Collettivo Pirate Jenny “Cheerleaders”

27 giugno – Polverigi, Parco Villa Nappi // ore 19.00

concept e azione Sara Catellani, Elisa Ferrari, Davide Manico
video Marco Misheff
organizzazione Marco Masello

produzione Collettivo Piratejenny
con il sostegno di PIMoff Milano, Inteatro, Quelli di Grock
 

Collettivo PirateJenny prosegue la propria indagine sui processi antropologici e sociali collocati nel contemporaneo. Con il progetto Cheerleaders, il collettivo artistico riprende e sviluppa il concetto molto attuale secondo il quale la vita vada performata per poterla dimostrare.
Per sfuggire all’invisibilità è necessario appartenere. Per sentirsi vivi è necessario farsi attraversare da stati fisici condivisi e in questo caso la metafora della tifoseria professionale viene utilizzata di interrogare il corpo su una molteplicità di vocabolari collettivi.

Il gruppo nasce nel 2011 dall’idea di tre giovani performer e creativi: Elisa, Ferrari, Davide Manico e Sara Catellani. Il progetto che li vede insieme li coinvolge come danzatori e autori. Il Collettivo prende il nome dalla canzone di Jenny Dei Pirati, scritta da Brecht per l’Opera da tre soldi.
Essere pop, neo-pop, pop surreali, post-moderni significa per PirateJenny preoccuparsi di mantenere viva una certa bulimia dello sguardo, una crescente curiosità per le cose.
I lavori di PirateJenny sono stati finalisti del Premio Equilibrio, al Premio Prospettiva Danza e al Festival della Nuova Drammaturgia Contemporanea Argot Off, sostenuti da Next, semifinalisti al Premio Scenario 2013 e vincitori del premio Presente/Futuro  del Teatro Libero di Palermo.

Chiara Frigo “West End”

prima assoluta // 26 giugno – Polverigi, Teatro della Luna, ore 23.15

WEST-END-progettodi Chiara Frigo
con Amy Bell
drammaturgia Riccardo de Torrebruna
luci Moritz Zavan Stoeckle
suono Mauro Casappa

produzione Zebra Cultural Zoo | coproduzione Act your Age, Carrozzerie | N.O.T.
con il sostegno di CSC Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa,
Nederlandse Dansdagen (NL), Dance House Lemesos (Cipro), D.ID Dance Identity (Austria),
Marche Teatro/Inteatro (Ancona), Teatro Fondamenta Nuove (Venezia)
 

La ricerca nell’ambito del mondo dell’intrattenimento, iniziata all’interno del progetto europeo Act Your Age, trova un ulteriore sviluppo in West End. La tenace relazione tra l’Occidente e il declino impone la scelta di uno sguardo.
Il nostro non può essere drammatico tout court, perché ha le cadenze del tip-tap. Attraverso il suo ritmo e la sua leggerezza questa performance vuole onorare le ceneri e la rinascita, percorrendo una traiettoria di citazioni, affrontando le inevitabili domande del perché ci sentiamo occidentali e insomma facendo i conti con quest’aria di sconfitta che spira dalle nostre parti. Ci sono dei semi ai quali saremmo disposti a dare un seguito, e su quali possibilità di rinascita daremmo prova del nostro coraggio? Sì, se qualcuno ce lo chiedesse, proprio oggi che non sembriamo più equipaggiati per puntare alla pienezza e alla gioia…
(Riccardo de Torrebruna).

Coreografa e performer, è attiva in Italia e all’estero. Il suo Takeya (2009) merita il premio GD’A Veneto e gira l’Europa attraverso il circuito Aerowaves. Suite-Hope vince il bando Residences 2011 de La Caldera (Barcellona) e rappresenta l’Italia al Fringe Festival di Edimburgo 2012.
When We Were Old, in collaborazione con Emmanuel Jouthe, debutta al Festival Tangente di Montréal. Nell’ambito del progetto europeo Act Your Age ha ideato Ballroom, una creazione ispirata al mondo delle sale da ballo e presentata a Inteatro Festival nel 2014. West End approfondisce la sua ricerca sul mondo dell’entertainment.

