IL GRIGIO
inizio spettacoli ore 20.45 – domenica ore 16.30 – sabato pomeriggio 16.00
dal 2 al 5 DICEMBRE
di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Elio
drammaturgia e regia Giorgio Gallione
arrangiamenti musicali Paolo Silvestri
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
IL GRIGIO è la storia di un uomo che si ritira in campagna per stare tranquillo, afflitto più da problemi personali che sociali. La sua ambita solitudine è però disturbata da un fantomatico topo: è “il grigio”, elemento scatenante dei suoi incubi e di un inesorabile quanto ironico flusso di coscienza. L’estenuante caccia al topo lo porterà a compiere un percorso verso l’accettazione di quella parte nera che ciascuno di noi ha dentro.
Presentato per la prima volta nel 1988, IL GRIGIO è il più importante lavoro in prosa di Gaber e Luporini. Il regista Giorgio Gallione, che nell’ultimo decennio si è confrontato più volte con la loro opera (da Il dio bambino con Eugenio Allegri all’inedito Io quella volta lì avevo venticinque anni con Claudio Bisio, fino agli spettacoli con Neri Marcorè Un certo Signor G ed Eretici e Corsari), sempre sotto lo sguardo benevolo della Fondazione Gaber, ha dato vita a un nuovo spettacolo, incrociando il testo originale con una decina di canzoni gaberiane, come I mostri che abbiamo dentro, Io come persona, L’uomo che perde i pezzi o Il sosia, che ne amplificano le tematiche sottese. I brani sono stati riarrangiati per l’occasione da Paolo Silvestri, già complice delle precedenti incursioni del regista nell’universo di Gaber, utilizzando quattro parti pianistiche: un’ambientazione musicale estremamente contemporanea, ideale per il talento eccentrico ed irriverente di Elio.
“Sono convinto che i temi, i sentimenti, le situazioni presenti nel Grigio del 1988 siano stati rielaborati, e perché no, anche attualizzati da molte canzoni nate dopo quella esperienza. Ecco il senso di questo adattamento” commenta Giorgio Gallione. “In più c’è Elio, cantante personalissimo, che abita con libertà e rispetto questo copione, modellato su una nuova sensibilità, alla luce dell’intero universo creativo e stilistico di una maschera, il Signor G, che sa ancora parlare potentemente e spietatamente al nostro oggi”.