassionare generazioni di lettori per l’ironia e le pungenti descrizioni di un mondo lontano. Arturo Cirillo, a partire dall’adattamento di Antonio Piccolo, lo celebra attraverso una regia che mostra come l’autrice giochi a reinventare la realtà,senza mai privarla della sua verità, in questa prima versione teatrale italiana.

Perché portare a teatro Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen?
Perché penso che sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi. Perché sono affascinato dall’Ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. [..] Perché il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé.
Perché questo mondo sociale dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio
narcisismo, non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso
tempo all’indecorosa condizione di zitelle, e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro.” – Arturo Cirillo

I SOLITI IGNOTI

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

DAL 20 AL 23 FEBBRAIO_MUSE

adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli
tratto dalla sceneggiautra di Mario Monicelli, Susi Cecchi D’Amico, Age&Scarpelli
con Vinicio Marchioni, Giuseppe Zeno
e con Augusto Fornari, Salvatore Caruso, Vito Facciolla, Antonio Grosso, Ivano Schiavi, Marilena Anniballi
scene Luigi Ferrigno
costumi Milena Mancini
luci Giuseppe D’Alterio
musiche Pino Marino
regia Vinicio Marchioni
Gli Ipocriti Melina Balsamo

La commedia è la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo.
Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell’ Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L’adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age e Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell’epoca lontana.

Note di regia
Ci sono dei film che segnano la nostra vita e I soliti Ignoti per me è uno di questi. Come uomo mi sono divertito e commosso di fronte alle peripezie di questo gruppo di scalcinati ladri. Come attore mi sono esaltato davanti alla naturalezza con cui recitano mostri sacri come Mastroianni e Gassman. Come regista ho amato il perfetto equilibrio con cui Monicelli rende un argomento drammatico in modo leggero. Così l’idea di curare l’adattamento teatrale del film mi ha immediatamente conquistato. È una storia bella e necessaria, che ci parla del presente immergendoci nel passato. La povertà del dopoguerra è una piaga che resiste ancora oggi, sebbene in altre forme, in tante zone d’Italia. Vorrei restituire sulla scena l’urgenza sentita dai personaggi di superare la miseria che li affligge, insieme alla vitalità indistruttibile e alla magia di un’Italia passata verso la quale proviamo nostalgia e tenerezza. Spero che gli spettatori possano uscire dal teatro con gli stessi sentimenti che provo io dopo una visione del film: divertiti, commossi e perdutamente innamorati di quei personaggi indimenticabili. Adattare un classico è sempre una sfida rischiosa e difficile. Ma sono le sfide che vale la pena vivere, insieme ai miei compagni di strada.
Vinicio Marchioni