Alessandro Sciarroni “Joseph”

26 giugno – Polverigi, Teatro della Luna, ore 22.15

invenzione Alessandro Sciarroni
con Marco D’Agostin
drammaturgia e studio dei processi prodigiosi Antonio Rinaldi
immagine del progetto Roberto Foddai
cura del progetto, promozione Lisa Gilardino

produzione Marche Teatro – Teatro di Rilevante Interesse Culturale e Corpoceleste_C.C.00# – coproduzione Officina Concordia, Comune di San Benedetto del Tronto (AP) con il contributo di Centro per la Scena Contemporanea – Comune di Bassano del Grappa, Amat – Matilde: piattaforma regionale per la nuova scena marchigiana e Centrale Fies
 

Lo spettacolo che ha fatto conoscere il lavoro di Alessandro Sciarroni in tutto il mondo.
Un uomo solo con il suo portatile intraprende un gioco coinvolgente e inaspettato, ironico e surreale, sul tema dell’identità tra reale e virtuale. In Joseph in scena c’è un uomo, solo, di spalle al pubblico per l’intera durata della sua performance, mentre cerca la sua immagine in tutto ciò che il suo sguardo tocca. L’autore della performance prende in prestito il nome da colui che assume su di sé la paternità dell’uomo che nasconde il divino, ma non ci è dato sapere chi sia Joseph, né dove sia. Non sappiamo se si tratti dell’uomo che vediamo in scena oppure di uno di quegli occhi sconosciuti capitati per caso all’interno del sistema rappresentativo. Il solo perde la sua connotazione di evento performato da un esecutore unico e si riempie di sguardi meravigliati, deformati, raddoppiati e amplificati, di corpi esposti e pronti all’esposizione, là fuori, chissà dove, dall’altra parte del mondo, ma nel medesimo istante. Fiat lux: come per il cilindro del prestigiatore, al quale si conferisca l’autorità di generare conigli bianchi.

Alessandro Sciarroni è un artista italiano attivo nell’ambito delle performing arts con alle spalle diversi anni di formazione nel campo delle arti visive e della ricerca teatrale. I suoi lavori sono presentati in festival di danza e teatro contemporanei, musei e gallerie d’arte, così come in spazi non convenzionali rispetto ai tradizionali luoghi di fruizione e prevedono il coinvolgimento di professionisti provenienti da diverse discipline.
Le sue creazioni sono state presentate in 21 paesi europei, negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile, in Uruguay, e negli Emirati Arabi Uniti.Negli anni ha partecipato a numerosi progetti europei e residenze di ricerca. Alessandro Sciarroni è sostenuto da APAP – Advancing Performing Arts Projects e i suoi spettacoli sono prodotti da Marche Teatro teatro di rilevante interesse culturale in collaborazione con coproduttori internazionali come il Comune di Bassano del Grappa/Centro per la Scena Contemporanea, la Biennale de la danse/Maison de la Danse de Lyon, il Mercat de les Flors -Graner/Barcelona, Centrale Fies e l’Associazione Corpoceleste_C.C.00# della quale è direttore artistico. è inoltre uno degli artisti del Progetto Matilde, piattaforma regionale per la nuova scena marchigiana. Nel 2015, Alessandro Sciarroni è stato nominato Coreografo Associato del Balletto di Roma.

Ambra Senatore “Mattoncini”

prima nazionale // 26-27 giugno – Polverigi,  Villa Nappi, ore 20.00

progetto di Ambra Senatore
con Caterina Basso, Claudia Catarzi, Elisa Ferrari, Ambra Senatore

produzione EDA / ALDES.
coproduzione Collectif Essonne Danse, Biennale du Val de Marne, Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon
 

Mattoncini è una creazione multipla: non un unico spettacolo, ma una serie di pezzi brevi autonomi. Con la libertà creativa offerta dalla durata limitata di questi pezzi brevi, Ambra Senatore gioca a scomporre e ricomporre coreograficamente il quotidiano e le relazioni, per offrire un discorso per frammenti sull’essere umano, a tratti surreale, che tocca il tragico e il comico, mettendo una lente d’ingrandimento sulla realtà per deviarne il senso, moltiplicarlo, come in un caleidoscopio della vita. «A ben vedere questo caleidoscopio non è poi così lontano dalle nostre serate tra amici e parenti».

