NON SI SA COME
inizio spettacoli ore 20.30 – domenica ore 16.30
Dal 9 al 12 aprile 2026 – Teatro delle Muse
NON SI SA COME
di Luigi Pirandello
con Franco Branciaroli,
Alessandro Albertin, Valentina Violo, Ester Galazzi, Emanuele Fortunati
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
movimenti di scena Monica Codena
video Alessandro Papa
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de gli Incamminati, Centro Teatrale Bresciano
«Le cose che si sanno, non significano allora più nulla!» la battuta che il conte Romeo Daddi proferisce nel corso del secondo atto, condensa tutta l’inquietante e assieme magnetica destabilizzazione, lo smarrimento, lo sgomento che connotano “Non si sa come”, ultima opera compiuta di Luigi Pirandello.
A 90 anni dal suo debutto e dalla pubblicazione, avvenuti nel 1935 – proprio quando l’autore ricevette il Premio Nobel – “Non si sa come” viene scelta da Paolo Valerio per proseguire, attraverso il linguaggio del palcoscenico, un percorso di ricerca nella psicologia e nell’animo umani, intrapreso con “La coscienza di Zeno” diretta nel 2023 con Alessandro Haber protagonista.
Un percorso che ora – forte della lezione sveviana – il regista evolve e declina, attraverso la scrittura spietata e affascinante di Pirandello. Il ruolo del protagonista va a un Maestro raffinato e incisivo del teatro contemporaneo come Franco Branciaroli, versatile nel passare dai grandi ruoli di Shakespeare e Goldoni, alle lacerazioni morali e psicologiche di questa pièce, attualissima e feroce.
In un’ambientazione raffinata, i protagonisti appaiono tutti quali ineccepibili rappresentanti di una società di ceto elevato, eppure, “non si sa come” l’inesorabile analisi pirandelliana, porta alla luce un loro lato spaventosamente irrazionale, popolato da cosiddetti “delitti innocenti”, azioni – inconfessate o inconfessabili – in cui sull’autocontrollo, sulle ragioni dell’etica, ha prevalso l’istintualità brutale, quel “secondo io” che talvolta abita l’uomo.
Ecco allora che Romeo Daddi, pur amando la propria moglie profondamente, tradisce lei e il proprio migliore amico, e smosso da questa colpa riaffiora in lui il ricordo di un’altra, gravissima: un assassinio compiuto da ragazzo e immediatamente rimosso. “Non l’ho voluto fare, non ne ho colpa”.
Un ragionamento che risuona lacerante, inquietante, e scuote violentemente la coscienza del pubblico di oggi, troppo spesso confuso, sospeso fra la tendenza all’assoluzione di violenti “raptus” istintuali e la loro condanna. Sono questioni che quotidianamente venano il nostro tempo: è eticamente accettabile l’idea che “non si sa come” una persona possa essere sopraffatta dal suo “io istintuale” e fuori controllo? E poi c’è il tema dell’oblio della colpa, perfettamente racchiuso nello sconvolgente “monologo della lucertola”…
Un viaggio dunque nella capacità dell’uomo di essere spaventosamente irrazionale e incredibilmente fragile che – al di là del liberatorio omicidio con cui Pirandello chiude il dramma – indurrà il pubblico a profonde riflessioni.
Un’analisi inesorabile nel vortice della psicologia umana, che il regista sta immaginando di amplificare in scena, non soltanto attraverso le efficaci e potenti parole di Pirandello, ma anche con una contaminazione multimediale che si interfaccerà e fonderà all’interpretazione attoriale, restituendo attraverso leitmotiv visuali le mutevoli sfumature psicologiche dei personaggi.