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LIBERACI DAL BENE

martedì 10 maggio ore 21.00
Aula Magna d’Ateneo “Guido Bossi” – Polo Universitario Monte Dago /Ancona

GIORGIO MONTANINI

posto unico € 10

Stand-up comedian, autore e attore. Giorgio Montanini è uno dei pochi rappresentanti della stand up comedy in Italia.  Ha debuttato a teatro con L’Edipo Re di Sofocle nel 2004 per la regia di Franco Branciaroli. Successivamente ha recitato nei film Questa è la mia terrà 2 e Liberi di giocare.  Nel 2008 è entrato a far parte del gruppo Satiriasi, il primo esperimento italiano di Stand Up Comedy. Nel 2011 ha portato in scena in diversi teatri italiani il suo primo spettacolo dal titolo Nibiru e, successivamente, lo spettacolo Un uomo qualunque.  Nel 2013, nel programma di Rai2#Aggratis!, è stato ospite fisso, nonché autore dei testi della trasmissione. Nel 2014 è stato il protagonista assoluto di Nemico Pubblico su Rai 3, la sua prima trasmissione televisiva, scritta con Filippo Giardina, Francesco De Carlo, Paolo Lizza e Giovanni Filippetto. Nello stesso anno, con tutto il gruppo di Satiriasi, ha riscosso grande successo di pubblico su Sky (Comedy Central) con Stand Up Comedy, un programma innovativo che ha portato la stand up comedy in tv. Dato il successo, la trasmissione è stata confermata anche nel 2015.  Sempre nel 2014, su Rai 3, ha curato la copertina satirica del talk show Ballarò, in sostituzione di Maurizio Crozza.  Dato il successo registrato nella prima edizione, per otto puntate nel 2015, è stato nuovamente protagonista di Nemico Pubblico, la seconda edizione andata in onda su Rai 3. Attualmente è impegnato in una tournèe che tocca diverse città italiane con il nuovo live Liberaci dal bene.

COME NE VENIMMO FUORI

mercoledì 11 maggio ore 21.00
Aula Magna d’Ateneo “Guido Bossi” – Polo Universitario Monte Dago /Ancona

SABINA GUZZANTI

regia Giorgio Gallione
musiche Paolo Silvestri

produzione Secol Superbo e Sciocco produzioni
in collaborazione con Fondazione Sipario Toscana onlus / La Città del Teatro

posto unico € 15

Ci troviamo nel futuro. Un futuro finalmente armonico e civile, dove il denaro è tornato ad essere semplicemente un mezzo.
Una donna, SabnaQƒ2, sale sul palco tremolante, emozionata per l’incarico che le è stato affidato. Tocca a lei quest’anno pronunciare il discorso celebrativo sulla fine del periodo storico più buio che l’umanità abbia mai fronteggiato: il periodo che va dal 1990 al 2041, notoa tutti come “il secolo di merda”.
Le celebrazioni della fine del secolo di merda, si svolgono ogni anno perché non si perda la memoria di quanto accadde in quegli anni terribili e si scongiuri il pericolo che la storia possa ripetersi. Il fatto è che dopo tanto tempo, nessuno ha più voglia di arrovellarsi a capire le ragioni che avevano spinto gli uomini e le donne dell’epoca a cadere tanto in basso: frustrazione, ignoranza, miseria, compensate da ore e ore trascorse a litigare su facebook e a guardare programmi demenziali, incapaci di reagire alle innumerevoli angherie a cui venivano continuamente sottoposti. In questo futuro felice, si è diffusa l’idea che gli esseri umani vissuti nel secolo di merda fossero semplicemente degli emeriti imbecilli e che studiarli sia una perdita di tempo.
Per confutare questa spiegazione sbrigativa, SabnaQƒ2 ha invece preparato una ricerca accurata: ha esaminato la televisione dell’epoca, i suoi leader, le convinzioni economiche e politiche, i passaggi storici nodali: per restituirci una imperdibile conferenza spettacolo sull’attualità politica e sociale, anche attraverso l’interpretazione di una galleria di personaggi contemporanei… consentendo agli spettatori di farsi belle risate, salutari e liberatorie!
Dopo aver concluso il lungo percorso della realizzazione del film La Trattativa, Sabina Guzzanti torna in teatro per incontrare il pubblico con un monologo satirico esilarante. Uno spettacolo essenziale ed incisivo, nato da approfondite ricerche sul sistema economico postcapitalista o neoliberista su cui l’autrice sta lavorando già da qualche anno. Anche in questo testo, come nei suoi precedenti, l’intento è di affrontare questioni complesse e riflessioni importanti attraverso la comicità e la satira, mettendo il pubblico nella condizione di divertirsi e capire qualcosa in più.