Coreografa e performer attiva tra Italia e Francia, Ambra Senatore, dopo alcune esperienze di creazione collettiva, tra il 2004 e il 2008 è autrice di assoli che muovono dall’osservazione fisica di semplici eventi consueti giungendo alla scrittura di partiture coreografiche che spostano il punto di vista sulla realtà con una vena umoristica e surreale. Dal 2009 crea spettacoli di gruppo in cui fonde dinamiche di movimento danzate con elementi teatrali e pennellate di gesti consueti, esplorando la costruzione di una drammaturgia che passa attraverso le azioni e la presenza dei corpi. Nel suo lavoro, spesso colorato d’ironia, l’evocazione della realtà per frammenti si accompagna all’esplicita dichiarazione del gioco della finzione teatrale e all’interrogarsi continuo sulla natura della forma spettacolo.

Effetto Larsen “Funzioni”

un progetto sui rapporti umani

26 giugno – Polverigi, Villa Nappi / Sala Sommier, ore 19.00

di Matteo Lanfranchi

 

Il nostro mondo è fatto di relazioni: attraverso l’interazione con altri individui creiamo la nostra realtà, determinando tra le altre cose il nostro grado di felicità. Spesso abbiamo la sensazione che se potessimo capire il comportamento nostro e degli altri la nostra vita sarebbe più semplice.
La ricerca scientifica ha affrontato l’argomento da vari punti di vista: sono stati fatti moltissimi tentativi in questo senso, da parte di psichiatri, psicologi, sociologi, economisti, antropologi. Ovviamente nessuna risposta è mai stata soddisfacente, ma tutte, senza esclusione, hanno risvolti esilaranti.
Al centro della nostra indagine il sentimento più famoso e misterioso del mondo: l’amore. Da un lato, il nostro punto di vista, fatto di tutto quello che viviamo dentro di noi. Dall’altro, le spiegazioni su come funziona quel piccolo, buffo e sorprendente organo che è il cuore.

Effetto Larsen è una compagnia milanese fondata da Matteo Lanfranchi allo scopo di sviluppare un percorso autonomo e originale di ricerca tra i linguaggi performativi.
Il nostro lavoro ha ottenuto premi e riconoscimenti anche a livello internazionale, come la Biennale Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo nel 2009 e il concorso GAI – Movin’Up 2008.
In equilibrio tra teatro e performance, Effetto Larsen si muove tra palcoscenico e spazio pubblico. I progetti della compagnia sono stati presentati in Europa (Belgio, Finlandia, Repubblica Ceca, Francia e presto in Danimarca e Spagna).

Antonio Montanile “Dismisura”

ovvero j’ai pas d’autre choix

prima assoluta // 25 giugno – Polverigi, Teatro della Luna, ore 23.30

idea, coreografia e performance Antonio Montanile
disegno luci Danila Blasi
regia del suono Flavia Massimo
scenografia Edoardo Gaudieri

produzione GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Abruzzo, della Provincia e del Comune dell’Aquila
con il sostegno di AIEP Ariella Vidach, Milano, Workspace, Brussels, CND Paris, C.L.A.P. Brescia,  INTEATRO Polverigi, Accademia di Belle Arti dell’Aquila
 

L’esagerazione come limite, un luogo fisico e mentale in cui si possa andare all’eccesso di un linguaggio che permetta poi di scendere nell’essenziale del gesto, del movimento e dell’azione. L’iperbole della dismisura come un atteggiamento più fisico che mentale, in cui il gesto si esaspera e l’azione si reitera fino alla sua estrema estensione, per poter arrivare a una sorta di Big Ben in cui l’uomo, “denudato” del suo esagerato comportamento, riprenda possesso della semplicità, della concretezza senza orpelli o aggiunte esterne.

Antonio Montanile, danzatore, coreografo e insegnante, studia all’Accademia IsolaDanza ed integra la Compagnia della Biennale di Venezia sotto la direzione di Carolyn Carlson. 
Inizia a lavorare per la Compagnia Caterina Sagna, Déjà Donné, Philippe Saire, Carmen Blanco Principal, Erika Zueneli e MariaClara Villa Lobos.
Le sue coreografie sono state presentate in molti contesti Internazionali e sono stati prodotti da diversi partners: Biennale di Venezia, Charleroi Danse, Ccn Roubaix, De Pianofabriek, Danse à Lille, Aerowaves.
Attualmente lavora con la Compagnia Philippe Saire, con la Compagnia Caterina Sagna e con la Compagnia Gruppo e-Motion sta lavorando ad un progetto triennale di produzione. 

Claudia Catarzi “Intorno al fatto di cadere”

25 giugno – Polverigi, Teatro della Luna, ore 22.15

di e con Claudia Catarzi

produzione Company Blu
con il sostegno di Fondazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Graner/mercat de Les Flors, CSC/Casa della Danza di Bassano del Grappa, Armunia/Castiglioncello, Centro coreografico de la Gomera/Isole Canarie, STUDIO 44/ Constanza Macras | Dorkypark
 

“Da un’immagine che comincia a metà.
Ancora rimango sul tema dell’addormentamento, sull’indagare istintivamente il momento di confine tra veglia e sonno, tra conscio e inconscio.
C’è un luogo dove sto e altri dove presumo di volere andare. È un particolare modo di desiderare, quasi non mi appartiene il desiderio, ma mi accade.
Ciò che è, è anche altro, ciò che è del pensiero e dell’immaginazione può sembrare realtà fatta di surreale concretezza, e ciò che è del corpo reale diventa sempre più perdita di controllo, di nitidezza delle forme.
Ciò che è del corpo è perdere alla fine i confini del corpo stesso.”

Claudia Catarzi ha partecipato al programma Ifa promosso da Inteatro nel 2009.
Ha danzato con l’Ensemble di Micha Van Hoecke, con Dorky Park/Constanza Macras, Virgilio Sieni, Aldes/Roberto Castello, Company Blu/Alessandro Certini, En-knap group/Iztok Kovač (Ljubljana), compagnia Ambra Senatore, Batsheva Dance Company di O.Naharin (Israele).
I suoi lavori tra cui “Qui, ora”, “Sul punto”, “40.000 centimetri quadrati”, hanno vinto premi e sono stati presentati in importanti festival europei.
Attualmente lavora con la compagnia Sasha Waltz&guests.

Glen Çaçi “KK (I’m a kommunist kid)”

25-26 giugno – Polverigi, Cinema Italia, ore 21.00

idea e coreografia Glen Çaçi
con Glen Çaçi, Olger Çaçi
video e luci Andrea Saggiomo
assistente alla coreografia Paola Stella Minni
collaborazione drammaturgica Ylenia Caleo, Andrea Saggiomo

produzione Marche Teatro – Teatro di Rilevante Interesse Culturale
co-produzione Fabbrica Europa
 

KK è una riflessione politico-performativa sulla proprietà territoriale e sull’identità culturale, filtrata da un’ironia cruda e pungente; una traduzione coreografica contemporanea dell’estetica di un’infanzia post-comunista.
Qual è la relazione tra cittadinanza, libertà e immaginazione?
Come nuovo cittadino europeo, Glen esplora le sue origine albanesi con suo fratello Olger, anche lui emigrato in Europa negli anni ’90. Entrambi, da punti di vista e condizioni diverse, si confrontano sul palco attraverso i ricordi rispettivi del loro paese d’origine, un’Albania pre-globalizzazione nella quale hanno vissuto la loro giovinezza.