YOUR FUTURE FESTIVAL edizione 2016

appuntamenti a cura di MARCHE TEATRO all’interno di Your Future Festival dell’ Università Politecnica delle Marche

10 maggio ore 21 / Aula Magna di Ateneo “Guido Bossi”

Giorgio Montanini in

LIBERACI DAL BENE

mercoledì 11 maggio ore 21 / Aula Magna di Ateneo “Guido Bossi”

Sabina Guzzanti in

COME NE VENIMMO FUORI

regia Giorgio Gallione
musiche Paolo Silvestri

produzione Secol Superbo e Sciocco produzioni
in collaborazione con Fondazione Sipario Toscana onlus / La Città del Teatro

programma completo su www.yourfuturefestival.univpm.it

STAGIONE TEATRALE 2016-17

HOLLYWOOD

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dal 27 al 30 ottobre 2016 – Teatro delle Muse

una commedia di Ron Hutchinson

con Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti, Gigio Alberti

e con Paola Giannetti

adattamento e regia Virginia Acqua

scene Jean Haas
costumi Francesca Brunori
musiche Peter Ludwig
disegno luci Giuseppe Filipponio
direzione tecnica Stefano Orsini

un progetto artistico di Gianluca Ramazzotti / AB management

Hollywood, anno 1939. Siamo nell’ufficio del produttore David O. Selznick che sta realizzando la più colossale opera cinematografica di tutti i tempi: Via col vento. Ma dopo oltre due anni di preparazione e cinque settimane di riprese già avviate, con i costi esorbitanti che lievitano, con gli attori già sul set e con il suocero, George Mayer patron della MGM che lo carica di pressioni, Selznick blocca tutto! Il film non gli piace, non sta venendo bene, la sceneggiatura di Sidney Howard è troppo lunga e il regista, il suo amico fraterno George Cukor è troppo fiacco!
Questo è l’antefatto ed è storia. Come è storia quello che seguirà e che Ben Hutchinson descrive nella sua travolgente commedia. Selznick convoca nel suo ufficio Victor Fleming il regista più famoso dell’epoca per affidargli la regia al posto di Cukor e Ben Hecht, lo sceneggiatore più abile e veloce, per fargli riscrivere da capo tutta la sceneggiatura. Solo che Hecht, unico e solo in tutti gli Stati Uniti d’America, non ha letto il lunghissimo romanzo di Margareth Mitchell e a mala pena conosce i personaggi! Ma Selnzick, folle e visionario quanto energico e determinato decide di costringere Fleming e Hecht a chiudersi dentro il suo ufficio per 5 giorni e 5 notti per riscrivere tutto e per aiutare Hecht a districarsi con complicatissima
trama lui e Fleming gli mimeranno tutti i personaggi e le situazioni del romanzo. Questo accadde veramente nella realtà e nella commedia di Hutchinson diventa l’occasione per momenti di comicità assoluta e di follia. Ma nel testo c’è molto di più: sullo sfondo di una situazione surreale (ma reale!) c’è l’antisemitismo di cui Selznick è vittima pur facendo parte della buona società statunitense che però non lo accetterà mai fino in fondo considerandolo comunque e sempre “l’ebreo”, mentre dall’Europa arriva l’eco del nazifascismo. E allora ci si accorge di quanto i caratteri di Rossella O’ Hara e di Selznick si somiglino e le loro storie si fondano, storie fatte di voglia di riscatto, di ribellione, di feroce determinazione a farcela a tutti i costi in un mondo ostile. Ma c’è anche Hollywood: il sogno americano e la passione per il cinema e la sua potenza nella vita quotidiana di tutti, perché il cinema è un universo parallelo dove chiunque può evadere dalla sua vita, perché il cinema è “l’unica vera macchina del tempo che sia mai stata inventata” e Hollywood ne è la sua incarnazione.
Hollywood è una commedia totale, coinvolgente a tutti i livelli che dal suo esordio nel 2004 ha avuto più di 10 milioni di spettatori in tutto il mondo fra America, Inghilterra, Francia, Australia, Canada, Messico solo per citare alcuni paesi e che per la prima volta sarà ora messa in scena anche in Italia.

ORPHANS

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dal 2 al 6 novembre 2016 – Teatro Sperimentale

di Dennis Kelly

un progetto di Monica Nappo

traduzione di Gianmaria Cervo e Francesco Salerno

con Monica Nappo, Paolo Mazzarelli, Lino Musella

luci Mauro Marasà
scene e costumi Barbara Bessi

regia Tommaso Pitta

tecnici Mauro Marasà, Jacopo Pace
produzione Marta Morico, Alessandro Gaggiotti
assistenti di produzione Benedetta Morico, Cosimo Lorenzo Palmisano
agibilità, contratti Claudia Meloncelli
amministrazione Katya Badaloni
grafica Massimo Scoponi
ufficio stampa Beatrice Giongo, Barbara Caldarini

realizzazione scena Esse A Sistemy srl
diritti ZACHAR INTERNATIONAL servizi editoriali (Milano)

MARCHE TEATRO / TEATRO dell’ELFO

UN THRILLER MOZZAFIATO DAI RITMI SERRATI, SENZA SOSTA FINO ALLA FINE

Danny Allora è così che s’è ridotto il mondo al giorno d’oggi? Chi conosciamo e chi non conosciamo?
Helen Sì.
Sì, proprio, Danny. Oggi. Al giorno d’oggi. Al giorno d’oggi il mondo è ridotto esattamente così. Chi conosciamo, e chi non conosciamo. Mi dispiace.

In una tranquilla serata, Helen e Danny, suo marito, stanno per iniziare una cena a lume di candela. Inaspettatamente, irrompe nella loro casa Liam, fratello di Helen, coperto di sangue e in stato di shock. Liam afferma di aver trovato sulla strada un ragazzo ferito e di averlo soccorso. Ma il resoconto di Liam sull’accaduto, sotto le insistenti domande di Helen e Danny, comincia a cambiare. In un crescendo di tensioni, si fa avanti il sospetto che le cose non siano effettivamente andate come Liam le ha descritte la prima volta.

Quando ho letto per la prima volta “Orphans” di Dennis Kelly, su suggerimento di Monica Nappo, Lino Musella e Paolo Mazzarelli, ho capito di trovarmi di fronte a un testo immenso, un esempio di drammaturgia superiore che sarebbe stato fantastico mettere in scena insieme a tre attori come loro.

Orphans” è eccezionale a più livelli. Potrebbe essere definito il dramma della simbiosi. La tragedia di tre personaggi che non possono fare a meno l’uno dell’altro al punto che, per salvare l’insalvabile, finiscono per distruggere ogni legame tra loro e quindi per autodistruggersi. Ciò è esattamente il contrario di ciò che vogliono e che cercano di fare durante tutto lo spettacolo. Quando si rendono conto di ciò che hanno fatto, però, è troppo tardi; mentre prima erano privi degli strumenti per fare altrimenti. Da questo punto di vista “Orphans” è un testo straziante: Liam, Helen e Danny non hanno scelta; sono la causa della propria rovina, colpevoli e incolpevoli allo stesso tempo.

In secondo luogo “Orphans” è anche un grande noir, un testo dalle forti atmosfere, cupo, stratificato, sofisticatissimo, ricco di echi e rimandi interni, sostenuto da una trama perfetta e da una serie inarrestabile di colpi di scena agghiaccianti ed esilaranti al tempo stesso.

Infine – ed è questo l’aspetto che, come regista, più mi ha affascinato – “Orphans” è un testo profondamente teatrale, dove ogni scena è costruita su giochi e meccaniche drammaturgiche di un’inventiva sorprendente e di una precisione millimetrica, che consentono agli attori di dare grande spettacolo. Un testo beffardo, cinico, disincantato, capace di far ridere nei momenti più angoscianti e di commuovere in quelli più violenti.