Benjamin Verdonck “One more thing”

prima italiana // 25-26-27 giugno – Chiesa, ore 19.00 / 19.30 / 20.00

di e con Benjamin Verdonck

produzione Toneelhuis, KVS
co-produzione Kunstenfestivaldesarts, Steirischer Herbst (AT), NXTSTP
con il sostegno di European Union’s Culture Programme
 

Benjamin Verdonck, come per magia, trasforma una piccola valigia in un teatro in miniatura. Ispirato da una frase de “Il diavolo sulle colline” di Cesare Pavese, l’artista costruisce, attraverso le lettere che fa scorrere progressivamente, una fantasia grafica astratta sul nostro rapporto con la natura; una scatola delle immagini di un metro quadrato, un teatro che si imprime sulla pelle, uno spettacolo in miniatura, mobile e musicale, per 16 spettatori alla volta.

Pochi artisti possiedono la versatilità e l’imprevedibilità di Benjamin Verdonck.
Ha lavorato come attore, danzatore regista, coreografo, artista visivo, scrittore.
Le sue creazioni sono state rappresentate nei teatri ma anche nelle gallerie d’arte, negli spazi urbani e negli ambienti naturali. Il suo lavoro, essenziale, scarnificato, privo di orpelli decorativi, ha una grande forza poetica e immaginativa.
Utilizzando mezzi minimali Benjamin Verdonck libera la massima potenza del teatro.
Il suo è un lavoro “politico” in senso puro perché tocca i temi essenziali della nostra vita sociale senza ricorrere a vistosi proclami ma intervenendo artisticamente in modo libero, enigmatico, fuori da ogni convenzione, con la sola forza delle immagini, dei gesti e delle parole che riescono sempre a toccarci profondamente ed intimamente.

Teatro della Biosphera: Utopia/Energia

dal 19 al 30 giugno – Ancona, Mole Vanvitelliana, dal lunedì al giovedì ore 18:30 | venerdì e sabato ore 21:30 | 26 e 27 giugno ore 18.30

Il Teatro della Biosphera è un’imponente installazione costituita da una semisfera trasparente, capace di contenere fino a 40 spettatori, che evoca una sorta di micromondo, una serra: l’ambientazione ideale per affrontare questioni riguardanti l’ambiente e i limiti che esso ci presenta.

Si tratta di un’istallazione di elevato impatto visivo, con un’azione scenica ricca di suggestioni e stimoli, costruita su contenuti scientifici elaborati in collaborazione con docenti e ricercatori dell’ Università Politecnica delle Marche – Facoltà di Agraria, Dipartimento di biotecnologie agrarie e ambientali; dell’Università di Perugia – sezione antropologica, Dipartimento Uomo e Territorio, dell’ ISES International Solar Energy Society, e dell’ ENEA.

Il Teatro della Biosphera si presenta come una proposta innovativa capace di affrontare in modo creativo ed originale tematiche chiave che interrogano lo spettatore sui limiti imposti dal pianeta e sulla necessità di ripensare il nostro futuro sulle questioni dell’energia, dell’acqua e della biodiversità.

Il Teatro della Biosphera propone due azioni sceniche della durata di trenta minuti l’una, a forte valenza divulgativa sui temi citati: Biosphera d’acqua – dedicato al tema del risparmio idrico – Biosphera Energia / Utopia – dedicato alle tematiche legate al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili.

Il Teatro della Biosphera è stato realizzato in collaborazione con Regione Marche – Assessorati all’Agricoltura e all’Ambiente, Provincia di Ancona – Assessorato all’Agricoltura, Comune di Ancona – Assessorato all’Ambiente, Cia Marche, Parco del Conero, Gorgovivo Multiservizi, è stata invitata nel 2008 all’EuroScience Open Forum di Barcellona nella sezione dedicata alla divulgazione scientifica, nel 2008 al Festival dell’Energia di Lecce, nel 2008 Festival dell’Energia di Frascati, nel 2008 al Mondadori Junior Festival di Verona, nel 2009 al Festival Tocatì di Verona.