Tommaso Pitta

DIECI PICCOLI INDIANI

…E NON RIMASE NESSUNO!

inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30

dall’1 al 4 dicembre 2016 – Teatro delle Muse

due atti di Agatha Christie

traduzione  di Edoardo Erba

con
Giulia Morgani (Sig.ra Rogers)
Pierluigi Corallo (Sig. Rogers)
Caterina Misasi (Vera Claytorn)
Pietro Bontempo (Cpt. Lombard)
Leonardo Sbragia (Antony Marston)
Mattia Sbragia (Blore)
Ivana Monti (Emily Brent)
Luciano Virgilio (Giudice Wargrave)
Alarico Salaroli (Genrale Mckenzie)
Carlo Simoni (Dott.Armstrong)

regia Ricard Reguant

progetto scenico di Gianluca Ramazzotti e Ricard Reguant
scene di Alessandro Chiti
costumi di Adele Bargilli

Ginevra srl / 8P management

IL CAPOLAVORO DI AGATHA CHRISTIE PER LA PRIMA VOLTA IN SCENA CON IL FINALE ORGINALE

Dieci piccoli indiani è il capolavoro letterario di Agatha Christie pubblicato nel 1939. Il romanzo esce per la prima volta in Italia nell’agosto 1946 con il titolo …E poi non rimase nessuno, anche la cinematografia è piena di rimandi all’opera della scrittrice, basti pensare al film di René Clair con un cast d’epoca eccellente, oppure a tutti quei film successivi che adattavano il plot della storia a versioni più moderne. Ma “Dieci piccoli indiani” resta nella memoria universale una perfetta struttura letteraria capace di tenere il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Recentemente un sondaggio americano ha dichiarato che il romanzo è considerato universalmente il migliore in assoluto, posizionandosi al primo posto di tutte le vendite nel mondo, con poco più di 110.000.000 di copie vendute. Si è pertanto piazzato all’undicesimo posto nella classifica dei best-seller con più incassi della storia. Si conta che le opere di Agatha Christie siano tra le più lette in termini di cifre subito dopo quelle di Shakespeare.
Il libro fu originariamente pubblicato nel 1939 in Inghilterra come Ten Little Niggers (Dieci piccoli negri, o Dieci negretti), a richiamare il primo verso della filastrocca a cui si fa più volte riferimento nelle sue pagine: questa è in realtà una canzone americana, successivamente trasformata in Ten Little Indians. Per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, il titolo del libro subì una prima variazione l’anno seguente, in occasione dell’uscita negli Stati Uniti: And Then There Were None.
La storia è nota: dieci sconosciuti per vari motivi sono state invitate su una bellissima isola deserta. Arrivati nelle camere, trovano affisse agli specchi una poesia, “Dieci piccoli indiani”. La filastrocca parla di come muoiono, uno dopo l’altro, tutti i dieci indiani. Una serie di morti misteriose infonde il terrore negli ospiti dell’isola, che iniziano ad accusarsi a vicenda fino ad arrivare ad una scioccante conclusione.
Nel 1943 la Christie si accinge ad adattare il romanzo per il palcoscenico che rimase in cartellone a Broadway per 426 repliche. L’opera teatrale differisce dal romanzo nel finale, in quanto, la Christie non voleva dare al pubblico un finale cosi altamente drammatico, cosi decise di cambiarlo con un lieto fine ma pensandolo oggi risulta un po’ deludente e frettolosamente pasticciato.
Per questo motivo per la prima volta nella storia della commedia e in accordo con la Agatha Christie limited, la produzione dello spettacolo è riuscita ad ottenere il finale come nel romanzo del 1939.
La versione che viene presentata in Italia, diretta dal regista spagnolo Ricard Reguant, è stata un enorme successo sia a Madrid la scorsa stagione che a Barcelona, tutti i personaggi sono ben caratterizzati e delineati nelle loro profondità interiori. La stessa epoca del romanzo viene rispettata cosi da ambientarla nei suggestivi anni 40’ con una scenografia in stile Art-Decò.